Da quando è iniziata la rivoluzione industriale, curiosamente, i lavoratori hanno sempre fatto una grande fatica ad arrivare a fine mese. Che si fosse nel 1906, nel 1966, o nel 2006, il cosiddetto "progresso" per loro ha significato solo una lotta perenne per riuscire a guadagnare quel tanto che basta a nutrire la famiglia, e niente di più. Sembra quasi che qualcuno regoli volutamente il "rubinetto" delle entrate e delle uscite, in modo da tenere il lavoratore costantemente impegnato in questa lotta alla sopravvivenza, senza regalargli nemmeno un momento per godersi la vita. E tantomeno per fermarsi a pensare.
Metalmeccanici. L'ultima ruota del carro.
di Riccardo Strusani
Il contratto dei Metalmeccanici è scaduto da 13 mesi. E lo sappiamo. Quello che non sappiamo è perchè non si sblocca la situazione. Vediamo di fare luce. Le vertenze sono le seguenti:
Salario. A fronte della richiesta sindacale di 100 euro circa, anche attraverso un allungamento della durata del contratto di alcuni mesi, la Federmeccanica ha offerto un aumento medio sui minimi di 94,5 euro, con 6 mesi di allungamento (l'aumento in tal modo sarebbe di fatto di 79,5 euro). Sulla seconda cifra integrativa, … … a fronte della richiesta sindacale di inserire in busta paga in maniera strutturale una voce Edr, anche erogata annualmente, per i lavoratori a più basso reddito, la Federmeccanica ha proposto di erogarla invece in forma di "una tantum" di 130 euro, da aggiungere ai 270 euro offerti, sempre come "una tantum" a copertura dei mesi di vacanza contrattuale (per i quali la richiesta sindacale era di 450-500 euro).
Flessibilità. Su questo punto resterebbe confermata l'estensione a tutto il settore dell'orario flessibile plurisettimanale, oggi limitato alle produzioni stagionali, secondo le modalità e le procedure già previste dall'art.5 del contratto nazionale. Resta però la richiesta di Federmeccanica (già respinta da Fim, Fiom e Uilm) di monetizzare 3 Par (Permesso Annuo Retribuito).
Mercato del lavoro. E' il punto sul quale si è registrato il peggiore arretramento. Infatti Fim, Fiom e Uilm, a fronte del rifiuto di Federmeccanica di definire una percentuale unica a livello nazionale per i contratti di somministrazione e a tempo determinato, ne avevano proposto il rinvio al livello aziendale (soluzione che sembrava condivisa da Federmeccanica). Invece ha ribadito l'indisponibilità a fissare un tetto a livello nazionale, ma ha anche rifiutato il rinvio al livello aziendale, prevedendo soltanto l'istituzione di una Commissione di studio e avanzando una proposta provocatoria: le Rsu che vogliono concordare limitazioni nel ricorso a tali contratti atipici, devono preliminarmente concordare con l'azienda la monetizzazione dei Par.
Segue pero' il fatto che il 12 Gennaio 2006 Federmeccanica ha abbandonato il tavolo delle trattative In un estratto la Fim-Cisl Nazionale cita cosi':
L'ultima sessione negoziale tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica, aperta il 9 gennaio per avviare la stretta finale, si è conclusa drammaticamente il 12 sera. Proposte provocatorie di Federmeccanica, che ha chiesto una sospensione
Il 9 gennaio scorso è ripartita la trattativa per il rinnovo biennale del contratto nazionale dei metalmeccanici, che nelle intenzioni delle parti doveva segnare l'avvio della fase conclusiva, portando a formulare un'ipotesi di accordo. Malgrado posizioni ancora insoddisfacenti sull'intera parte economica (aumento sui minimi e seconda cifra integrativa) e su flessibilità e mercato del lavoro, passi avanti si erano registrati sia sul tema dell'orario plurisettimanale, sia sull'apprendistato.
In particolare, sull'orario plurisettimanale abbiamo riaffermato la nostra disponibilità all'allargamento del campo di applicazione all'intero settore, con la conferma del ruolo delle Rsu, così come previsto dall'art. 5 del contratto nazionale. Sull'apprendistato, soprattutto nella sessione dell'11 gennaio, si era completato un buon lavoro, sia sulla quantità che sulla qualità della formazione. Restavano in sospeso, prevalentemente, le normative per i lavoratori con sbocco al 3° livello. Per la durata del contratto, per gli altri livelli, si era convenuto quanto segue: 4° livello: durata 52 mesi (che diventano 46 con diploma); 5° livello: 60 mesi (54 con diploma, 34 con laurea); 6° livello: 38 mesi (solo laurea); 7° livello: 42 mesi (solo laurea). Le ore di formazione erano convenute come segue: I anno 160 (40 trasversali, 40 teoriche, 80 pratiche); II anno 140 (20, 40, 80); dal III anno in poi 120 (con 40 teoriche).
Ma nella giornata di ieri, 12 gennaio, una lunga riunione della delegazione di Federmeccanica, presente il presidente, Massimo Calearo, ha prodotto un inatteso voltafaccia, che segna il punto più drammatico del negoziato ed evidenzia come Federmeccanica non abbia ancora maturato la definitiva volontà di fare il contratto. La serata si è conclusa con la richiesta, da parte degli industriali, di sospendere la trattativa fino alla riunione della Giunta dell'associazione, convocata per martedì 17. All'origine della drammatica svolta le proposte illustrate ieri pomeriggio dal Direttore generale di Federmeccanica ai Segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, caratterizzate da incomprensibili quanto inaccettabili passi indietro su quasi tutti i temi del negoziato.
Questo articolo ha solo intento divulgativo per spiegare cosa sta succedendo ai metalmeccanici (buona parte di loro sono i famosi che "non riescono ad arrivare a fine mese") cosi' da capire il motivo delle manifestazioni. Tutte le altre categorie hanno ricevuto un aumento prossimo o superiore ai 100 euro.
Riccardo Strusani (Annuit_Coeptis)
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