Di quanto sia complesso e delicato il nostro organismo, noi ci accorgiamo solo quando funziona male. Stesi sul divano boccheggianti, lo sguardo fisso sul lampadario finto '800, subiamo impotenti il feroce mal di testa da "pranzo di Natale", e ci domandiamo perchè mai lo stomaco, per digerire insieme carbonara, vitel tonnèe e tiramisù della nonna, abbia bisogno di tutto quel sangue in più, con conseguente arresto di ogni altra attività non essenziale.
La grandiosità del nostro organismo, infatti, non è solo quella di sapersi accorgere di una eventuale anomalia, ma di saper anche mettere in atto le misure necessarie per riportare il sistema in equilibrio. "No caro", ti dice il tuo corpo attraverso il mal di testa, "tu adesso noi ti muovi di lì, ... ... finchè io non ho finito di macinare tutta quella porcheria che mi hai mandato giù."
Ci sono però altri casi, in cui le conseguenze del danno che ci stiamo facendo non sono immediate. Che "fumare fa male", ad esempio, lo sappiamo tutti, ma visto che non ti obbliga a passare mezz'ora boccheggiante sul divano, subito dopo ogni sigaretta, noi ce ne fottiamo allegramente, e facciamo finta che il problema non ci riguardi.
Quindi: sistema autoregolante, problemi a breve termine (di solito) risolti, problema a lungo termine (spesso) ignorati, con conseguente rischio di autodistruzione.
La Terra funziona nello stesso identico modo. Anch'essa riaggiusta in continuazione le sue funzioni vitali, a seconda delle mille variazioni interne al suo meccanismo, tornando così a suggerire un curioso rapporto fra micro e macro, fra uomo e natura, all'interno del nostro sistema di sopravvivenza.
Anche qui però, purtroppo, il nostro atteggiamento verso il danno è identico. Finchè la collinetta dietro casa rischia di franarci addosso, ci preoccupiamo regolarmente di puntellarla, e la teniamo sempre sotto controllo.
Ma se si tratta di mali lontani nel tempo, come "l'inquinamento della falda acquifera", "il rallentamento della Corrente del Golfo", o qualunque altra parola astrusa che senti di solito in bocca agli "ambientalisti", noi ce ne fottiamo allegramente, e facciamo finta che il problema non ci riguardi.
Ma mentre il cancro da fumo può anche evitare di prendersela con te personalmente, il "cancro della terra", una volta arrivato, prenderà tutti indiscriminatamente.
Avrai un bel dire, quel giorno, ma io non ho mai inquinato niente!
"Io", in questa equazione, è l'umanità intera, e a quel punto la Terra potrà solo risponderti "prenditela con i tuoi simili (con gli altri organi del corpo) che lo hanno fatto, ciccio, perchè io purtroppo non ho una cura individuale per ciascuno di voi. Se non funziona il sistema, qui non funziona nulla.
Sarebbe come se i polmoni, durante quel mal di testa, protestassero perche loro con l'abboffata natalizia non c'entrano niente, e vogliono comunque andare a farsi la passeggiatina pomeridiana ai giardinetti.
Invece "state in casa" insieme al resto del corpo, risponde l'organismo, e anzi pregate in silenzio, perchè se non guarisce lui, mi sa che dovrete crepare pure voi.
Se ne deduce che tutti i "polmoni" dell'umanità, cioè gli organismi ancora sani di cervello, debbano cominciare loro per primi a darsi da fare, se non vogliono restare "sul divano" insieme a tutti gli altri, e probabilmente per sempre.
Dice un'antica profezia Hopi che l'uomo bianco continuerà a rivolgere le proprie forze contro la natura e contro se stesso, finchè gli verrò data un'ultima possibilità, pochi istanti prima di portare alla distruzione definitiva tutto ciò che lo circonda.
Che dite, vogliamo proprio rischiare di trovarci in quelle condizioni, prima di cominciare ad agitarci?
Massimo Mazzucco
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