di Giorgio Venzo
In data 2 febbraio 2007 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 311 del 29 dicembre 2006 (
[1]) che disciplina l'approvvigionamento energetico in tutto il comparto edilizio tramite l'obbligo, tra i vari contemplati, d'installare impianti che sfruttino fonti rinnovabili per provvedere una certa quota d'elettricità e calore. Leggiamo infatti:
"
12. Per tutte le categorie di edifici [...] nel caso di edifici pubblici e privati, è obbligatorio l'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica ed elettrica. In particolare, nel caso di edifici di nuova costruzione o in occasione di nuova installazione di impianti termici o di ristrutturazione di impianti termici esistenti, l'impianto di produzione di energia termica deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l'utilizzo delle predette fonti di energia. Tale limite è ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri storici.
13. [...] Nel caso di edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, o di ristrutturazione degli stessi conformemente all'articolo 3, comma 2, lettera a), è obbligatoria l'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica."
[2] (Grassetto aggiunto)
Tali fonti rinnovabili sono quelle definite come
non fossili, escludendo dunque il gas naturale, i derivati del petrolio ed il carbone (
[3]). Il provvedimento nasce sull'onda dell'esempio spagnolo ed è ispirato dalle preoccupazioni del Governo in merito all'attuale cambiamento climatico, ... ... oltre alla fretta di rientrare nei vincoli del Protocollo di Kyoto. Le dichiarazioni rilasciate nello stesso periodo dal Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ne sono misura:
"
La sfida del futuro è una riforma ecologista dell’economia. Se in tutte le sedi internazionali si registra una preoccupazione crescente sul cambiamento climatico (e Tony Blair e Gordon Brown non nascono certo come ecologisti), occorre passare dalla sensibilità alla priorità ambientalista. La sensibilità non basta più."
[4]
“
L’applicazione del Protocollo di Kyoto deve diventare una priorità legata al rilancio economico dell’Italia. La riduzione delle emissioni è indispensabile non solo per migliorare la qualità della vita dei cittadini e tutelare la salute pubblica, ma anche per l’economia italiana. La mancata riduzione delle emissioni, infatti, avrebbe un costo di tre miliardi di euro ogni anno per il nostro Paese.”
[5](Grassetto aggiunto)
Sembra dunque che la differenza tra
sensibilità e
priorità sia di fatto quella tra
scelta personale ed
imposizione, mentre la legge di cui sopra dovrebbe tagliare la testa al toro favorendo in sovrappiù il rilancio dell'economia nei settori collegati. Ma come verrà accolta dagli italiani? Si direbbe con gioia, almeno in teoria, stando al recente sondaggio d'aprile 2007 (
[6]) in cui la maggioranza degli stessi invoca azioni urgenti e decise da parte del Governo.
La legge è tuttavia ancora in bilico per quanto riguarda l'assegnazione d'una quota specifica di elettricità da provvedere tramite fotovoltaico: rimanda infatti a futuri decreti che l'imminente conferenza unificata Stato-Regioni dovrebbe partorire. Uno dei motivi di questa incertezza potrebbe essere la confusione che si trascina da mesi in materia: da una rapida scorsa su internet si ricava come per la quasi totalità delle pubblicazioni quel 50% di calore dovrà venire da solare termico che però nel D.Lgs. 311/2006 non è affatto specificato, mentre invece si è usato il più generico "impianti a fonti rinnovabili". Perchè? Perchè l'obbligo del solare termico compariva sì, ma nel decreto legislativo precedente ormai sostituito (
[7]). Come mai la voce è stata rimossa? Un'ipotesi più che plausibile è che l'onere d'installare due diversi tipi di pannelli avrebbe causato parecchie difficoltà: i tetti non sarebbero stati grandi abbastanza, soprattutto nei condomìni con decine di appartamenti.
Oltre a ciò, l'uso del fotovoltaico era già stato inserito di fretta nella Legge Finanziaria 2007, approvata proprio a dicembre 2006 pochi giorni prima del D.Lgs 311/2006:
"
[...] 1-bis. Nel regolamento di cui al comma 1, ai fini del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista l’installazione dei pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica per gli edifici di nuova costruzione, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 0,2 kW per ciascuna unità abitativa".
[8]
Tale quota è a dir poco assurda, se si pensa che 0,2 kW (200 W) non bastano nemmeno a un microonde (...e che il kW è una misura di potenza, non di energia!), ma ha avuto il pittoresco effetto di mettere nei guai ben tre soggetti contemporaneamente:
-
le amministrazioni locali, a cui spetta l'onere di modificare il regolamento edilizio inserendo quest'obbligo di fotovoltaico in quantità risibili, pena la negazione dei permessi ai costruttori;
-
i progettisti, obbligati ad usare questa soluzione anche dove non conviene sprecando tempo, soldi e diventando matti a capire quali comuni han già aggiornato il regolamento edilizio e quali no.
-
gli estensori ministeriali del D.Lgs 311/2006, che per non creare conflitti ha pensato di lasciare in bianco la quota da assegnare al fotovoltaico, demandando tutto a posteriori con ennesima perdita di tempo e denaro.
Risultato: in attesa di lumi l'obbligo sul fotovoltaico dell'ultimo decreto legislativo non si applica, mentre quello della Finanziaria 2007 sì... cioè:
dipende. In mezzo a tanta confusione, ci sono però alcuni aspetti di tali provvedimenti che meriterebbero attenzione poichè cardinali e convergenti nel nodo principale:
è giusto che lo Stato s'intrometta in tale ambito?
1- Il fotovoltaico è attualmente la soluzione rinnovabile più costosa tra quelle comuni per produrre elettricità in modo decentralizzato. Riassumendo i valori indicativi per kW nominale si ha:
[9]
Pannello fotovoltaico cristallino (90% del mercato mondiale): 7.000 €/kW.
Impianto microeolico: 4.000 €/kW.
Impianto microidroelettrico: 2.000 €/kW.
Impianto di micro-cogenerazione a gas naturale (il più diffuso): 1000 €/kW.
(Prezzi riferiti ad impianti da pochi kW di taglia. I valori calano all'aumentare della potenza totale installata, soprattutto se si superano le decine di kW. Un singolo appartamento storicamente dispone di 3 kW)
2- La previsione sui prezzi del fotovoltaico è di calo (- 40% entro il 2010) ed il mercato sta registrando un
boom di produzioni a livello internazionale (+ 40% annuo) concentrate soprattutto in Paesi asiatici gravati da minori costi e dunque disposti a vendere a meno (
[10] e
[11]); il settore produttivo nazionale si troverebbe in posizione d'inferiorità e rischierebbe di non poter competere coi primi nel comparto a maggior valore aggiunto e contenuto tecnologico, cioè la produzione delle celle, lasciando invece emergere nuovi soggetti in quello dei servizi quali ad esempio la consulenza e/o installazione. Inoltre l'aumento spinto ed immediato di domanda, laddove non bilanciato da maggiori economie di scala, potrebbe interferire sul calo dei prezzi previsto e provocare notevoli ritardi di consegna.
3- La serie di aiuti statali al fotovoltaico è giunta ormai all'ennesima edizione in pochi anni: il "Conto Energia 2007" (
[12]) prevede incentivi ventennali sommati a ulteriori premi di pari durata; a ciò s'aggiungano poi eventuali contributi locali su vari fronti. Simili regali sono però meno generosi di quanto si pensi: nonostante l'obbligo di acquisto ed installazione valga per tutti e le somme erogate a incentivo siano prelevate dall'intero monte dei contribuenti, il numero dei beneficiari è limitato da tetti precisi e graduatorie di presentazione delle domande nelle cui fila si trovano molti enti pubblici che spesso arrivano prima in virtù d'una preconoscenza dei fatti o della maggior capacità nell'attivare personale e organizzare procedure.
4- I dati sul clima ed il ruolo della CO2 utilizzati per calibrare i vincoli del Protocollo di Kyoto non dovrebbero essere presi per veri con tanta certezza: la "comunità scientifica" non è affatto unanime nel dichiararli attendibili (
[13]). L'impegno preso circa l'abbattimento delle emissioni di gas serra (rispetto ai livelli del 1990) è del -6,5% entro il 2012... ad oggi invece le nostre emissioni han superato quota +13% e non si capisce come il rispetto del protocollo possa assolversi senza rimedi da chirurgia militare con nuovi decreti e prelievi. Forse la
cura è più importante del paziente?
5- L'ingerenza statale in questo settore raggiunge livelli estremi: non solo s'impone l'uso delle fonti rinnovabili ma se ne indica addirittura una specifica: la più costosa. Le prestazioni del fotovoltaico poi non sono affatto tali da ritenere che in regime di libero mercato potrebbero elevarlo a soluzione universale o più adottata rispetto alle alternative (
[14]). Si crea perciò un mercato artificiale in cui i comparti antagonisti soffriranno la concorrenza blindata e super-incentivata: ad esempio la micro-cogenerazione, che da quasi 30 anni cerca invano di decollare (siamo ormai al III tentativo), puntualmente soffocata dalla burocrazia. Con quale logica l'amministrazione pubblica interviene così drasticamente sulle conseguenze d'una realtà che lei stessa ha provocato, lasciando però intatte le cause?
Giorgio Venzo (Abulafia)
°°°
[1] Decreto Legislativo n. 311 del 29 dicembre 2006, a integrazione del
Decreto Legislativo n. 192 del 19 agosto 2005, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'1 febbraio 2007.
[2] Allegato I (articolo 11), del D.Lgs n. 311 del 29 dicembre 2006.
Consultabile qui, pagg. 34 e 35.
[3] Come descritto nel D.Lgs n. 387 del 29 dicembre 2003 all'articolo 2, comma 1, lettera a).
Disponibile qui.
[4] Intervento del Ministro alla
Conferenza Nazionale per l'Energia Sostenibile dell'Unesco Italia - novembre 2006.
[5] Comunicato stampa del Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio - 10 luglio 2006.
[6] "
Indagine sulla percezione della problematica relativa al clima" a cura di Lorien Consulting per "La Nuova Ecologia", mensile di Legambiente. Fonte: "Centro Studi l'Uomo e l'Ambiente", newsletter Energia, anno 3 n. 27.
[7] Vedi D.Lgs. 192/2005,
Allegato I, comma 14.
[8] Legge Finanziaria 2007,
articolo 18, comma 350 (pag. 142).
[9] Dati ricavati dalle seguenti fonti:
fotovoltaico;
microeolico; microidroelettrico: dati A.P.E.R., 2007; micro-cogenerazione: inserto "Speciale cogenerazione" pubblicato sul trimestrale "Gestione Energia", n. 1/2007.
[10] "
Il prezzo dei pannelli fotovoltaici calerà del 40% nei prossimi 3 anni" - 11 giugno 2007.
[11] "
Sempre più alta la produzione di celle fotovoltaiche nel mondo" - 15 giugno 2007.
[12] Ministero dello Sviluppo Economico:
Decreto Conto Energia 2007 - 19 febbraio 2007. I pannelli fotovoltaici installati in forza del D.Lgs 311/2006 potranno giovarsi degli incentivi stabiliti dal Conto Energia 2007 fino al 31 dicembre 2010 (è possibile che lo siano anche oltre tale data, ma si attende ancora un pronunciamento in merito).
[13] Vedi il recente articolo in merito: "
L'IPCC ed il Pianeta impazzito".
[14] Anch'esse oggetto d'incentivi di vario tipo, provenienza ed entità, ma in misura minore del fotovoltaico.