Superata l’adolescenza, Internet sta entrando nell’età adulta, e può essere utile fare il punto della situazione per affrontare meglio i prossimi anni, che si preannunciano cruciali per la sopravvivenza della libertà di pensiero.
Facciamo un breve passo indietro, e cerchiamo di mettere in prospettiva quanto accaduto fino ad oggi.
Internet esisteva già sul finire degli anni ’90, ma è indubbio che la sua “valenza mediatica” abbia iniziato a farsi apprezzare solo dopo gli attentati dell’11 settembre.
Tali attentati infatti rappresentano un caso estremo di bugia mediatica, e curiosamente Internet ha trovato la sua forza, e la sua identità, proprio nel cercare di combatterla.
Non ha importanza ora stabilire se la battaglia sia stata “vinta” o “persa” – questo dipende dal punto di vista personale, e il bicchiere può sempre apparire mezzo pieno o mezzo vuoto - l’importante è che la battaglia ci sia stata, e che da oggi le informazioni per decidere da che parte stia la verità siano a disposizione di chiunque voglia cercarla.
Per la prima volta nella storia dell’umanità l’individuo può risalire alla verità – alla “sua” verità, se non altro - senza bisogno di alcun intermediario, valutando in prima persona gli elementi a disposizione.
Per rendersi conto della differenza abissale che ha introdotto Internet, ... ... bisognerebbe sforzarsi di “cancellare” dal nostro cervello tutto quello che abbiamo appreso in questi ultimi anni tramite la rete. Senza Internet la maggior parte di noi penserebbe che Thierry Meyssan è un campione di sci, che il PNAC è un partito politico argentino, e che “Operazione Northwoods“ è un film di guerra con Humphrey Bogart.
Senza Internet la maggior parte di noi non saprebbe che esistono cure alternative per il cancro, che i palestinesi di Gaza vivono peggio delle galline allevate in scatole di cartone, o che il nonno di Bush aiutò Hitler a salire al potere.
Solo i lettori “colti”, o “impegnati”, saprebbero queste cose - da libri altrettanto colti e impegnati - ma non avendo modo di comunicarsele fra loro, sarebbero assolutamente innocui. Mentre il resto della popolazione sarebbe un'unica, enorme ameba, assolutamente incapace di rendersi conto della realtà che la circonda.
E’ vero infatti che “l’informazione è potere”, ma non sempre: lo è nel caso venga nascosta da chi la possiede, oppure lo è nel caso in cui venga condivisa, sul fronte opposto, da un numero di persone grande abbastanza da creare un movimento di qualunque tipo.
L’informazione di per sè non ha valore, lo assume solo in ragione dei numeri che la condividono, ovvero della sua diffusione.
Qui non si tratta di essere “ottimisti” o “pessimisti”, ma di guardare in faccia le cose come stanno:
1) il numero di utenti della rete aumenta nel mondo secondo un curva costante.
2) Tale dinamica ormai è irreversibile. Lo appariva già qualche anno fa, ma ora è assolutamente impensabile che si possa fare a meno di questo mezzo di comunicazione: il commercio mondiale crollerebbe nell’arco di venti minuti.
3) Si può al massimo pensare di combattere certi siti scomodi, ma ormai sono talmente tanti che il compito è decisamente improbo: anche se ti chiudono un sito, bastano un filo del telefono e 100 dollari sulla carta di credito per riaprirlo, identico, su un server che sta dall’altro capo del mondo.
Oppure basta un sito amico che nel frattempo pubblica quello che ti hanno cercato di sopprimere.
Rendiamoci conto di quello che abbiamo, e prepariamoci a difenderlo con le unghie e coi denti, perchè è l’unica vera possibilità di crescita e di “liberazione” da parte dell’umanità.
Massimo Mazzucco
E' necessario essere iscritti e loggati per postare commenti.