La farfalla era posata sul naso di Rosario Gomez, che stava dormicchiando beato sulla sua amaca, in una capanna della foresta equatoriale. Gomez vive in Brasile, e lavora per una ditta di Houston che importa legname dal Sudamerica. Nel prendere improvvisamente il volo la farfalla risveglia Gomez, il quale si rende conto di essere in ritardo per qualche cosa. Gomez salta giù dall'amaca, esce di corsa dalla stanza e si attacca ad un telefono che sta inchiodato direttamente ad un albero appena fuori dalla porta. Gomez così fa appena in tempo a chiudere una trattativa con i raccoglitori locali, prima che il loro capo ripartisse per San Paolo. Felice di aver concluso la trattativa a prezzi molto vantaggiosi, Gomez ordina di far caricare al più presto una nave con il legname, ... ... e poi la fa partire alla volta del Texas. Dopodichè avvisa Houston, dicendo "il nuovo carico sarà lì entro dieci giorni al massimo". Gomez, che lavora a percentuale, è ovviamente molto felice.
Il mattino dopo il direttore della ditta di Houston riceve il messaggio di Gomez, ma invece di rallegrarsi diventa di colpo preoccupato: i magazzini sono strapieni, il legname non si vende (la costruzione delle case va a rilento in tutti gli stati del Sud), e il nuovo carico rischia addirittura di non trovare posto per essere scaricato, una volta arrivato in porto.
Il direttore ci rimugina un pò su, e arriva alla conclusione che "così non si può andare avanti". Decide allora di fare una telefonata a Washington, ad un amico molto importante. Durante la conversazione viene fuori che ci vorrà molto tempo prima che il mercato delle costruzioni riparta a dovere, e i due si trovano a concordare sul fatto che solo un evento catastrofico e catalizzatore, come una nuova Pearl Harbour, potrebbe dare un improvviso rilancio a quel settore caduto da tempo in disgrazia.
L'amico di Washington gli dice di non preoccuparsi, e fa a sua volta una telefonatina in Alaska.
Una settimana dopo una delle tante formazioni di nubi che si aggirano sui Caraibi diventa una piccolo temporale locale, che comincia a viaggiare verso ovest, ingrossandosi in maniera impressionante con il passare delle ore. Già su Haiti fa notevoli disastri, ma quando si avvicina al continente americano è diventato un vero e proprio uragano forza sette, che purtroppo si dirige con precisione allarmante proprio sulla città di New Orleans.
Una volta a terra, l'uragano scarica in poche ore milioni di tonnellate di acqua, che vanno a ingrossare il Mississippi fino a far crollare le dighe di contenimento, che erano purtroppo in pessimo stato di manutenzione. Interi quartieri della città vecchia vengono letteralmente sepolti dalla valanga d'acqua, e quando questa si sarà ritirata non resteranno che cadaveri e distruzione.
I proprietari delle case distrutte sono quasi tutti morti, e i pochi scampati al disastro sono stati "evacuati" talmente lontano - alcuni addirittura sulla West Coast - che prima di riuscire a rientrare fanno in tempo a perdere tutte le loro proprietà, per non aver pagato in tempo le rate del mutuo bancario.
Nel frattempo tutte queste proprietà sono state acquistate da una grossa società, della quale per molti anni è stato presidente lo stesso personaggio che l'uomo di Houston ha chiamato a Washington. Riparte così in maniera massiccia l'industria della costruzione, il legname triplica in pochi mesi il suo costo, e tutti i personaggi della vicenda si arricchiscono in maniera scandalosa sulla pelle della povera gente.
Ecco come il battito di ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano.
Massimo Mazzucco
VEDI ANCHE:
Il segno profondo di Katrina Il nuovo "Zar" della Louisiana La Nuova Orleans: Microcosmo della Nuova America
E' necessario essere iscritti e loggati per postare commenti.