di Riccardo P.
Credo che nella vita di ognuno, arrivi un momento, in cui dover spendere due parole sul suo intorno, sulle sue speranze sulle sue paure, fosse solo per i figli che occuperanno i suoi spazi, gli amici con cui condivide gli spazi, se stesso con cui condivide spazio di coscienza.
Un dato è certo viviamo in tempi veloci, dove il tempo ha una misura sua sempre meno biologica e sempre più economica, viviamo anche in tempi in cui le distinzioni tra onesti e disonesti non sono molto chiare, la figura del galantuomo si è un po’ sfumata, l’onestà intellettuale ha ceduto passo e forse qualcosa di più, alla conservazione degli status, abdicando a quel ruolo di controllo minimo che la coscienza individuale esercitava nella sua forma privata nelle cose pubbliche.
Fino a quando questo si limita ad una sfera circoscritta è deprecabile, condannabile, ma tollerabile, la corruzione per la villetta abusiva, lede il mio diritto di uguaglianza come cittadino, … … ma ha un’impatto modesto sul mio stile e prospettiva di vita, cosa diversa è l’uso deliberatamente illegale del potere per mantenere se stesso, uccidendo le coscienze individuali, annullando quella forma naturale di autocontrollo che ha permesso all’uomo di strutturarsi nelle più diverse forme di società “civili” accettabili, il media drogato, la denigrazione, l’occultamento, la cancellazione di semplici libertà, sono i primi indizi della malattia dal decorso inevitabilmente infausto, che accompagnano sintomologicamente la morte di un sistema legale, oggi il tutto è aggravato dalla sfera di contagio ed influenza che la malattia assume, non si parla di paesi circoscritti ma di un’ordine mondiale, di una grandezza planetaria, un’arena dove ogni mezzo è ammesso dal denaro alla religione.
Mi rendo assolutamente conto, che l’impegno personale è poca cosa contro un’infezione del genere, ma l’organismo umano, se vogliamo fare un parallelo, si difende con l’insieme dei singoli anticorpi, e sarebbe drammatico se ogni anticorpo si convincesse di essere talmente piccolo da non poter fare la differenza, le malattie ci contano su questo, anche “altri” ci contano su questo, vorrei essere pertanto quel +1 che ha determinato la massa critica capace di debellare la malattia, quel +1 che ha permesso di riaffermare una verità, per questo leggo, scrivo e discuto.
Quindi litighiamo giustamente, massacriamoci ferocemente, ma ognuno si adoperi per quello in cui crede, nei modi che crede, senza abdicare mai alla fermezza delle convinzioni, alla discussione, alla sua onestà intellettuale, anche di fronte alla denigrazione ed al dito puntato, finché non facciamo morire questa cosa preziosa, patrimonio personale, i crimini avranno speranza di essere puniti o quantomeno additati e riconosciuti.
Non ho ricette o formule magiche, solo l’assoluta convinzione, che in ogni campo l’onestà e la ricerca della verità sono l’unica strada degna di essere percorsa, sicuramente è la più temuta da chi ormai è morto come uomo- come cittadino - come potente, questa cosa tanto privata e personale diventa collettiva poiché in ogni caso il mondo è composto di uomini in relazione tra loro, da individui che si sommano, e qualcuno il 9/11 cerca di farlo tutti i giorni cercando di guadagnare tempo uccidendo consapevolezze.
Riccardo P. (Krya)
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