di Marco Cedolin
Chi pensava si fosse toccato il fondo con il giuramento del IV governo Berlusconi, patetica rappresentazione di una politica sempre più ingessata ed autoreferenziale, impegnata unicamente a perpetuare sé stessa, ha dovuto prontamente ricredersi.
Walter Veltroni, probabilmente invidioso per non avere potuto partecipare alla sceneggiata, è infatti riuscito nella non facile impresa di rendersi ancora più ridicolo di quanto non lo sia l’armata Brancaleone forgiata dal Cavaliere, annunciando la creazione di un governo ombra che scimmiotta in tutto e per tutto quello reale.
Seguendo un copione tanto grottesco quanto ridicolo, Veltroni in qualità di premier ombra votato da elettori ombra, ha battezzato 21 ministri ombra che presiederanno altrettanti ministeri ombra, ... ... varando disegni di legge e finanziarie ombra, praticando consigli dei ministri ombra e probabilmente passando attraverso crisi di governo ombra.
Fassino fingerà di fare il ministro degli esteri, Bersani quello dell’economia, Chiamparino (l’uomo che è felice quando la tangenziale è bloccata perché vuole dire che la città cresce) quello delle riforme. L’industriale Colaninno si dedicherà allo sviluppo economico ombra, Enrico Letta curerà l’ombra del welfare ed Ermete Realacci l’ombra dell’ambiente, cosa quanto mai opportuna in tempi global warming.
La salute, che in Italia, unico fra i paesi occidentali, non avrà più un ministero ad essa dedicato per volere di Berlusconi, sarà anche priva della propria ombra, in quanto Veltroni è stato inflessibile nel sostenere che solo le cose reali possono vantare il privilegio di possedere un’ombra.
Il varo del governo Veltroni ha indotto anche qualche momento di tensione fra coloro, Di Pietro in primis, che sono stati esclusi anche dall’ombra e si dovranno rassegnare alla disidratazione indotta dalla canicola estiva, ma nel complesso gli elettori ombra hanno gradito le scelte e il Presidente della Repubblica ombra si è detto soddisfatto del nuovo esecutivo virtuale.
Il rischio, continuando a restare all’ombra potrebbe essere quello di una perdita d’identità, ma dal momento che il PD un’identità non l’ha mai avuta credo si tratti di un rischio trascurabile, e poi approssimandosi l’estate un poco d’ombra in fondo non potrà che fare bene.
L’armata di Walter governerà solo con la fantasia ma almeno potrà godersi la frescura meglio di quanto non sia consentito ai pensionati italiani che per fuggire dalla canicola dovranno continuare ad accontentarsi delle panchine dei centri commerciali.
Marco Cedolin
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