(L'articolo originale è del Febbraio 2005 - vedi nota in coda)
C'era una volta un gruppo di persone potenti. Esse avevano tanti soldi, tantissimi soldi, quasi tutti i soldi del mondo, e naturalmente per questo motivo volevano comandare loro. Ma erano comunque troppi, ed erano costretti ad ammazzarsi l'uno con l'altro, pur di arrivare a gestire quel potere. Un giorno ad uno di loro - il più saggio di tutti - venne un'idea folgorante.
Scusate, fermiamoci un attimo - suggerì questo - Perchè invece di continuare ad ammazzarci per comandare, non facciamo un pò per uno?
E già! - lo schernì un altro - Come decideremo quando e a chi tocca, senza tornare a litigare come prima?
Lo lasceremo decidere al popolo - rispose il saggio illuminato - Ci divideremo in gruppi diversi, ben definiti, con una bandiera ed un nome diverso, ... ... e ciascuno farà appello a certe peculiarità ben precise della natura umana, che si riscontrano in tutti i popoli del mondo.
Ad esempio? - fu chiesto.
Ad esempio il senso del dovere - continuò il saggio - oppure la presunzione, oppure l'anelito di giustizia, oppure l'ingordigia, oppure il timor di dio, oppure ancora il senso di fratellanza. Ciascuno risponderà in maniera diversa ai vari appelli, e così si aggregheranno a loro volta da soli, convinti di farlo in piena libertà.
Ci piace - dissero tutti in coro - D'accordo, si faccia questa cosa.
Era nata la democrazia.
Alcuni di loro iniziarono così ad andare in piazza a gridare "Roma ladrona", altri lo fecero intonando "Viva Marx, viva Lenin, viva Mao-Tze-Tung", altri ancora sussurrando nei confessionali "il signore dio tuo vuole che tu non ti sbilanci troppo nè a destra nè a sinistra."
Inizialmente, le cose sembrarono funzionare: ognuno trovava i suoi adepti, affinava il suo messaggio per catturarne qualcuno in più, andava e veniva dal governo, e il tutto procedette come un orologio fino a qualche tempo fa. Ma un bel giorno, una decina di anni fa, uno di loro si accorse che un concorrente andava in piazza non più a gridare cose di sua competenza, ma quelle di competenza altrui.
"Mi rubano il programma", pianse allora il politico spennacchiato, che accusava il suo avversario di aver calpestato le regole. Non posso farci nulla, rispose l'altro sotto il baffo sornione. Sei tu che mi hai buttato giù il muro, e ora la mia propaganda non vale più una cicca.
Era nata la globalizzazione.
Andarono avanti così per qualche anno, a far finta in qualche modo di propagandare due cose diverse, ma ad ogni giro elettorale la gente restava sempre più confusa. Nel frattempo, era arrivato internet. I primi cybernauti si avventurarono cauti per quel mare infido, ma scoprirono presto che non era affatto infestato da pescecani come si diceva. C'era soprattutto gente come loro, confusa come loro, che non capiva più cosa volesse dire essere "di destra" o essere "di sinistra". Confrontarono le proprie idee, discussero animatamente, si accapigliarono a dovere, finchè un giorno mangiarono la foglia.
Era nata la rivoluzione.
Era una rivoluzione completamente pacifica, perchè non si uccidevano persone sgradite per rimpiazzarle con altre più gradite, si rimpiazzavano direttamente le idee che avevano permesso a quelle persone di farla franca per cosi tanti anni sulla pelle di tutti. Gli uomini infatti avevano scoperto che vogliono più o meno tutti le stesse cose - un lavoro che li soddisfi, una famiglia di cui circondarsi, salute, sicurezza e rispetto reciproco - e che ci sono a disposizione abbastanza risorse da poter godere tutti di ciò in maniera soddisfacente.
Basta che la fetta più grossa non se la prendano subito in partenza i signori di una volta.
Massimo Mazzucco
Come "Redazione", ho riproposto questo
vecchio articolo con un titolo diverso, per evitare di trascinarsi dietro tutti i commenti originali, e aprire una discussione "pulita" sull'argomento voto/non-voto.
Come "Mazzucco" (l'avente diritto ad un'opinione personale) chiedo in particolare a tutti quelli che sostengono che "non votare [= votare scheda bianca/nulla] non serve a niente", di cercare di argomentare al meglio la loro posizione.
E' ovvio infatti che qui non si parla di risolvere il problema entro giovedì mattina, ma di impostare un rapporto completamente diverso fra cittadino e "rappresentante" politico, per riuscire, nella migliore delle ipotesi, a togliere proprio quelle virgolette, e nella peggiore, se non altro, ad evitare di renderci complici di azioni governative dalle quali ci dissociamo fortemente, a livello etico e morale. Insisto (fino alla nausea per chi sul sito non è nuovo, e con lui me ne scuso), ma oggi anche votando il meno peggio si avalla con la propria firma un'azione a) chiaramentre illegale a livello internazionale, b) indisputabilmente anticostituzionale, e c) cinicamente criminale (non nascondiamoci dietro alle parole, perfavore, sappiamo tutti benissimo che di questo si tratta) come il massacro legalizzato di centinaia di migliaia di civili in Afghanistan e Iraq (e automaticamente Palestina). Questo, a tutt'oggi. Del diman non v'è certezza.