La ricerca storica dei nostri tempi, dopo l’influsso benefico della “Scuola degli Annales”, è molto diversa da quella anche solo di pochi decenni fa. Non si occupa esclusivamente di guerre, trattati ed alleanze, dinastie, forme politiche, ecc., ma anche di dinamiche economiche, vita materiale, mentalità: in pratica di tutto quello che è nell’ambito delle vicende umane. Apparentemente, non ci sono più oggetti tabù, non ritenuti degni di ricerca storiografica "seria". Eppure, ad osservare con maggiore attenzione, un tabù storiografico – un oggetto “indegno” d’attenzione – persiste: i complotti dei potenti della terra nella Storia Contemporanea.
Eppure, è evidente che i complotti del potere continuano ad esistere e sono un dato ricorrente della storia umana: noi italiani lo abbiamo ben presente, tra Stragi di Stato e Strategie della Tensione che hanno insanguinato il nostro paese (e non è detto che la cosa sia finita). Nonostante ciò, la ricerca storica, quando si rivolge al grande pubblico, parla dei complotti del potere solo al passato. In manuali di storiografia scolastici od anche universitari, testi di divulgazione e trasmissioni TV, sembra che i potenti complottassero solo nel passato ... .. ed oggi lo facciano solo i senza potere o entità di potere minori. Si tratta di un problema sentito anche da alcuni storici, maggiormente avvertiti.
"Ma i complotti esistono: sono, soprattutto oggi, una realtà quotidiana. Complotti di servizi segreti, di terroristi, o di entrambi: quale è il loro peso effettivo? quali riescono, quali falliscono nei loro veri obiettivi, e perché? La riflessione su questi fenomeni e sulle loro implicazioni appare curiosamente inadeguata. Dopo tutto, il complotto non è che un caso estremo, quasi caricaturale, di un fenomeno molto più complesso: il tentativo di trasformare (o manipolare) la società."
Non si tratta di un testo "complottista": queste parole vengono (Introduzione, p. XXVI) da un testo edito da Einaudi nel 1989: "Storia Notturna. Un’Interpretazione del Sabba" di Carlo Ginzburg, il più noto storico italiano di quell'infame periodo storico chiamato "Caccia alle Streghe" ed anche il libro in questione è giustamente famoso - un vero e proprio classico moderno sul tema. Insomma. per il mainstream della ricerca storica sulla contemporaneità, la spiegazione di una serie di eventi tramite un complotto di un potere dominante è un vero e proprio tabù: a complottare sembra siano solo gli sfigati. Si tratta di un tabù che, spesso, impedisce di cogliere delle realtà molto evidenti e dare di determinati eventi storici un’immagine coerente: pur di non rompere il tabù, talvolta, si ricorre a spiegazioni del tutto raffazzonate e platealmente insoddisfacenti.
Prendiamo inizialmente come esempio lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il caso è eclatante perché la volontà di non utilizzare il complotto come categoria storiografica costringe a rompere il filo che unisce le perle di un racconto di per sè evidente. Si tratta di perle molto note della storiografia, anche del mainstream rivolto al grande pubblico.
(continua …)