L'ex-ministro delle finanze greco Varoufakis ha risposto oggi con un "messaggio" a Matteo Renzi, dopo che il nostro premier aveva parlato di lui come di un "ostacolo" dal quale ci siamo liberati (lett: "Se lo semo tolti...").
Messaggio al Signor Renzi
di Yanis Varoufakis
Il primo ministro italiano M. Renzi (
qui il suo discorso) si è rallegrato per essersi "liberato di me", citando la mia "rimozione" dalla scena come un segnale che gli "apostati" (ovvero coloro che dividono il proprio partito) alla fine vengono scacciati. Il suo è un inganno illusorio. Lo scorso luglio "loro" si sono liberati di qualcosa molto più importante di me. Ecco il mio messaggio al primo ministro italiano.
Il signor Renzi mi dipinge come un'apostata che ha abbandonato Syriza e che ora brancola nella foresta politica. A differenza di molti miei compagni, io sono rimasto fedele alla piattaforma di Syriza, che ci ha eletto il 25 gennaio come un partito unito che ha portato speranza per i greci e per i popoli europei. Speranza di che cosa? Speranza di mettere fine una volta per tutte alla spirale infinita dei prestiti di salvataggio, che condannavano la Grecia ad una depressione permanente e che preannunciavano politiche fallimentari per il resto dell'Europa.
Che cosa è successo? Messo in una situazione di estrema coercizione da parte dei leader europei, compreso il signor Renzi (che si è rifiutato di prendere seriamente in considerazione le proposte fatte dalla Grecia), nei giorni 12 e 13 luglio il mio primo ministro Alexis Tsipras è stato assoggettato ad una prepotenza inaccettabile, ad un aperto ricatto, a pressioni disumane.
Il signor Renzi ha avuto un ruolo primario nell'aiutare a spezzare la schiena di Alexis, ricorrendo alla tattica del "poliziotto buono" che diceva "se non ti pieghi loro ti distruggeranno, per favore digli di sì." [...]
Alexis ed io ci siamo separati perché non eravamo d'accordo sul fatto che "loro" stessero bluffando o meno, e se avessimo comunque il diritto morale e politico di accettare un altro accordo impossibile, consegnando di fatto le chiavi di ciò che resta della Grecia nelle mani di una troika impietosa. Questo è stato, e rimane, il motivo di disaccordo tra me e Alexis.
In seguito a questo disaccordo, Alexis ha imposto un'inversione a "U" alla politica di Syriza (accettando per la prima volta una ennesima estensione del prestito come "il minore dei mali"), e come conseguenza di ciò un settore consistente del partito ha deciso che non poteva seguirlo in quella direzione.
Non è stato solo il troncone di Unità Popolare a staccarsi. C'erano anche persone come Tasos Koronakis, il segretario del partito, io stesso, e molti, molti altri che non hanno mai condiviso il programma di Unità Popolare. Non siamo stati apostati, ma semplicemente compagni che non erano d'accordo nel trasformare Syriza in un nuovo PASOK, ed hanno rifiutato di entrare nelle fila di partiti di scissione, come Unità Popolare, ed hanno scelto di tenersi fuori da questa triste elezione parlamentare, che non è stata in grado di produrre un Parlamento capace di implementare un programma di riforme accettabile per la Grecia.
Torniamo ora al Signor Renzi.
Signor Renzi, ho un messaggio per lei: lei può festeggiare finché vuole il fatto che io non sia più ministro dell'economia, e che non sia nemmeno più in Parlamento. Ma lei non si è "liberato" di me. Politicamente io sono vivo e vegeto, come mi ricordano le persone quando passeggio per le strade della vostra bella nazione. No, ciò di cui lei si è liberato, prendendo parte al vergognoso golpe contro Alexis e la democrazia greca, lo scorso luglio, è stata la sua integrità di democratico europeo. E forse ha persino perduto la sua anima.
Fortunatamente tutto ciò non è irreversibile, ma lei deve fare seriamente ammenda. Non vedo l'ora di vederla ritornare tra le fila dei democratici europei.
Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net
[Grazie all'utente Virtus per la segnalazione].