NICK BERG, PAUL JOHNSON, OLIN ARMSTRONG. TRE DECAPITAZIONI, UNA SOLA REGIA.

All'interno il video completo con le foto, che sono posizionate a distanza dalla fine dell'articolo, per chi non vuole vederle.

Il video della decapitazione dell'americano Olin Armstrong, diffuso nei giorni scorsi, presenta moltissimi punti in comune con quello di Nicolas Berg. La procedura stessa dell'esecuzione, inoltre, è simile anche a quella usata per il terzo americano, Paul Johnson, e diventa quindi difficile pensare che mani diverse abbiano portato a termine le tre operazioni. Ed in fondo è la CIA stessa a confermarlo, nel momento in cui ha attribuito al fantomatico Abu Al-Zarqawi, la nuova primula rossa di AlQueda trapiantata in Iraq - la responsabilità di questo ultimo omicidio, come già aveva fatto con quello di Nick Berg. Tra i due c'è Paul Johnson, episodio meno ricco di dettagli, ma perfettamente il linea con gli altri due. Resterebbe solo da stabilire, a questo punto, chi sia e per chi lavori davvero questo Al-Zarquawi. Se lo prenderemo entro un mese al massimo, sotto elezioni americane, avremo la conferma definitiva di quello che già sospettiamo da tempo.

Ma le somiglianze fra i due video, più che aiutare a capire chi si nasconda sotto il capuccio nero del tagliagole, sembrano indicare una stessa "regia" ...
a monte dei due episodi, una "filosofia", riflessa nella continuità nel prodotto, che non necessariamenmte denuncia una cultura islamica alle spalle del tutto.Anzi.

Il video dura in tutto 8 minuti e mezzo, dei quali solo l'ultimo minuto è riservato alla decapitazione vera e propria, mentre il resto è nuovamente occupato dall'interminabile proclama letto dal killer in posizione centrale. La prima cosa che si nota nel nuovo filmato, però, è la  impressionante sezione dei titoli di testa, che - se comparata al resto del filmato - equivale in tutto e per tutto alla presentazione di un candidato all'Oscar di una major di Hollywood. Animazioni multiple dei logo, croma-key, canzone "giusta"  in sottofondo, dissolvenze incrociate, sottotolo (del nome di Armstrong) rigorosamente in Courier Typewriter - il carattere d'obbligo nel circuito "art" dei film stranieri in America - e addirittura una scritta ondeggiante che non rinuncia a pennellare il cielo coi suoi raggi di dorato successo. Ci si aspetta quasi, a quel punto, di vedere Rita Hayworth che discende lo scalone di Sunset Boulevard. E invece lo stacco con la prima inquadratura ci riporta alla brutale realtà a cui stiamo per assistere. mentre l'operatore corregge all'ultimo momento lo zoom dell'inquadratura, vediamo il prigioniero in ginocchio davanti ai soliti 5 incappucciati, ed alle loro spalle, sul muro, un telone con delle scritte (si presume) propagandistiche. Il tutto è particolarmente nero - il nero subliminale dei cattivi di Hollywood: nero il telone con le scritte, neri gli abiti dei 5, nero il cappuccio che nasconde il loro volto. Manca completamente il verde dell'Islam, mentre ritroviamo la classica tuta arancione sul prigioniero, che da sola basterebbe come "firma" congiunta dei tre omicidi, e che sembra ormai essere diventata un must per ogni esecuzione che si rispetti: o quelle le vendono tre dozzine alla volta al mercato di Baghdad, o qualcuno se ne è rubate un bel pò da un carcere americano, oppure è scappato direttamente, con un paio di amici almeno, da quello di Guantanamo. Oppure...

Anche la parete - il solito giallino smunto - comincia a far sospettare che in Iraq gli imbianchini abbiano tutti in dotazione lo stesso stock di vernice dozzinale. A differenza però del video di Berg, qui notiamo due cose diverse: sulla destra dell'inquadratura, intuiamo una tenda che ondeggia in continuazione, mossa dal vento, che ogni tanto fa anche capolino, col bordo inferiore, nell'inquadratura. La seconda, è che il condannato si muove decisamenmte di più del rigidissimo Berg: mentre per lui avevamo la certezza quasi assoluta che fosse già morto, Armstrong in effetti fa continuamente dei movimenti col corpo, ondeggia il capo, ed in un paio di occasioni (minuto 2.25, e subito dopo ) fa anche un secco movimento con la testa, sulla sinistra, come per allontanare una mosca che gli ronza intorno.

Suggeriamo però di rivedere il video una seconda volta, immaginando sin dall''inizio che quello che vedete sia il cadavere di Armstrong - ucciso da poco - al quale sono stati attaccati in qualche modo dei fili trasparenti (alla spalle, sotto la mascella, dietro la nuca) che permettano di muoverlo "a mò di pupo". (E' lo stesso "trucco" che io ho già sospettato per il caso Berg). Per quanto difficile da sostenere, questa ipotesi ti permette di percepire comunque tutti i movimenti di Armstrong come se fossero naturali, anche se lui fosse già morto. Noterete infatti che stranamente, ogni volta che ondeggia il corpo, ondeggia anche la testa, e viceversa -come se la testa non avesse una propria autonomia, ma si trattasse in effetti di un peso morto. E quando fa quei movimenti improvvisi sulla sinistra, sono proprio dei movimernti che sembrano risultare da uno strattone più "creativo" degli altri, da parte di chi tirerebbe i fili.

Ripeto, è un'ipotesi bizzarra e senza elementi di supporto, e quindi non farò sforzi particolari per convincere nessuno. Ho voluto solo indicare la sensazione che ho avuto, dopo la terza o quarta volta che guardavo il filmato.

Quello che invece dovrebbero notare tutti, è come - esattamente come con Berg - il corpo di Armstrong cada sul fianco, una volta tiratovi dal tagliagole, senza fare nessun movimento proprio. Nello stesso modo, anche le braccia restano assolutamemte immobili durante l'operazione di sgozzamento vera e propria. Credo che anche se uno lo volesse,  non riuscirebbe a non dimenarsi come un forsennato, in quelle condizioni di dolore e di terrore.

Di sangue ne esce decisamente di più di quello che abbiamo visto con Berg - ma comunque non a fiotti come pare accada tagliando il collo di qualcuno ancora in vita.

Le urla del condannato, infine, sono particolarmente strane: si sentono tre urli soffocati, isolati, e distanziati in maniera del tutto innaturale, seguiti da un quarto che sembra essere quasi un rantolo, o  l'esalazione dell'ultimo respiro: a quel punto infatti  il coltello ha già reciso il collo in maniera sostanziale, e dalla trachea, che è stata incisa per prima,  non dovrebbe transitare aria già da un bel pò. Nonostante questo, dopo pochi secondi gli urli riprendono, solo per diventare ancora più potenti e rabbiosi verso la fine.

Notiamo infine che fra il momento in cui Armstrong viene buttato a terra, ed il momento in cui il coltello inizia a recidergli la carotide, c'è di nuovo di mezzo il famigerato "stacco in asse" già usato nel video di Berg. Ovvero, una giunta, che potete vedere fra i fotogrammi 7.44.0  (minutaggio) e 7:44.1, fra gli estremi della quale potrebbe essere passata anche mezza giornata.

In conclusione quindi, indipendentemente dal fatto che Armstrong fosse o meno vivo durante i 7 minuti di lettura del proclama, la parte che segue - per quanto eseguita molto meglio di quella di Berg - sembra contenere con relativa certezza la decapitazione di un cadavere, non di una persona viva.

Anche perchè ci vorrebbe un corso particolare al CEPU iracheno, per scegliere di decapitare uno dal vivo proprio accanto ad una finestra aperta.

Massimo Mazzucco




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Nick Berg e Olin Armstrong, braccia e corpo immobili durante la recisione.



Nick Berg, Paul Johnson, Olin Armstrong. Tutti e tre con la testa mozza appoggiata sulla schiena.
Pavimento praticamente identico fra i primi due, apparentemente simile per il terzo.
Se Berg è stato decapitato ad Abu Ghrab, probabilmente lo sono stati tutti e tre.



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