La Corte Suprema della Florida (la stessa che cinque anni fa assegnò la vittoria elettorale a Gore, salvo vedersela poi togliere dalla Corte Suprema federale) ha emesso una sentenza che per certi versi dovrebbe riecheggiare anche dalle nostre parti. È stato definitivamente abolito il programma scolastico dei cosiddetti "vouchers" (i "buoni" scolastici, in forma di piccole borse di studio), fortemente voluto dal governatore Jeb Bush, che "traghettava" studenti dalla scuole pubbliche a quelle private, portando con sè anche una notevole dose di finanziamenti statali.
La Corte Suprema ha stabilito che ciò è anticostituzionale, poiché la legge della Florida prevede che il compito educativo, fino ad una certa età, sia svolto esclusivamente da scuole pubbliche. Il meccanismo dei vouchers inoltre violava apertamente il Primo Emendamento nella Costituzione federale, che sancisce la separazione fra Stato e Chiesa, poiché la maggior parte delle scuole private in Florida appartiene ad entità ecclesiastiche locali.
Di fronte a quella che parrebbe una sentenza ovvia e inappellabile, è interessante leggere le motivazioni dei conservatori … …che invece sostengono a spada tratta la legislazione che va ad essere abolita.
Secondo Jeb Bush, il meccanismo dei vouchers era un "ottimo stimolo alla crescita per le scuole pubbliche con rendimento particolarmente basso". Quella della "sana competitività" è una magica parola, che compare però sempre e soltanto sulla bocca - chissà perchè - di chi ha già un solido conto in banca. Mai sentito un negro di New Orleans sfidare un bianco di Boston "a chi diventa più ricco e famoso entro dieci anni".
Con la perdita dei vouchers verrebbe inoltre a mancare - sempre secondo Bush - una preziosa possiblilità di riscatto per i ragazzi "intrappolati nel fallimentare sistema delle scuole pubbliche"
("trapped in failing schools.")
Qualcuno potrebbe suggerire a Bush che il "fallimento" del sistema pubblico dipende proprio dalla mancanza di fondi elargiti dal suo governo, ma forse questa è solo una finezza di tipo retorico.
Si strozzano invece platealmente i finanziamenti all'educazione pubblica, per poi poter dire "che schifo! Venite via di lì, ecco a voi un aiuto per andare in una scuola che sia degna di quel nome".
Peccato che quell' "aiuto", come ha fatto notare la Corte Suprema, debba venire dalle stesse tasche dei contribuenti i cui ragazzi sono "intrappolati" nel sistema fallimentare. Cornuti e pure mazziati, direbbe qualcuno.
Prevedendo la sconfitta legislativa (ottuso forse, ma stupido no di certo), Jeb Bush ha già preparato un progetto alternativo, che introduce forti incentivi di tipo fiscale per tutte le corporation che volessero finanziare in qualunque modo il sistema scolastico privato.
Siamo quindi alle solite: da una parte una elite privilegiata, che cerca in ogni modo di creare una generazione di privilegiati, per poter continuare a mantenere il predominio sulle masse dei meno abbienti (non per nulla si chiamano conservatori), dall'altra le stesse masse, che lottano con ogni mezzo a disposizione per evitare che ciò accada.
È sempre la stessa storia, anche se magari cambiano il titolo, l'ambientazione e i costumi, sin dall'origine del mondo.
L'unico modo di vedervi qualcosa di positivo, a questo punto, è forse quello di domandarsi perchè mai una tale sceneggiatura, apparentemente così crudele, sia stata scritta per l'intera umanità.
Massimo Mazzucco