di Claudio Negrioli
E' oramai palese il fallimento dell'Unione che avendone sentore non sà fare altro che vaneggiare di Pidì e Cose rosse come se, avezzi come sono a spargere fumi celanti, tentassero l'ultima mossa per sottrarsi alla rabbia che monta nel popolo.
Pensano forse che cambiando nome sia "tres facil" farla franca e magari poi riciclarsi, i precedenti non mancano...
L'Unione sballa perchè incapace di essere alternativa al Berlusconismo, si affloscia perchè bucata da troppe laceranti spine interne che a malapena sono state sino ad oggi incapsulate nella vischiosa e maleodorante gelatina del "se nò torna Lui".
In questo flop spicca la debacle di Bertinotti e del suo partito.
Bertinotti, memore della precedente esperienza, questa volta non si è limitato a dare un appoggio esterno a Prodi ma ha voluto mettere direttamente le dita sui bottoni delle stanze del potere istituzionale, chiedendo ed ottenendo ministri, sottosegretari, presidenze, ecc.ecc.
Prodi, da buon vecchio abile democristiano, lo ha esaudito, ... ... e nello stesso tempo ha legato lui e il suo partito al cigolante carro del riformismo.
Pur di stare su quel carro, i compagni (de che?) hanno votato di tutto e di più.
Dicevano “No War” ma hanno votato le missioni all'estero, dotandole di ancora maggiore danaro.
Parlavano di aiutare i lavoratori, economicamente anche, ma hanno votato una finanziaria che, anzichè rimpinguare le esauste tasche delle tute blu, ha rimpinzato le saccocce di Confindustria et simila.
Volevano cancellare la legge 30, ma hanno votato un accordo (welfare) dove di fatto questa legge rimane "intonsa".
Avrebbero picconato lo scalone del Maroni, ma hanno votato per costruire gli scalini che alla fine saranno più lunghi, portandoci diritti ai 62 anni di età.
Sarebbe finito l'assurdo stillicidio di morti e disgrazie legate agli stupefacenti, perchè loro avrebbero cambiato in meglio la famigerata Fini-Giovanardi, ma non hanno fatto niente e niente vogliono fare, pare.
Cossiga, il "pazzo del villaggio", sembra abbia recentemente detto che "Bertinotti è talmente compromesso che Prodi gli potrebbe far votare adirittura un o.d.g. che condanna il "pensiero comunista "simplices et in toto".
Pare che in questi 15 mesi, negli atti compiuti da questa compagine, non si trovi pressochè nulla di riconducibile ai valori della sinistra, ma si trovino bensì tracce di becero poltronismo sfrenato e opulento.
Dopo essere stato complice per i danni perpetrati contro i lavoratori, sostenendo che comunque l'operato del governo Prodi fosse migliore di quello del predecessore, in questi ultimi tempi dichiara senza alcun pudore politico che "il centro sinistra al governo ha fallito".
Forse si rende conto, il nostro Fausto, che coloro che lo hanno eletto stanno capendo e pagando sulla loro pelle questi giochetti e allora che ti fà?
Contraddicendo sè stesso (no problem) con il più classico "contrordine compagni", dichiara che Prodi ha fallito, come se la cosa non lo riguardasse, e anzichè affrontare il giudizio dei suoi elettori arrabbiati organizza un altro partito, "la cosa rossa" amalgamata con Dilibertobertinottimussipecoraro e che si chiamerà, udite udite, "sinistra arcobaleno".
Non lo fà per scostarsi dalle politiche governative, cercando strade alternative al capitalismo, ma lo fà, il nostro consumato abile politico previdente, per motivi ovvi, vale a dire: superare lo sbarramento che verrà probabilmente introdotto con la nuova legge elettorale, e garantirsi un ritorno al governo con il Piudritto Veltroni.
Poi con abbaglianti giri di Valzer (istituzionali, che diamine!), il Nostro butterà ancora in alto le carte e quando ricadranno si vedrà il luccichio della "cosa rossa" che essendo un partito nuovo, non ha ovviamente nessuna responsabilità nei disastri causati da Prodi.
Ancora, il Nostro ci dirà di non guardare indietro, prometterà cose nuove con quell'adorabile erre forgiata nelle acciaierie, dove il già sindacalista si è senza dubbio temprato con il duro lavoro in fonderia.
Potete scommettere che farà di tutto pur di non mollare il "suo dovere istituzionale".
Il trono, la prebenda lauta, i giovanotti con sirena blù che lo proteggono, i riflettori della tv serva tutti per lui, sarà dura cacciarlo dal suo personale "paradiso socialista".
Claudio Negrioli