Con un articolo intitolato
"Il Corano come Mein Kampf", Rainews24 ci comunica dai Paesi Bassi una notizia particolarmente “rumorosa”, che potremmo riassumere così: un deputato olandese, Geert Wilders, ha definito il Corano un testo “fascista” - anzi, “nazista” – e ne chiede la messa al bando in tutto il Be-Ne-Lux.
Il tutto sembra nascere dall’attentato subito di recente da un certo
“Eshan Jami, fondatore di un gruppo che sostiene chi abbandona la religione islamica”. Wilders ha giustificato il suo exploit paragonando
“il Corano all'autobiografia di Hitler, affermando che entrambi "non hanno spazio nel nostro Stato costituzionale". "Lo dico da anni: non esiste l'Islam moderato", ha scritto il parlamentare conservatore. "Ci sono molti capitoli del Corano" - ha aggiunto - che incitano i musulmani a opprimere, perseguitare e uccidere cristiani, ebrei, dissidenti e non-credenti, a picchiare e stuprare le donne e a creare uno Stato Islamico con la forza". Inevitabile la conclusione: "Ne ho abbastanza dell'Islam in Olanda: basta immigrati islamici. Ne ho abbastanza del culto di Allah e Maometto: basta moschee".
Naturalmente Wilders si è dimenticato di dire la cosa più importante: votate per me, e vi libererò da tutti i mali del mondo. Ma al di là del chiaro aspetto propagandistico della sua boutade, la notizia nasconde una tale marea di contraddizioni... ... che merita di essere analizzata più nel dettaglio.
Prima di tutto Geert Wilders – una specie di Beethoven biondo oltre ogni possibile statistica - risulta essere alla guida del “Partito della Libertà", una formazione politica di estrema destra, che deve evidentemente percepire fascismo e nazismo come entità avverse, da combattere aspramente, e non come movimenti storici in cui riconoscere una certa quota di discendenza ideologica. D’altronde, Gianfranco Fini ci ha insegnato che in campo revisionistico oggi tutto è possibile.
Quando poi Wilders dice di voler chiudere tutte le moschee, ma si dimentica delle sinagoghe e delle chiese cristiane, inserisce di fatto la sua polemica nel cosiddetto “scontro delle civiltà” che sta alla base propagandistica di tutta l’avventura espansionistica americana di questi anni: un tentativo palese, forzato e reiterato di far coincidere “Occidente cristiano” con “bene, giustizia e moderatezza” e “Islam” con “male, terrorismo ed efferatezza”, in modo da giustificare - almeno a livello popolare - le razzie e le mattanze che stanno compiendo i loro soldati in Medio Oriente.
Il trucco è antico quanto il mondo, ma sembra funzionare sempre: si urla “mamma li turchi!” dal mattino alla sera, ma intanto chi uccide centinaia di migliaia di innocenti in terra straniera siamo noi.
Ancora più stridente è il paragone che Wilders suggerisce fra Corano e Mein Kamph, quando l’intera carriera di Hitler sembra contrassegnata dal più classico cristianesimo di stampo messianico. Più volte Hitler si è descritto come “nato appositamente a Vienna per venire a salvare il popolo tedesco”, e in un’occasione disse chiaramente “Come Gesù Cristo, anch’io ho un dovere verso il mio popolo”, mentre nelle scuole tedesche i bambini imparavano presto a cantare le lodi al loro “Salvatore ed eroe, nostro Signore alla guida di un mondo nuovo e coraggioso”. Hitler descriveva la sua ideologia politica come una vera e propria religione, e un giorno, in cui probabilmente aveva stappato una birretta di troppo, arrivò persino ad augurarsi che “nel futuro il mondo saprà riconoscere la mia infallibilità, come oggi riconosce quella del Santo Padre.”
Più in generale, se c’è una religione che può essere accusata di trasmettere un messaggio violento e prevaricatorio – ovvero, “fascista/nazista”, nell’accezione più popolare dei termini – è proprio quella giudeo-cristiana. Non sta a noi elencare tutti i passaggi biblici nei quali il Creatore incita i suoi fedeli ai crimini più orrendi contro chiunque sia diverso da loro, remunerandoli poi lautamente per l’opera compiuta, ma non era certo Allah a fare questo.
Chi incita a sterminare migliaia di nemici, dopo averli fatti prigionieri, non è Allah, ma lo Jaweh biblico.
Chi incita al sacrificio umano per proprio compiacimento non è Allah, ma lo Jaweh biblico.
Chi incita ad uccidere i bambini scagliandoli vivi contro le rocce non è Allah, ma lo Jaweh biblico.
Il Corano avrà anche le sue pecche, ma la storia ci insegna che l’intolleranza religiosa è sempre venuta dal cristianesimo, mentre l’Islam si è casomai distinto per la tolleranza verso i credo altrui.
Se almeno Geert Wilders si fosse ricordato di ampliare il discorso a tutti i fanatismi religiosi, separando l’aspetto spirituale di ogni religione da quello prettamente politico e materiale, avrebbe fatto forse qualcosa di utile per l’umanità.
Ma a quel punto il giocattolo si romperebbe, nessuno potrebbe più ricattare le masse ignoranti con spauracchi da Medio Evo, e molto probabilmente a governare ci andrebbero persone che intendono davvero fare qualcosa per aiutare i propri simili.
E tutto ciò va evitato con la massima cura, ormai lo sappiamo, sia da destra che da sinistra.
Massimo Mazzucco