NON SARA' CHE L'HANNO FATTO FESSO?
Berlusconi non piace a tutti, ma una cosa gli va certo riconosciuta: non sa essere ipocrita. E questa sua qualità - che in realtà, in politica, è un gravissimo difetto - gli è già costata cara più volte. Basta ricordare il caso dell'europarlamentare tedesco, da lui bonariamente definito "Kapò", oppure la faccia lunga con cui accusa le sconfitte elettorali, assolutamente incapace di mascherare la delusione che prova. Mentre di Andreotti ce ne sono almeno 500, tutti diversi a seconda delle esigenze, di Berlusconi ce n'è sempre e soltanto uno: lui stesso, come mamma l'ha fatto, con tutto il suo bene e tutto il suo male dipinti chiaramente in faccia.
Questa sua trasparenza psicologica ci è stata utile, ad esempio, nel tentativo di decifrare in qualche modo il caso Sgrena-Calipari. Ricordate l'aria seccata con cui Berlusconi accolse la notizia della sparatoria? Ricordate come non seppe essere per nulla diplomatico, ... ... sbottando a caldo che "gli americani ora ci devono delle spiegazioni"? Ciò ci permise di supporre che in realtà la famosa "trattativa" svoltasi dietro le quinte fosse fra lui e gli americani, e non fra lui e i presunti "rapitori" iracheni. (Per chi non avesse letto gli articoli del tempo, eravamo arrivati alla conclusione che il rapimento non potesse che essere stato voluto dagli americani stessi, indipendentemente da chi poi avesse preso fisicamente in ostaggio la giornalista).
Ebbene, la reazione di ieri di Berlusconi, alla notizia che la commissione d'inchiesta americana ha assolto i militari che hanno ucciso Calipari, è stata altrettanto indicativa. Nonostante lo schiaffo evidente, Berlusconi ha detto che non commenterà finchè l'inchiesta sarà ''compiutamente definita''. Ovvero, non ci vuole credere, visto che dall'altra parte, con tutta la faccia di palta che lui non sa avere, il Pentagono ha detto che "noi siamo pronti a rendere pubblici i risultati", come a dire che per loro il caso è strachiuso. (Come se l'avessere mai aperto davvero, fra l'altro, esattamente come nel caso della funivia).
Ma Berlusconi non ci sta, la cosa non gli va giù, e ancora una volta ce lo fa sapere pubblicamente, palesando senza nessun filtro quel suo infantile rifiuto a guardare in faccia la realtà delle cose.
Questo sembra confermare la nostra ipotesi iniziale, in cui ci sarebbe stato un disaccordo fra italiani e americani, o meglio fra americani della CIA, che trattavano con noi, e americani del Pentagono, che non volevano trattative, su cosa fare esattamente di Luciana Sgrena.
Nella nostra ipotesi i primi avevano eseguito il rapimento come chiaro segnale contro tutti i liberi giornalisti rimasti in Iraq, e trattavano con Berlusconi per il ritiro degli altri giornalisti - che infatti avvenne puntualmente - in cambio di un ritorno trionfale dell' "ostaggio liberato". Che invece non avvenne, a causa del noto incidente, facendo così arrabbiare il nostro Premier. Di mezzo ci sarebbero stati appunto i militari, i quali - notoriamente più malfidenti, e meno diplomatici dei primi - avrebbero voluto comunque la Sgrena trucidata, per far capire al mondo una volta per tutte che non tollerano certe intrusioni. Ecco quindi l'"incidente", causato dai militari, in cui teoricamente avrebbe dovuto morire lei, e non Calipari. (Una delle prime cose che disse Sgrena, prima di ritrattare persino la propria identità, fu che "non potesse escludere che volessero colpire lei". Ovvero, tradotto in italiano, "mi volevano far fuori".
Ed ecco anche perchè i secondini che liberarono la Sgrena le avrebbero detto "sei quasi in salvo, dobbiamo solo stare attenti agli americani".
Forse lo stesso Berlusconi, preso dal suo rigurgito di bile, non si è accorto di una frase molto significativa, usata dal Pentagono per giustificare l'azione dei suoi soldati: "hanno soltanto eseguito gli ordini che gli erano stati dati". Quali ordini, esattamente, non ci è dato di sapere.
A questo punto la paura vera è che Berlusconi non sia stato "preso per il culo" dagli americani anche sulle promesse generali di "bottino" (petrolifero, s'intende), con le quali devono necessariamente averlo convinto a trascinarci in questa guerra vergognosa. Quasi quasi, varrebbe la pena di tenerlo al governo soltanto per il piacere di vederlo incazzato davvero, il giorno che malauguratamente lo scoprisse.
Massimo Mazzucco