La storia del filmato di Zapruder costituisce un vero e proprio giallo, all’interno del già complicato mistero dell’assassinio Kennedy. Come tutti sanno, il filmato di Zapruder è diventato, nel corso degli anni, il punto di riferimento obbligatorio per tutti i ricercatori del caso Kennedy. Ma quello che tutti conoscono come “il film di Zapruder” è veramente il filmato originale?
Il 22 di novembre 1963, piazzato su un piedestallo di cemento, Abraham Zapruder filmò l’intera sequenza dell’assassinio di John Kennedy, dal momento in cui la limousine presidenziale svolta sotto il Book Depository fino a quando scompare a grande velocità sotto il ponte della ferrovia.
Sono i 486 fotogrammi più famosi della storia.
Zapruder raccontò in seguito di essere rimasto scioccato nel vedere così da vicino, nel suo mirino, la testa di Kennedy esplodere in una nuvola di sangue, ma di aver avuto la presenza di spirito di continuare a filmare fino in fondo.
Dopodichè Zapruder fu visto aggirarsi per Dealey Plaza, attonito, che continuava a ripetere a tutti “Lo hanno ucciso, lo hanno ucciso. L’ho visto con i miei occhi, ho filmato tutto!” La voce che qualcuno avesse ripreso l’intera sequenza si sparse velocemente, e per le otto di sera era già arrivato a Dallas un rappresentante di Life Magazine, Richard Stolley, con il compito di acquistare i diritti del filmato. Nel frattempo Zapruder aveva fatto sviluppare la pellicola al laboratorio della Kodak di Dallas, chiedendo che gli stampassero anche tre copie di riserva. Zapruder consegnò due di queste copie agli uomini dei Servizi Segreti, e se ne tornò a casa con la terza copia, insieme all’originale. Il mattino dopo l’ufficio di Zapruder fu letteralmente assediato dai giornalisti, che volevano a tutti i costi vedere il filmato. Ma Stolley li aveva preceduti, ... ... presentandosi all’alba, e per 50.000 dollari era riuscito a strappare a Zapruder l’esclusiva per la pubblicazione.
Fu così che entro la sera del sabato, a poco più di ventiquattr’ore dalla morte di Kennedy, l’originale di Zapruder era già al sicuro nelle casseforti di Life Magazine, a Chicago, insieme alla terza copia.
Il giorno seguente il filmato fu visionato dai dirigenti di Life, che decisero - così almeno ci è stato raccontato - che le immagini erano troppo forti per il pubblico americano, che non avrebbe retto all’impatto emotivo. Anzi, tale fu la determinazione di Life di non mostrare al pubblico le immagini dell’omicidio, che Stolley fu rispedito a Dallas il giorno dopo, per trattare con Zapruder anche l’esclusiva cinematografica del filmato. Mentre per i diritti di pubblicazione Life aveva pagato 50.000 dollari, ne spese addirittura 100.000 per evitare che il filmato comparisse in una qualunque pellicola proiettata al cinema.
E’ davvero commovente come quelli di Life avessero a cuore la stabilità emotiva della nazione.
Ufficialmente quindi il filmato originale, insieme alla terza copia di Zapruder, rimase lontano dalla vista di tutti per molti anni, mentre Life ne pubblicò solo alcuni fotogrammi in bianco e nero.
Nel frattempo i Servizi Segreti avevano prestato all’FBI una delle loro copie, per farne a loro volta una copia, che fu spedita alla Commissione Warren come parte della loro inchiesta.
La serie completa di fotogrammi in bianco e nero comparve così nel rapporto Warren, pubblicato nel 1964, ma la chiarezza dei dettagli era talmente scarsa che nessun ricercatore potè utilizzarli per una analisi accurata degli eventi. Vi era inoltre un problema non da poco nella sequenza pubblicata: la Commissione Warren infatti aveva “erroneamente” invertito l’ordine dei fotogrammi 314 e 315. Poichè Z-313 è proprio il famoso fotogramma in cui la testa di Kennedy esplode in una nuvola di sangue, l’ordine errato dei fotogrammi successivi faceva apparire che la testa fosse stata scagliata in avanti invece che indietro.
Guarda a volte il destino che scherzi ti può fare.
Dopo la pubblicazione del Rapporto Warren ci furono svariate richieste, da parte di diverse organizzazioni, affinchè Life rendesse pubblico il filmato originale, ma la risposta fu sempre negativa.
Ci sarebbe voluto il diabolico Jim Garrison per riuscire a mettere le mani sul filmato di Zapruder. Come procuratore del processo contro Clay Shaw, infatti, Garrison potè esercitare il diritto di farsi consegnare da Life il filmato, con l’intento di mostrarlo ai giurati.
Nasce da qui la famosa scena del film “JFK”, nella quale Jim Garrison (Kevin Costner), mostra per la prima volta il filmato a tutti i presenti in aula, causando lo stupore generale. Il film di Zapruder infatti, con i fotogrammi finalmente in ordine, mostrava chiaramente il movimento all’indietro della testa di Kennedy.
”Back and to the left. Back and to the left.”
Nonostante questo, Garrison sapeva bene che la verità sull’omicidio Kennedy non sarebbe mai uscita da quell’aula, e pensò bene di far fare delle copie clandestine del filmato, prima di restituirlo a Life Magazine. Pare che sia stato il ricercatore Mark Lane, amico di Garrison, ad approfittare di una certa sua “lassitudine” nel conservare il film di Zapruder, per trafugarlo per poche ore e farne stampare in fretta e furia diverse copie.
Non sempre queste gravi “distrazioni” avvengono dalla parte dei cattivi.
Copie di seconda, terza e quarta generazione iniziarono così a circolare negli ambienti universitari (era il 1968), dove venivano proiettate a piccoli gruppi di persone selezionate, che si impegnavano a non denunciarne pubblicamente la loro esistenza. Queste copie però si deterioravano rapidamente, accumulando polvere, macchie e graffiature ad ogni proiezione, e divennero presto inutilizzabili per scopi di ricerca.
A questo punto della vicenda entra in scena Robert Groden.
Nel 1968 Life aveva chiesto ad un laboratorio specializzato di fare una copia del filmato ingrandita in 16 millimetri (il doppio del Super-8 originale), e poi addirittura una in 35 mm (il classico formato cinematografico). Fra i tecnici di quel laboratorio c’era Robert Groden, che era anche un appassionato ricercatore del caso Kennedy.
Vista l’occasione irripetibile, Groden prese il coraggio a due mani, e duplicò segretamente le lastre originali di tutti i fotogrammi ingranditi a 35 mm. Ci lavorò di nascosto per oltre 6 anni, ripulendo i fotogrammi uno per uno, e riallineandoli con cura fra di loro, finchè riuscì a produrre una copia integrale di ottima qualità, parzialmente “stabilizzata”. (Riallineando i fotogrammi, Groden aveva ridotto i classici “traballamenti” della macchina da presa).
E’ questa la copia che Groden presentò al mondo, nel 1975, durante lo show “Good Night America” di Geraldo Rivera. Inutile dire che la reazione del pubblico fu travolgente: ora migliaia di americani, da soli o riuniti in apposite organizzazioni, chiedevano sempre più insistentemente la riapertura del caso Kennedy. La protesta crescente contribuì alla creazione del Church Committee (un’indagine governativa sulle attività illegali della CIA) e sfociò nella creazione dell’ “House Select Committee on Assassinations”, l’indagine governativa che concluse che “con alta probabilità in Dealey Plaza vi fu più di un assassino, e che quindi l’omicidio Kennedy era stato il frutto di una cospirazione”.
Naturalmente, di provare a risalire ai veri colpevoli non se ne parlò nemmeno.
Nel frattempo Life Magazine, che aveva perso ogni interesse a mantenere il segreto sulla copia originale, la resituì per la cifra simbolica di 1 dollaro alla famiglia Zapruder. (Abraham Zapruder era morto nel 1970). A loro volta, i familiari di Zapruder donarono l’originale al NARA, gli archivi nazionali americani, che lo misero in un reparto speciale, super protetto, con temperatura e umidità sempre sotto controllo. (Mica era un filmato qualunque, come quello della prima passeggiata lunare, che la NASA avrebbe “perduto” distrattamente fra gli scaffali di Langley).
Nel 1997 il NARA ha fatto digitalizzare il filmato di Zapruder, che resterà così protetto per sempre dal degrado dovuto all’invecchiamento della pellicola.
Ma è davvero quello il filmato che Abraham Zapruder girò a Dallas nel lontano novembre del 1963?
(Fine prima parte)
Massimo Mazzucco