LA PARANOIA PROGRAMMATA

di Enrico Voccia

Davanti alle immagini di Londra mi è tornata di colpo in mente una pagina di Repubblica, di circa un mese fa, che avevo conservato. Se già mi aveva inquietato allora, per certe "premonizioni" fin troppo trasparenti, oggi sembra quasi di leggere una sceneggiatura all'incontrario. La pagina è di venerdi 10 giugno, e riporto l'articolo - o almeno quello che sembrava tale - nella sua integralità, ... .. comprese alcune evidenti sgrammaticature. Si trattava, a guardar meglio, di uno spazio a pagamento, che appariva in tutto e per tutto come un normalissimo articolo.

“Avviso a pagamento

A quanta libertà
siete disposti a rinunciare
per risparmiarvi
un’altra Madrid?

È un compromesso sempre molto difficile. D’altro canto, le libertà di cui godiamo ogni giorno sono fondamentali per il nostro essere europei. Ma cosa accadrebbe se proprio quelle libertà, come il diritto di esprimere opinioni contrarie, per esempio, fossero usate come armi contro di noi?

In alcune città europee, i mullah fondamentalisti predicano apertamente la violenza, reclutando “martin” per attacchi suicidi. Tutttavia, legalmente, le autorita possono fare ben poco per fermarli.(1)

Un anno prima degli attacchi di Madrid, per esempio, la Spagna ha ricevuto un allarme sui sospetti esecutori da parte dei servizi segreti di un altro paese.(2) Tuttavia quando la polizia ha effettuato un sopralluogo nelle abitazioni dei sospetti, non ha trovato armi o esplosivi, ma solo opuscoli sovversivi e video di al-Qaeda. II materiale non era illegale e quindi non era possibile procedere ad arresti. L’11 marzo 2004, siamo stati testimoni delle fatali conseguenze.

È una storia triste, ma con qualche aspetto positivo, per esempio ii fatto che i servizi segreti vicini condividevano le informazioni sui terroristi. Dai fatti di Madrid, e specialmente con il coinvolgimento dell’Unione Europea, il terrorismo è stato trattato sempre più in questo modo, come un problema di comune interesse.(3)

È solo agendo insieme, prendendo le adeguate misure legislative e di esecuzione che possiamo vincere il terrorismo. Vincere, senza rinunciare a quei valori a cui piu teniamo... come cittadini d’Europa.

ESAG FOUNDATION
www.esag.info

Non c’è futuro nel terrorismo.

1. Magdi Allan, “Islam, la svolta olandese: leggi speciali anti-terrorismo”, Corriere della Sera, 27 Dicembre 2004.
2. Anastasia Doukaki, “Fighting terrorism: a delicate balancing act”, Babel International, www.cafebabel.com, 31 maggio, 2004.
3 www.europa.eu.int oppure Andrea Carli, “Parola d’ordine: cooperazione”, City_news M@g,”

C’è poco da dire: si tratta della richiesta esplicita di un Patrioct Act europeo, dell’instaurazione di uno stato di polizia “antiterrorismo”! Ho visitato il sito, ed eccp, tradotta dalla versione francese, qualche chicca commentata.

“CHI SIAMO? Un gruppo formato dopo l’11 settembre, in base alla convinzione che il terrorismo è una minaccia crescente e costante. (…) [Il gruppo è] concentrato sull’Europa perché questo continente lamenta più di un terzo degli attentati perpetrati nell’ultimo decennio. Si compone dei diversi talenti di un gruppo costituito da professionisti europei della comunicazione ed accademici diretto da un Comitato Consultivo Pubblico emanante da sei paesi europei. (…) IL NOSTRO COMITATO CONSULTIVO. Il Consiglio d’Amministrazione attuale rappresenta sei paesi differenti, ciascuno dei suoi membri coprendo un percorso professionale od accademico distinto. (…) le compagnie assicurative sono restie a garantire la protezione degli individui o delle istituzioni che finanziano o s’impegnano in prima persona nella lotta contro il terrorismo. Di conseguenza, la Fondazione ESAG non rivela il nome delle persone o delle organizzazioni che dedicano il loro tempo e le loro risorse finanziarie a questa causa.”

In altri termini, un’ORGANIZZAZIONE SEGRETA, in quanto tale espressamente vietata dalla Costituzione della Repubblica Italiana, estremamente simile alla P2, anche, come vedrete, in molte delle finalità.

“COSA TENTIAMO DI FARE. Allertare l’opinione pubblica sulla disastrosa minaccia che il terrorismo fa pesare sulla pace nel mondo. Suscitare una presa di coscienza sull’impatto negativo del terrorismo in ogni sua forma. Mobilitare l’opinione pubblica per contrastare le menzogne e le illusorie promesse dei terroristi. (…)

LE “ARMI” CHE UTILIZZIAMO. Messaggi su giornali, riviste e TV Utilizzazione di fatti ed esempi per dimostrare che il terrorismo non è la affatto soluzione di cui avvalersi per i bisogni delle nostre società. Sforzo sostenuto volto a cambiare i comportamenti e le attitudini.”

In apparenza, niente di particolare. Ma l’ultimo punto ci colpisce: quali comportamenti ed attitudini si vogliono cambiare? Diamo un’occhiata più approfondita al sito.

“COSA POTETE FARE. Esprimete le vostre opinioni ai rappresentanti politici ed ai direttori responsabili delle testate giornalistiche. Messaggi diretti di sostegno indirizzati alle figure chiave governative responsabili della lotta antiterrorismo. Fatevi volontari per lavorare coi gruppi locali coinvolti. Restate in guardia e segnalate le attività sospette. Riflettete bene prima di dare il vostro contributo finanziario a delle organizzazioni che raccolgono fondi forse destinati a terroristi. (…)

REAZIONI. CHE POSSO FARE? 1. Informatevi bene sulla minaccia reale alla quale l’Europa è esposta. Leggete, ascoltate, osservate le discussioni pubbliche, partecipate a conversazioni con esperti, con la vostra famiglia, con i vostri amici. (…) 2. Non effettuate donazioni ad organizzazioni “caritatevoli” ambigue. 3. Non reagite eccessivamente. Non più del 3% di un gruppo etnico, locale o straniero, è costituito da militanti. Il 97% cercano di vivete in pace. Evitate di stigmatizzarli. 4. Procuratevi le occasioni per saperne più sui vostri vicini stranieri. 5. Sostenete le iniziative importanti del vostro governo per impostare un azione di lotta contro il terrorismo che rispetti la pace e la libertà di ciascuno. Se pensate che certe questioni chiave non sono trattate con sufficiente cura, fatelo presente: ai giornali, ai rappresentanti politici o a chiunque sia influente politicamente. 6. Restate in guardia, ma ricordate che l’apparenza esteriore non basta a fare la differenza tra il bene ed il male. 7. Quando sentite dire che non v’è una minaccia terroristica immediata per il vostro paese, ricordatevi che i terroristi non annunciano i loro progetti”.

Insomma, fate di tutto per mettere in piedi uno stato di polizia e, prima durante e dopo, diventate i poliziotti del vostro vicino, tenetelo sotto controllo in ogni suo movimento, anche se l’apparenza esteriore è quella di una bravissima persona. Una pagina intera del sito è dedicata, infatti, al panegirico del mandato di cattura europeo, quanto di più simile in Europa abbiamo al Patrict Act statunitense.

Da notare anche il tentativo di mandare in paranoia le persone, insito nel punto 3. Prima la malafede di dire “non più del 3%” - che può essere anche lo 0,0000000000003% - degli stranieri (chissà poi perché solo loro) sono dei terroristi “militanti”, poi dire immediatamente dopo “il 97%” non lo sono (non “almeno il 97%” non lo sono!). Meno male che bisogna “evitare di stigmatizzarli”! Dunque, chi legge, ha l’impressione che il 3% degli stranieri siano terroristi militanti!

Traduciamo questi numeri. In Italia vi sono circa 2.000.000 di stranieri, il 3% fa 60.000 (SESSANTAMILA!) individui dediti IN PERMANENZA (questo significa il termine “militante”) all’attività terroristica. Giusto per fare un confronto, il “gruppo di fuoco” delle Brigate Rosse negli anni del sequestro Moro era composto da meno di 20 (VENTI!) unità… Per fare un altro confronto, io, la domenica mattina, passando per la stazione centrale di Napoli, facendo un rapido conto, dovrei incontrare in media tra i cinquanta e sessanta terroristi militanti! Non ho mai letto niente di più pericolosamente razzista nella mia vita, nascosto dietro una fraseologia apparentemente “tollerante”. Ma tutto il sito, come i loro “avvisi a pagamento”, sono imbevuti di questo meccanismo ideologico, che non mi pare affatto casuale.

L’ESAG, tali “avvisi a pagamento” su quotidiani, riviste e televisioni li pubblica in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera e Turchia. Un calcolo approssimativo fatto sulla base di alcune richieste telefoniche fatte a quotidiani, riviste e televisioni, vede, a tenersi bassi, una spesa dell’ordine di ALCUNI MILIONI DI EURO. Chi diamine sono i signori di questa - lo ripetiamo - ORGANIZZAZIONE SEGRETA, e da dove tirano fuori tutti questi soldi?

Infine, in tutti questi paesi, l’ESAG ha promosso un sondaggio (realizzato presso l’Istituto parigino TNS/Sofres), rinnovato regolarmente, per “comprendere gli atteggiamenti e l’interesse del pubblico nei confronti del terrorismo mondiale”. I risultati sono pubblicati sul sito, qui basta vedere le domande.

“Il terrorismo rappresenta un grave problema a livello mondiale? Il terrorismo rappresenta una grave minaccia per il tuo paese? Il terrorismo ha un’influenza diretta sulle persone con cui sono a contatto? Il terrorismo ha un’influenza sul mio benessere personale? Il terrorismo può influenzare la politica del mio governo? Discuto regolarmente di queste questioni con le persone con cui sono a contatto? Vorrei poter entrare in contatto coi membri del mio governo inviandogli una lettera normale od elettronica? I governi europei sono sufficientemente impegnati nella lotta contro il terrorismo? La lotta contro il terrorismo deve essere una delle priorità maggiori del mio governo negli anni a venire? La lotta contro il terrorismo ha un impatto negativo sui miei diritti individuali? La lotta contro il terrorismo utilizza denaro che sarebbe meglio impiegato in altri scopi come per esempio l’insegnamento?”

Sono riuscito a scaricare tutti i sondaggi, salvo quello portoghese. La “scientificità” del lavoro è pressoché pari a zero: non voglio essere cattivo, ma quando incontro su 99 blocchi di risposte 16 “non lo so” con il valore 0 (ZERO)%, mi viene in mente mia nonna ed il suo “pensar male è brutto, ma c’azzecchi quasi sempre”. Credo, insomma, che si tratti di uno pseudosondaggio, volto solo, da un lato, ad instillare paranoia razzistica ed autoritaria nelle persone, dall’altro (si vedano le ultime due domande), a controllare fin dove i governi si possono spingere nelle loro politiche di controllo “antiterroristiche”.

Qui sta il punto dell’intera faccenda: anche ammettendo la massima buona fede di quest’organizzazione segreta, chi volesse imporre – per scopi di puro potere – una svolta autoritaria, potrebbe tranquillamente utilizzare il lavoro dell’ESAG per organizzare una Strage di Stato al momento opportuno. Ciò, ripeto, ammettendo e non concedendo la buona fede di un’organizzazione segreta, i cui membri e finanziatori nessuno conosce. Mia nonna, invece, so cosa direbbe.

Enrico Voccia (Shevek)