I recenti incendi che hanno devastato la California del Sud hanno ricordato al mondo di cosa sia capace l’America, quando non si ritrovi presa in ostaggio da una banda di ladri e criminali come quella che ha gestito l’emergenza dell’uragano Katrina, due anni fa.
Oltre un milione di persone sfollate, albergate, nutrite e assistite in modo più che decente nell’arco di pochissimi giorni, senza praticamente una vittima, con un ottimo coordinamento fra le diverse agenzie di soccorso, e con un profondo senso di solidarietà che trasudava da ogni immagine, da ogni intervista, da ogni resoconto, hanno fatto da drammatico contraltare al disastro umano, politico e sociale rappresentato dalle conseguenze – che perdurano tutt’oggi – dell’uragano che devastò la Louisiana nell’estate del 2005.
Persino gli animali domestici – circa 400.000 fra criceti, cavalli, tartarughe, gatti e cani di ogni tipo – hanno avuto la possibilità di seguire ordinatamente i loro padroni, ... ... nell’esodo che ha lasciato molti di loro senza una casa a cui ritornare.
Ma proprio per i casi più drammatici, che sono moltissimi, “governator” Schwartznegger ha fatto sentire tutto il peso dei suoi muscoli, e ha immediatamente ottenuto dal governo federale le grosse somme di denaro necessarie a fronteggiare sia le emergenze che la ricostruzione.
L’unica polemica che c’è stata riguardava il presunto ritardo con cui sarebbero stati chiamati gli elicotteri e gli aerei anti-incendio dei Marines, che soltanto al terzo giorno si sono affiancati alle forze locali nel combattere le fiamme che avanzavano su tutti i fronti. Ma è stato chiarito in seguito che non si trattava affatto di un ritardo, bensì di una saggia precauzione, poichè Marines e aviazione locale non sembrano essere attrezzati per comunicare sulle stesse frequenze radio, ed era quindi necessario stabilire prima delle procedure comuni, con un centro operativo in grado di coordinarli senza rischiare incidenti in volo.
Il vento del deserto, inoltre, nei primi due giorni ha soffiato con tale intensità che qualunque intervento supplementare sarebbe risultato del tutto inutile.
Ma il vero nemico, come ormai abbiamo imparato, non è la forza della natura, bensi l’uomo. Quando dietro a un disastro come Katrina si muovono interessi economici colossali, ecco che di colpo nessuno prepara l’evacuazione degli abitanti (nonostante il crollo delle dighe di contenimento fosse stato previsto), ecco che ai medici accorsi da ogni luogo viene impedito di operare sul territorio, ecco che le stesse risorse di emergenza che affluiscono dagli altri stati vengono rallentate, bloccate, deviate, o addirittura distrutte con scuse inaccettabili, pur di aumentare al massimo i contorni della tragedia, e quindi il conseguente guadagno nella successiva ricostruzione.
E se mai si volesse collocare un ideale punto di svolta, nel quale gli americani hanno definitivamente perso fiducia in una amministrazione particolarmente deludente come quella attuale, non è stata certo la debacle irachena a risvegliarli, ma la cruda realtà di Katrina, vissuta sotto i propri occhi minuto per minuto.
Ci sono chiaramente due Americhe, quella dei neocons e quella degli americani. E per quanto la seconda sia piena di difetti, sia giovane e irruenta, incolta e presuntuosa, è comunque un’America profondamente sana, che vuole crescere in buona fede, e che vuole trovare la propria strada per un giusto equilibrio sia all’interno della nazione che con il resto del mondo.
La prima invece è un’America che esiste solo nelle fantasie malate di poche persone particolarmente potenti, ma che nonostante tutto non può continuare a remare all’infinito in senso opposto a quello della storia.
Almeno, lo si spera.
Massimo Mazzucco