[l'articolo originale è del luglio 2005]
di Flavio T.
Ho trovato la mia categoria. Finalmente! Dopo anni e anni vissuti in cerca di un'identità, tra gli sguardi diffidenti e frettolosi che si riservano ai prodotti non griffati, anch'io posso fregiarmi della mia brava etichetta, e non è un'etichetta qualsiasi.
Vedo già i primi effetti positivi, che mi riempiono d'orgoglio: ora le occhiate si moltiplicano, e sono piene di curiosità, a volte sfuggevoli, ma come se temessero un prezzo troppo alto per quello che si è disposti a spendere, altre volte sono addirittura piene di disprezzo e malcelata invidia, come quelle che ottengono solo certi prodotti di lusso, oh gioia!
Ho penato tanto, ma ora non mi posso davvero lamentare. Cospirazionista. La moda del momento, e io lo sono. Intendiamoci, nessun favoritismo, quello che sono me lo sono dovuto guadagnare, costruire giorno per giorno, senza il conforto ... ... di una qualsiasi ricerca di mercato. Ho resistito, e con quanto caparbio ardore, ad infinite lusinghe, ai consigli degli amici preoccupati da tanta invisibilità. "Dammi retta, prendi la tessera, siamo in grande crescita", "comunista, ti dico, ti andrebbe a pennello", "il prodotto è Dio, capisci, Dio! Ti rendi conto di che mercato stiamo parlando?"
Quante volte ho scosso la testa, tentato ma non convinto, provocando sospiri e sconforto tra chi mi vuole bene. Ma anche loro, adesso, hanno capito. Felici per me, non nascondono un pizzico d'invidia, un'ombra di rimpianto, vorrebbero forse avere anche loro la mia stessa etichetta. Sanno, loro per primi, che non sarebbe facile: lunghi giorni solitari immerso nei libri - quelli vietati, quelli scomodi, quelli noiosi - notti insonni perso nella rete, alla ricerca non di virtuali didietro ma di dietrologia virtuosa. Nulla di ciò che valeva per tutti poteva avere un senso per me, sono passato per pazzo, mia madre ha pianto, ma ora sono su tutti i giornali, si ricorre ad Eco per lanciare il prodotto: potreste immaginare una campagna più ridondante, un appeal più glamourous?
Sono il prodotto che squalifica tutti gli altri, sono una Ferrari sociale. Sullo scaffale tolgo luce agli altri, gli faccio ombra. Perché il cospirazionista ti fa scovare il grande verme nella Grande Mela, ti fa capire che è il pastore che smarrisce le pecorelle, e che la lana che ti vende non è né pura né vergine. È sempre lui che rivela l'inutilità del manganello, almeno finché ogni uomo ne porta uno nelle mutande, e come altrimenti scopriresti che un kamikaze con il timer non è che una spesa superflua, degno simbolo di questi tempi di sfrenato consumismo? Il kamikaze con il timer! Non sorprende che molte delle foto da Londra siano gli scatti dei telefoni con fotocamera incorporata.
Grazie a lui - a me! - alzerai nuovamente gli occhi al cielo senza fingere che i reticolati di scie siano fenomeni affatto fenomenali, e quando arriverà la sabbia del deserto saprai che non viaggia mai da sola. Saprai di avere un premier operaio per finta e un presidente muratore per davvero. E già tremano le banche, si allarma il capitale, si agitano i mercati. Tutto questo per me, solo per me.
Il cospirazionista. In un mondo di cospirazioni, la risposta che cercavi. Non puoi farne a meno, a meno di accontentarti di etichette demodé, prodotti superati e mai stati veramente necessari, ma il consumatore è fatto così, vuole vivere oltre le sue possibilità. Gli piace pensare di essere importante, di fare la sua parte, per questo non si accorge che cambia la confezione, ma alla fine il prodotto è sempre la solita matita monouso, appena sufficiente per una crocetta o un nome, che curiosamente però costa una fortuna, non finisci letteralmente mai di pagarla.
Con il cospirazionista questo lo capisci, e ti accorgi che il tuo vicino ha la stessa tua matita, eppure la tua etichetta sembrava più chic; lo guardavi, fino a ieri, dall'alto in basso, con la tua etichetta in bella vista. Ora lo sfuggi, come lui sfugge te, cercando entrambi di nascondere il segreto, di prolungare l'inganno. Ma è tardi ormai. Ti hanno fregato ed ora lo sai, anche se il commesso era tanto gentile, se il rappresentante ti aveva illustrato così bene i molti vantaggi e privilegi.
Il cospirazionista è qui per te, che sfiduciato guardi al futuro che sai non appartenerti più. Non temere, anche tu puoi diventarlo. Non ascoltare le voci isteriche che gridano al pericolo, lo sai, è solo propaganda, ti vogliono fregare di nuovo. Che diamine, anche una Lexus può essere pericolosa, ma come dice Joel Osteen, uno che di marketing se ne intende, te la sei meritata! Ti servirà solo un po' di pazienza all'inizio, ci devi prendere confidenza, ma alla fine, vedrai, ti riuscirà naturale. Vedrai finalmente mantenuta l'eterna falsa promessa di tutta la paccottiglia accumulata nella tua vita di consumatore, l'essere diverso, il distinguerti dalla massa.
Se hai un amico cospirazionista questo già lo sai, sai quanto rispettabile sia quell'etichetta. Non lo spii forse dagli scuri socchiusi mentre cammina per strada - la testa ben alta, lo sguardo assorto e serio - e quell'espressione un po' folle e un po' saggia non l'hai provata tante volte allo specchio, e sempre, sempre, senza successo?
Last but not least, il prezzo, imbattibile. Perché essere cospirazionista è gratis. Diffida di chi sostiene il contrario, ti vuole probabilmente rifilare una imitazione, inflazionare il mercato. Sii sospettoso in ogni occasione, è il primo passo, il resto vien da sé.
Dissolvenza incrociata, le due torri crollano, uomini incappucciati attorno ad un tavolo. Voce fuori campo: "Ho la mia bella etichetta. Un prezzo, invece, non l'avrò mai."
Flavio T. (Paxtibi)
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