Una delle domande che tornano più di frequente, da parte di chi si avvicina per la prima volta alla questione 11 settembre, è "ma come è stato possibile, con le centinaia di persone che devono essere state per forza coinvolte, magari anche involontariamente, nel coprire la verità, che nemmeno uno salti fuori a dire quello che sa?"
Una risposta possibile noi l'abbiamo già suggerita molte volte, ed molto semplice: a parte i mille casi diversi, ciascuno con motivazioni diverse, che siano dieci o diecimila, la voglia di parlare la si fa passare a tutti, uno per uno.
Quello che segue è un episodio significativo, di cui posso testimoniare in prima persona. Un paio di mesi fa, nel corso delle ricerche sul film, mi sono imbattuto in una pagina che nessun ricercatore sull'11 settembre aveva mai scoperto prima, e che io ritengo di grande importanza. Non ne ho ancora parlato qui sul sito ... ... perchè comparirà direttamente nella nuova sezione 11 settembre, ora via di ristrutturazione, ma cito l'episodio a proposito dell'argomento di cui sopra.
La donna che ha scattato questa immagine (che compare anche nel film "Inganno Globale") di professione fa la "termografa". In un lungo articolo pubblicato in rete, racconta la sua particolare giornata dell'11 settembre, e di come venne a scattare questa foto, dalla quale si deduce che alle 9.18, un quarto d'ora dopo l'impatto di UA175, nessun punto della Torre Sud superasse i 100°. Nel qual caso la già invalidata teoria delle strutture che "si ammorbidiscono per il calore degli incendi" va a farsi benedire definitivamente.
Per verificare la validità di questo punto, sono risalito al numero telefonico della fotografa, e l'ho chiamata personalmente, un pomeriggio di qualche settimana fa. Quella che segue è la trascrizione fatta a caldo, andando a memoria, della conversazione appena avvenuta. Avrò sbagliato si e no un paio di battute al massimo, da tanto mi si è impressa nel cervello passaggio dopo passaggio. [A Los Angeles erano le 14 circa, mentre nel New Jersey, dove lei lavora, le 17. E' l'ora in cui quasi tutti gli impiegati americani "9 to 5" staccano e tornano a casa].
- Buongiorno Carol, lei non mi conosce. Mi chiamo Massimo Mazzucco, faccio il regista, e la chiamo da Los Angeles. So che da lei sono quasi le cinque, avrebbe ancora un momento perfavore?
- Si certo, mi dica.
- Dunque, gliela faccio breve. Ultimamente sto facendo una ricerca sul 9/11, e mi sono imbattuto nel suo articolo sulla giornata a Ground Zero, che fra l'altro ho trovato molto interessante, e molto toccante.
- Ah, grazie.
- Volevo chiederle questo: a proposito della termografia a colori, quella della Torre Sud, che compare nell'articolo, lei si rende conto.. lei sa l'importanza che quell'immagine può avere all'interno del dibattito sull'11 settembre?
Silenzio, come di chi non capisce di cosa si stia parlando.
- Nel senso… lei lo sa che c'è tutto un movimento che non crede alla versione ufficiale dei fatti… Anche Charlie Sheen ultimamente è uscito con delle dichiarazioni in quel senso alla CNN …
- Charlie Sheen, il figlio di Martin Sheen?
- Si, ma lui è solo la punta dell'iceberg, è il personaggio più visibile. Ormai c'è moltissima gente che sostiene che le Torri non siano crollate da sole, ma che siano state demolite con esplosivo, e che nel Pentagono non ci sia finito un Boeing, ma un altro tipo di aereo.….
- Ah, si. Qualcosa ho sentito…
- Ecco, mi domandavo appunto se la sua termografia potesse avere un valore…. In altre parole, mi sembra di capire, dalla scala termica che c'è sulla sinistra dell'immagine, che non risulti nella Torre nessuna zona che supera i 100° C…
- Ah guardi, quell'immagine in realtà non vuole dire granchè. Quando uscì il mio articolo, un paio di anni fa, attrasse una certa attenzione, ma quando vennero quelli del NIST stabilimmo che non c'è modo di determinare la temperatura effettiva da quell'immagine.
(Che strano, ho pensato, prima non sa niente della "conspiracy theory", ora mi dice che è stata addirittura contattata dal NIST per la sua termografia. Chissà di cosa avranno parlato in quell'occasione?)
- Ma, mi scusi, la scala non indica chiaramente che il colore rosso è fino a cento gradi, mentre da cento in su diventa giallo…
Ho sentito in lei una nota di evasività, come se volesse sbarazzarsi della questione al più presto.
- Si, certo, ma... quella scala in realtà non vuole dire niente, lei può settarne l'ampiezza come vuole (You can set the range as you like), e di colpo cambia tutto.
- Aah, capisco! Equivale più o meno alla sensibilità della pellicola, allora? Sa, anch'io sono fotografo, anche se non ho nessuna esperienza con l'infarosso...
- Guardi, le ripeto, quella foto è stata fatta per caso, e poi è presa da molto lontano… C'era in giro una grande agitazione, e poi ci sono di mezzo tanti di quei disturbi di tipo elettromagnetico, non ha davvero nessun valore …
- Ah, capisco. Mi creda, capisco benissimo la sua posizione. D'altronde, non dev'essere facile….
- Esatto! ("Right", con risatina nervosa) .
- Io volevo solo accertarmi che la foto fosse originale, e che i colori sono quelli che si vedono, poi ognuno potrà trarre le sue conclusioni.
- Ah quello sì, i colori sono quelli che sono, questo è sicuro. (Oh yeah the colors are what they are, that's for sure).
- Allora grazie e mille, Carol, non la disturberò più, e grazie per il suo tempo.
- Grazie a lei, buonasera.
°°°
Uno per uno, dicevo. Che si sia in cento o in centomila, la paura di ciascuno è uguale per tutti.
Massimo Mazzucco