Domanda: Se tagliamo entrambi i cavi allo stesso momento, quale dei due blocchi raggiungerà terra per primo? Risposta: Secondo il NIST arriveranno sostanzialmente allo stesso momento! I piani sottostanti, a sentir loro, non hanno offerto alcuna resistenza, e non hanno fermato nè rallentato il blocco in caduta! Non deve quindi meravigliare che ci siano state ulteriori richieste di chiarimenti da parte del 9/11 Truth Movement riguardo a come questo sia stato possibile, ma a fronte della domanda (fatta l'11 aprile 2007) è strabiliante la risposta data dal NIST: "non siamo in grado di fornire una spiegazione esauriente dei crolli completi"; si afferma quindi qualcosa che viola platealmente la fisica, ma poi non si è in grado di dimostrarlo. |
WTC 1 e 2Una delle affermazioni della Versione Ufficiale governativa con cui il 9/11 Truth Movement è d'accordo riguarda la dinamica del crollo delle Twin Towers. Il NIST afferma infatti che il blocco delle twin towers che si trovava al di sopra all'area d'impatto degli aerei sia crollato sostanzialmente in caduta libera attraverso gli 80+ piani integri sottostanti. Questo sia per il WTC1 che per il WTC2. (si veda il punto n°5 qui)Tale affermazione è stata fatta nel documento NIST NCSTAR1 Final Report, che rappresenta la Versione Ufficiale dei crolli WTC 1 e 2, nella cui sezione 6.14.4 leggiamo:
Traduzione:
Il disaccordo nasce sul motivo per cui questo sia accaduto: un crollo gravitazionale non può procedere in caduta libera e contemporaneamente procedere attraverso il percorso di maggior resistenza (gli 80+ piani integri sottostanti). Un crollo gravitazionale può procedere sì in caduta libera, ma lateralmente, perchè incontra solo aria. Oppure può procedere attraverso il percorso di maggior resistenza, ma non a velocità di caduta libera, a causa degli urti. Avere un crollo gravitazionale con entrambe le caratteristiche è fisicamente impossibile. Invece il NIST ha anche compilato una FAQ sul suo sito ufficiale, nella quale ribadisce il concetto, chiarendo anche che:
Tradotto:
Se analizziamo la questione con l'approccio squisitamente fisico, sappiamo che un crollo gravitazionale possiede (per sua natura) solo energia potenziale; se questa energia viene convertita "sostanzialmente" tutta in energia cinetica per accelerare il blocco superiore alla velocità "sostanzialmente" di caduta libera, allora non rimane alcuna energia per spezzare i legami degli 80 piani sottostanti; tantomeno per distruggerli con quell'effetto di polverizzazione dei piani di cemento che si è vista al WTC. Affermare che ciò è possibile significa quindi violare il Principio di Conservazione dell'Energia, e tutto ciò che ne consegue. Ma questo paradosso è palese anche ai non fisici, con un semplice esempio: consideriamo il WTC1 pressappoco com'era un istante prima dell'inizio del crollo: il blocco superiore di 12 piani è sospeso con un cavo all'altezza giusta, con sotto 6 piani vuoti (i piani distrutti dall'aereo) e 92 piani intonsi. Il materiale di questi 6 piani mancanti non è svanito nel nulla, ma li consideriamo già schiacciati e "appiccicati" sul fondo del blocco superiore, che diventa quindi pesante quanto 18 piani. Bene, immaginiamo ora a fianco della torre un altro blocco superiore, identico, di 12+6 piani, sospeso anch'esso alla stessa altezza ma con sotto solo aria. WTC 7Il rapporto NIST NCSTAR1A rappresenta la versione ufficiale, unica e definitiva del crollo WTC7. E' stato pubblicato inizialmente in versione bozza nell'agosto 2008, e in versione definitiva dopo un mese di tempo nel quale il NIST ha vagliato i commenti liberi sottoposti dai lettori. Tra le varie modifiche che si trovano tra la versione di bozza e quella definitiva ce n'è proprio una che riguarda la caduta libera, dopo la segnalazione di David Chandler di AE911Truth.org che segnalava sia l'eccessiva semplicità che l'erroneità del metodo usato dal NIST per stabilire la durata del crollo. Infatti il NIST utilizzava i soli due fotogrammi iniziale e finale di un particolare video del crollo, concludendo che il tempo di crollo totale superava del 40% il tempo di caduta libera; l'analisi più dettagliata, fatta da Chandler fotogramma per fotogramma con un apposito software di fisica, ha invece dimostrato che il WTC7 subisce una piena accelerazione da caduta libera. Il NIST ha corretto quindi sia l'analisi che le conclusioni (dimenticandosi solo di elencare questa variazione nel foglio delle modifiche apportate tra draft e final version), come leggiamo a pagina 48:Traduzione:
A questo punto possono sorgere alcuni dubbi, che ci teniamo a chiarire: 1) Sotto il WTC7 si trovava una stazione elettrica Con-Edison; il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo. 2) Il WTC7 era stato colpito dai detriti del WTC1; Il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo (i detriti hanno unicamente dato innesco agli incendi, ma non hanno influito nel crollo vero e proprio) Entrambi i punti sono descritti sempre nel NIST NCSTAR1A pag 48 nei seguenti tre punti elenco: Traduzione:
Per completezza ricordiamo che il NIST NCSTAR1A ha anche escluso l'ipotesi che il crollo sia stato causato da un unico enorme ordigno esplosivo. Invece l'ipotesi di più ordigni esplosivi, o l'ipotesi di composti incendiari cutting charges non sono state considerate, benchè quest'ultima sia la scelta più plausibile nelle demolizioni controllate di palazzi con struttura unicamente d'acciaio, a detta degli esperti. Riccardo Pizzirani (Sertes) |