Alcune note comparative sulle politiche dell’Europa e degli USA: che fine ha fatto il contratto sociale?
di Truman Burbank
Trovo molti dibattiti sulle caratteristiche intrinseche della politica USA e molte chiacchiere sulla nascente Europa. Solitamente questi discorsi vengono fatti sulla falsariga di un discorso convenzionale, variazioni su temi triti e ritriti, senza tentare di risalire alle origini. E le origini vanno ritrovate nelle due diverse concezioni dello stato.
Non mi risulta ancora puntualizzato il fatto che il sistema politico USA tende spesso a comportarsi in modo religioso, come un integralismo dove il dollaro (e quindi l’economia) è il dio idolatrato, che guida anche la politica. La forza espansiva dell’impero è sì dovuta ad una tendenza insita nella costituzione materiale degli Stati uniti, ma anche a questo aspetto religioso. Al di là delle apparenze, negli USA non c’è altro dio al fuori del Dollaro e tale dio governa anche lo stato.Ogni volta che gli USA attaccano militarmente uno stato sovrano, o si intromettono pesantemente nella sua politica interna, tirano fuori il discorso della libertà. ( A volte la scusa viene usata a posteriori: “Non abbiamo trovato le armi di distruzione di massa in Iraq, ma stiamo portando la libertà”).
Ma la libertà non è una parola singolare, le libertà si esprimono al plurale e spesso contrastano una con l’altra, ma soprattutto contrastano nel rapporto tra gli individui, perché la libertà di uno è facilmente vista come un sopruso da parte di chi subisce gli effetti di tale libertà. (Ma forse non è la libertà delle persone che interessa i governanti).
Questi sulla libertà non sono discorsi nuovi, furono analizzati con cura da Hobbes nel Leviatano (1651) e in seguito da Rousseau. In particolare Rousseau nel suo “Contratto Sociale” (1762), sosteneva che gli individui avessero bisogno di rinunciare ad una parte delle loro libertà per vivere in società, con vantaggio di tutti. Un contratto non scritto, ma reale.
In realtà il contratto sociale esisteva in qualche modo già in Hobbes, ma era solo una necessità per impedire agli uomini di sbranarsi tra di loro come lupi.
In Rousseau il contratto è invece un accordo etico tra uomini liberi, che decidono di cedere libertà per vivere meglio.
Ambedue le posizioni sono in qualche modo un’astrazione, ma esprimono due punti di vista diversi sull’origine dello stato.
Oggi Rousseau sembra dimenticato. I toni primordiali della politica USA arrivano al massimo a Hobbes ed al suo Leviatano, il mostro biblico che diventa stato.
“Secondo Hobbes, si pone fine alla guerra di tutti contro tutti solamente assoggettando la volontà dispersa dei molti in un'unica volontà sovrana ed assoluta. (Lo stato diventa il Leviatano, il mostro biblico, un Dio mortale appena al di sotto del Dio immortale).” (da forma-mentis.net)
Chi vuole la libertà assoluta non può avere rispetto di nessuno. A meno che non trovi una forza paragonabile alla sua, in grado di opporsi efficacemente.
Nel frattempo si sta formando l’Europa. Un’Europa di cui ci hanno raccontato tante cose belle, ma che sostanzialmente è stata fatta trascurando i cittadini. Un’Europa dove i capitali si muovono in modo estremamente veloce, mentre le popolazioni hanno molti vincoli legali nei loro movimenti. Ancor maggiori sono i vincoli pratici, perché chi non ha denaro non ha possibilità di muoversi (mi torna in mente la recente idea del ministro Lunardi di tassare le strade statali).
Abbiamo fatto un’Europa dei banchieri e dei grandi gruppi economici, non di popoli. Le recenti tendenze della Costituzione Europea proseguono nello stesso senso. Libertà alle aziende e costi ai privati (ricordare le continue privatizzazioni).
Vale la pena di dare un’occhiata all’articolo L’agenda
segreta dell’Europa
"In questo sistema unico di governo mondiale, basato sulle sole
regole della concorrenza commerciale, l’Unione europea (UE) sta avendo
un ruolo molto aggressivo, di motore della liberalizzazione dei
servizi.
....
E’ anche necessario non lasciarsi fuorviare dal doppio linguaggio della
Commissione europea, questa sorta di governo non eletto, né
controllato, che agisce essenzialmente al servizio delle lobbies
affaristiche.
...
Alla fine, a ben vedere, nessuno Stato avrà più il
diritto di mettere in opera delle politiche specifiche che tengano
conto delle particolarità, dei bisogni, delle priorità
nazionali, o che esprimano una modalità peculiare di condividere
valori comuni. Scelte economiche o fiscali, priorità sanitarie,
sociali, ambientali o etiche, saranno equiparate a degli
«ostacoli al commercio»."
In definitiva, l’Europa potrebbe diventare un altro mostro, teso solo
ad arricchire le lobbies.
Un mostro costruito, senza un progetto politico esplicito e coerente,
in base alle spinte (a volte contrastanti) dei gruppi di potere europei
e cercando di superare le ostilità degli USA, che hanno tentato
(e ancora tentano) più volte di intralciare la costruzione
europea. Insomma una specie di Golem.
Ma siamo sicuri che il mostro europeo si comporterà come speravano gli ideatori?
La costruzione europea basata sulla moneta è piena di
assurdità. L’Europa è nata per favorire i grandi
interessi economici contro i popoli, in particolare contro i popoli
extraeuropei, ma anche contro i popoli europei.
E’ una forma di imperialismo economico del tipo più bieco. E la
cosa più preoccupante è che quasi nessuno lo dice. Si
preferisce parlare dei vantaggi della concorrenza e del libero mercato,
della superiore efficienza del privato rispetto al pubblico, delle
grandiose sorti progressive dell’euro (moneta).
Il rischio che, continuando a raccontare balle sull’Europa, si perdano
di vista i motivi dell’unione, sostanzialmente legati ai poteri forti
economici, può essere significativo.
In una situazione di falsificazioni costanti si potrebbe un giorno
arrivare ad un flop (un collasso tipo quello dell’URSS) senza
preavviso. Sempre ricordando che gli USA sono ferocemente ostili a ogni
impero europeo e lavorano di conseguenza. (Le spinte per l’ingresso
della Turchia in Europa sono in questo senso).
Oggi l’Europa è già la prima economia mondiale, per
quanto non supportata da forze armate adeguate a tale potere economico.
Qui sta la sua forza e la sua debolezza. Un rifiuto della guerra come
mezzo di conquista potrebbe riportare a dare valore alla cultura, ai
popoli ed alla politica contro l’integralismo economico. Un forte
potenziamento delle forze armate potrebbe portare ad un impero analogo
a quello degli USA (ma gli USA non lo consentiranno, lo scontro
è garantito).
In tutti e due i casi l’Europa si propone in qualche modo come
controparte degli USA e tende a riportare il bipolarismo nel mondo.
Perché se c’è un concorrente del Dollaro, è l’Euro.
Vale la pena di notare che, per motivi che mi sono ignoti, l’Europa ha
fatto una scelta economica di tipo non Keynesiano, nel momento in cui
ha deciso che la solidità della moneta era prioritaria rispetto
allo sviluppo economico. In questo si differenzia fortemente, ancora
una volta, dall’impero USA (assimilabile in questo senso alla Cina).
La destra attacca questa scelta non Keynesiana, che sicuramente toglie
libertà ai singoli stati (non si può più giocare
sul deficit di bilancio), ma potrebbe essere il motivo per cui
l’integrazione europea sta andando avanti. La stabilità della
moneta avvantaggia principalmente i ceti deboli. Qui sicuramente
c’è la lezione della Germania del secondo dopoguerra che, dopo
aver conosciuto tassi d’inflazione mostruosi, decise di puntare sulla
solidità della moneta ed ottenne ottimi risultati di lungo
periodo.
Su questi temi bisognerebbe discutere con onestà, per capire
come è nata e come si sta sviluppando l’Europa ed evitare che
altrimenti un Golem europeo creato senza un progetto chiaro cominci a
muoversi all’impazzata, distruggendo tutto quello che incontra.
Mai dimenticando che nelle vicinanze c’è già il
Leviatano americano, che appare essere ben più cosciente e
coerente.
Una nota finale: l’unione, per ora sostanzialmente monetaria,
dell’Europa, mantiene le diversità tra i popoli, la ricchezza
culturale e le tradizioni. Qui l’assenza di progetto mi sembra dia
risultati utili.
Truman Burbank
VEDI ANCHE: AMERICA:
SEMPRE PIÙ LONTANA, MAI COSÌ VICINA.
Un breve
accenno alle radici culturali degli Stati Uniti, e di cosa vi si
ritrova oggi nell'America di Bush.