Non credevate per caso di rilassarvi, cari Londinesi, dopo il brusco scossone di due settimane fa?
No no, spiacenti ma non si può.
Se no noi le bombe cosa le mettiamo a fare, scusate? Che ce ne facciamo dello spavento una tantum? Certo, altro sangue magari non serviva, però un bel contro-spavento, proprio quando credevi che fossa finita, non può farti che bene.
E così, una bombetta su un autobus, e tre in altrettante stazioni della metropolitana - tanto perchè non ti sfugga che "vogliamo farti ricordare cosa è successo" - e così adesso mi stai sulle corde almeno fino ai primi di settembre. Poi qualche santo - musulmano, possibilmente - provvederà.
L'errore che fanno quelli che mettono le bombe - o meglio, scusate, quelli a cui giovano le bombe: una volta era la stessa cosa, ... ... ma oggi di questo principio pare non ricordarsi più nessuno - è che, subito dopo le esplosioni, non resistono alla tentazione di imbeccare il pubblico nella giusta direzione. Ci era già cascato Blair il 7 di Luglio, spiegandoci per filo e per segno la filosofia "islamica" che stava dietro agli attentati, e lo ha rifatto ieri, parlando da Downing Street dopo che si era tenuto un "consiglio di emergenza", nel quale però "non è stato deciso niente" [?]
''We can't minimize incidents such as this,'' ha detto questa volta Blair ''They're done to scare people, to frighten them and make them worried.'' "Non possiamo minimizzare incidenti come questo. Sono fatti per spaventare la gente, e per tenerla preoccupata". Grazie, non ci eravamo arrivati.
Gli fa eco Bush, spiegandoci che i terroristi ''understand when they kill in cold blood it ends up on our TV screens and they're trying to shake our will. And they're trying to create vacuums in which their ideology can move'', "sanno che quando uccidono a sangue freddo vanno a finire in TV, e cercano di incrinare la nostra forza di volontà. Vogliono creare un vuoto nel quale la loro ideologia possa farsi strada."
D'accordissimo anche qui, non ci piove. Tutto sta a decidere di quale ideologia si stia parlando.
Massimo Mazzucco