Il 54% degli elettori della California ha votato contro la legalizzazione della marijuana, il 46% ha votato a favore. La cosiddetta “Proposition 19”, uno dei tanti referendum inseriti nella scheda elettorale delle “midterm elections”, è stata così respinta.
Molti si aspettavano che lo stato più “liberal” della confederazione, dal quale sono nate praticamente tutte le rivoluzioni culturali del secolo scorso, avrebbe dato il via ad una serie di riforme tese a legalizzare la marijuana in tutto il paese, ma la strada da percorrere evidentemente è ancora molto lunga.
Due sono gli ostacoli maggiori che si pongono su questo percorso: il primo, di tipo culturale, è dovuto alle false credenze, profondamente radicate nella popolazione, sulla dannosità effettiva della marijuana. Nonostante sia dimostrato che alcohol e tabacco siano molto più dannosi della marijuana, gli effetti della propaganda contro la cannabis, durata per molti decenni, si fanno risentire ancora oggi.
In questo senso hanno avuto gioco facile i proibizionisti, ... ... nel corso della campagna elettorale, che hanno battuto sul tasto della paura, tappezzando la California con pubblicità che dicevano “se passerà la Proposition 19 avremo gli uffici pieni di gente ‘stonata’”.
Il secondo problema è di tipo legale, e si pone a livello federale. Una qualunque legge a favore della marijuana, votata da un qualunque stato americano, andrebbe infatti a scontrarsi automaticamente con la proibizione a livello federale. Il problema già esiste con l’uso della marijuana per scopi terapeutici (sono 13 gli stati che fino ad oggi l’hanno approvato), ma naturalmente il governo centrale ha sempre evitato lo scontro diretto, per non sentirsi accusato di crudeltà contro i malati che necessitano disperatamente della marijuana. Nel momento in cui la marijuana divenisse invece legale anche per scopi ricreativi, il governo di Washington si troverebbe obbligato a far applicare in pieno la legge federale, che secondo la costituzione prevale sempre su quella locale.
Non a caso il Ministro di Giustizia Holder aveva già annunciato la piena implementazione delle leggi federali, nel caso la Proposition 19 fosse passata in California.
In realtà, a mio parere, la legalizzazione della mariuana deve passare attraverso un percorso completamente diverso, che non è quello del presunto vantaggio economico (la legalizzazione avrebbe portato quantità ingenti di denaro nelle casse della California, sotto forma di nuove tasse), ma del rispetto costituzionale del principio della libertà individuale. In casi come questo, infatti, l’onere della prova sta al proibizionista, che deve dimostrare come la pericolosità dell’uso della marijuana superi il diritto del cittadino di fare ciò che crede con il proprio corpo. Ma il problema, come dicevamo, è proprio di tipo culturale, e bisognerà quindi prima rimediare ai danni fatti da decenni di propaganda negativa contro la marijuana, che a quanto pare ha influenzato persino una buona parte degli americani più aperti e liberal di tutti, ovvero gli abitanti della California.
Caro, dolce e piccolo Bernays, quanti disastri sei riuscito a combinare, pur di far contenti i tuoi amici petrolieri.
Massimo Mazzucco
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