IL GIORNO DEL FUNERALE
Si sono svolti oggi i funerali di Aarawang, un bambino aborigeno di 8 anni che nessuno conosceva. Aarawang si è improvvisamente ammalato, qualche settimana fa, ed è poi morto nel sonno, senza soffrire. Non c'è stato nessun annuncio ai villaggi vicini, e nessuno è venuto a vedere la salma del bimbo prima che fosse inumata.
Il corteo funebre, composto dalla madre di Aarawang, dalla sorellina di tre anni, e dall'anziano zio cieco, ha attraversato senza fare rumore il breve spazio fra il villaggio e la collina antistante, sulla quale il corpo del bambino è stato sepolto.
Nessuno ha pronunciato una sola parola nel suo nome, ... ... nessuno ha voluto ricordare le sue azioni, nessuno ha cercato di esprimere pubblicamente il dolore che si leggeva sui volti dei presenti.
La madre ha deposto una collana di pietre grezze sulla tomba, lo zio vi ha versato sopra alcune gocce d'acqua, e poi i tre si sono riavviati in silenzio verso il loro villaggio.
Sulla via del ritorno la bimba si è messa a giocare con un cagnolino che le era venuto incontro scodinzolando.
Il vento tiepido della sera si è portato via gli ultimi raggi di luce del rosso deserto australiano.
Più tardi, in un luogo senza oggetti e senza suoni, l'anima leggera del bambino ha incontrato quella altrettanto leggera di un uomo molto anziano, che era stato sepolto proprio nelle stesse ore, in un posto rumoroso, lontanissimo nel mondo.
Le due anime si sono guardate, si sono sorrise, e si sono allontanate insieme nella stessa direzione. Non c'era fra loro nessuna differenza. Ed erano assolutamente identiche a tante altre anime che le attendevano, in mezzo alle quali si sono confuse per sempre.
Massimo Mazzucco