di Marco Cedolin
Minacciare sembra ormai diventato lo sport più in voga nel villaggio globale, multiculturale e monomaniacale, dove le banche e le grandi corporation impartiscono ordini e tutti gli altri, ad iniziare dai mestieranti della politica, del sindacalismo e dell'informazione eseguono pedissequamente, senza proferire fiato.
Minaccia Marchionne, seduto sullo scranno della FIAT,
azienda privata da sempre finanziata con il denaro dei contribuenti italiani. E lo fa nel modo peggiore, letteralmente sputando nel piatto in cui ha mangiato per circa un secolo, senza neppure premurarsi di pulirsi la bocca per educazione.
Minaccia lavoratori, politica e mondo sindacale (ma con tutta probabilità solo i lavoratori sono interlocutori reali) di collocare all'estero anche i pochi insediamenti industriali ancora presenti in Italia, se non le verrà permesso di riscrivere a proprio piacimento le residue coordinate che ancora regolano il mondo del lavoro.
E lo fa con l'arroganza di chi si sente forte ed è consapevole di rapportarsi con un nutrito stuolo di servi pavidi ed una massa di
lavoratori confusi in preda alla paura.
Minaccia il ministro degli Interni Maroni, ... ... totalmente incapace di spiegare ai cittadini dei
comuni vesuviani perchè lo Stato costruisca e gestisca discariche illegali all'interno di un Parco Nazionale, perché il fetore e le patologie tumorali dovranno essere loro compagni di viaggio nella vita e perchè il malaffare criminale, qualora cerificato dallo stato diventa come per incanto cosa buona e giusta.
Minaccia di usare la violenza, Maroni, se i cittadini oseranno continuare nella loro protesta, agitando lo spettro del "cercare il morto" e mandando i carabinieri a violare l'intimità delle loro abitazioni con perquisizioni che rendano maggiormente tangibile il vero tenore della minaccia.
Minaccia la UE, o sarebbe più corretto dire i poteri bancari che gestiscono questa scatola vuota, imponendo agli stati membri
cospicue riduzioni del debito pubblico da ottenersi esclusivamente attraverso drastici tagli dello stato sociale e dei redditi dei cittadini, privatizzazioni e svendite del patrimonio pubblico e altre alchimie sui generis. Il tutto mentre il già folle bilancio delle spese militari ed i patrimoni miliardari dissipati nelle grandi opere dovranno costantemente aumentare, imponendo in futuro nuovi drastici tagli e nuove svendite, fino a quando ancora esisteranno gli stati nazionali.
Dalle promesse (mai mantenute) ostenate per decenni, alle minacce, ben più reali e tangibili, il passo in fondo è stato molto breve. Oggi non è più necessario illudere le masse, disegnando per loro un futuro "felice" dispensato dai miti della crescita e dello sviluppo e probabilmente non ci crederebbe più nessuno.
Molto meglio minacciare l'inferno prossimo venturo, figlio illegittimo della crescita e dello sviluppo, fingendo che impegnarsi nella costruzione dell'inferno presente sia esercizio propedeutico a scongiurarne l'avvento.
E poi, senza tanti giri di parole, se ti sta bene è così e se non ti sta bene sono "botte".
Marco Cedolin
http://ilcorrosivo.blogspot.com/
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