Tutte le volte che vedo in TV le immagini della chiusura di Wall Street mi viene da ridere, poichè riesco solo a vedere dei signori dall’aria seria e attempata che stanno in piedi dietro ad un cartellone luminoso ad applaudire dei numeri.
3.371: Bravo! Clap clap clap! 8.611: Ottimo! Clap clap clap! 4.441: Eccezionale, stupefacente, inimitabile!!! E tutti giù ad applaudire, come se davanti a loro si fosse esibita Maria Callas.
Numeri, soltanto numeri, nient’altro che numeri. Quelli sarebbero i numeri – ci dicono – che definiscono la nostra “ricchezza”. Se hai i numeri dalla tua parte sei ricco, se non li hai sei povero. Ma sono numeri, non sono soldi (già i soldi sono solo carta straccia, ma con quelli almeno il pane lo compri).
Ieri il gigante assicurativo AIG, che rischiava la bancarotta, è stato salvato dalla Federal Reserve, che interverrà con un prestito di 80 miliardi di dollari. Come raccoglierà questi soldi la Fed? Metterà in vendita dei Buoni del Tesoro. Ovvero, stamperà carta con su scritti altri numeri. Come garanzia, il governo americano diventerà proprietario dell’80% di AIG. Ovvero, diventerà proprietario di una serie di numeri.
Se infatti AIG fallirà, il governo americano potrà rivalersi sull’80% di nulla, visto che “il valore” delle società quotate in borsa è dato dai “numeri” di quella borsa. Se quei numeri vanno a zero il valore, semplicemente, “non c’è più”. Come nelle favole, basta un tocco di bacchetta magica ... ... e le cose non esistono più.
Ieri eri “ricco”, e oggi sei “povero”, senza che nel mondo fisico – quello reale, tangibile, in cui viviamo – sia cambiato assolutamente nulla.
L’altro ieri – ci dice la CNN – “la borsa americana ha perso 700 miliardi di dollari”. Ohibò! E dove sono finiti tutti quei soldi? Chi li ha presi? Nessuno, a quanto pare. “La borsa li ha persi”, ma nessuno li ha trovati. Questo vuol dire, a casa mia, che quei soldi non esistevano in primo luogo. Erano solo dei numeri. Se fossero esistiti davvero oggi sarebbero da qualche parte, no? Invece la borsa americana li ha persi, ma nessuno si è arricchito. Nonostante questo, la cosa dovrebbe essere presa seriamente.
Aspetto sereno l’assalto degli “espertoni” di economia, che faranno a gara per dimostrare la mia ignoranza, ma nel frattempo sarei anche grato a chiunque avesse anche l’umiltà e l’intelligenza per spiegarmi perchè mai dovrei considerare dei numeri alla pari di un bene reale.
Solo perchè “l’ha detto Wall Street”?
Massimo Mazzucco