Chiedo scusa se ritorno sull’argomento, ma sollecitato da diverse richieste degli utenti, che volevano maggiori informazioni sulla cartilagine di squalo, mi sono messo a fare una ricerca supplementare, e ho fatto delle scoperte interessanti.
Fino ad oggi avevo sempre sostenuto che la cartilagine ha delle ottime proprietà anti-tumorali in base al solo procedimento intuitivo: ho guarito il mio cane da un carcinoma terminale, ho visto amici guarire da situazioni simili, e in internet si trovano letteralmente migliaia di testimonianze che confermano le mie esperienze. Non credevo però che esistesse una sola conferma da parte della medicina ufficiale rispetto alle vantate qualità della cartilagine di squalo.
È invece, gira e rigira, qualcosa è stato pubblicato: si tratta di uno studio uscito sulla rivista medica SCIENCE del Settembre 1983 (Vol 221), firmato dai dottori Lee e Langer del Children’s Hospital di Boston. Questo è
l’abstract:
“La cartilagine di squalo contiene inibitori dell’angiogenesi dei tumori"
“La Cartilagine di squalo contiene una sostanza che inbisce fortemente la crescita di nuovi vasi capillari verso la massa tumorale, limitandone in questo modo la crescita. L’abbondanza di questo fattore nella cartilagine di squalo, in confronto alla cartilagine estratta da mammiferi [bovini], potrebbe fare dello squalo una fonte ideale per gli inibitori, e potrebbe aiutare a spiegare la rarità dei neoplasmi in questi animali.”
(Ricordo che tutto nacque da un libro del Dott. William Lane, intitolato appunto ”Sharks don’t get cancer”, ... ... “Agli squali non viene in cancro”.)
Il libro ebbe scarso successo – molte librerie “non se la sentivano” di proporlo – ma l’argomento fu ripreso nel 1992 dalla trasmissione “60 minutes” della CBS, e a quel punto la faccenda divenne di pubblico dominio.
L’eco della trasmissione, sommato al boom che proprio in quegli anni si registrava nell’uso dei rimedi alternativi, constrinse il governo americano a istituire un vero e proprio centro di ricerca per la medicina alternativa, chiamato OAM (Office of Alternative Medicine), con un finanziamento iniziale di due milioni di dollari, che arrivò a 50 milioni nel 1999.
Compito di questo organo era di studiare le possibili soluzioni per la lotta al cancro che venivano suggerite dai rimedi alternatvi di maggiore successo. Primo fra tutti, ovviamente, la cartilagine di squalo.
Purtroppo però i risultati furono molto deludenti, e nel 1997 la American Society of Clinical Oncology annunciava che
“a study found shark cartilage ineffective against advanced cancer in adults with a life expectancy of at least 12 weeks”, “una ricerca ha trovato la cartilagine di squalo inefficace su casi di tumore avanzato in adulti con almeno 12 settimane di aspettativa di vita”. (
Fonte).
Di fronte ad una frase del genere, anche il lettore più aperto e ben disposto verso la novità si rassegna, e considera quello della cartilagine un capitolo chiuso.
Se invece leggiamo a fondo l’articolo, scopriamo una realtà ben diversa:
“The study followed 58 people who were prescribed oral doses of shark cartilage as their only form of anti-cancer treatment. After 12 weeks, none achieved a complete or partial response to the shark cartilage treatment. Only ten showed no progression of their cancer, and only two had a quantifiable improvement in quality of life. (The fact that ten cancers did not progress is not evidence that the shark cartilage was responsible for this. The progression of cancer is not always rapid.) “
“Lo studio ha seguito 58 persone a cui sono state prescritte dosi orali di cartilagine di squalo come unica forma di trattamento anti-tumorale. Dopo 12 settimane, nessuna ha ottenuto un responso parziale nè totale al trattamento con la cartilagine di squalo. Solo dieci di questi hanno mostrato una mancata crescita del tumore, e soltanto due hanno registrato un miglioramento sensibile nelle condizioni di vita. (Il fatto che dieci tumori non siano cresciuti non dimostra che sia stato un effetto della cartilagine. Non sempre i tumori crescono rapidamente). “
La cartilagine quindi ha effettivamente bloccato la crescita del tumore in “dieci persone soltanto” (una su sei)! Messo però in quel modo sembra un fallimento completo.
Chi conosce un solo metodo “ufficiale” in grado di arrestare per 12 settimane consecutive la crescita di un tumore avanzato alzi la mano. (Immaginiamo fra l’altro con quale “cura” e attenzione sarà stata somministrata questa cartilagine al gruppo sotto osservazione, per cui possiamo dedurre che un trattamento fatto da chi comprende i meccanismi in atto, e non da chi non ci crede già in partenza, avrebbe probabilmente dato risultati ancora migliori).
Ma basterebbe la clamorosa “excusatio non petita”, nascosta vigliaccamente fra due parentesi alla fine (“non tutti i tumori crescono in fretta”) a denunciare la assoluta malafede di chi ha redatto quel rapporto.
Quindi lo sanno, lo hanno dimostrato loro stessi scientificamente - anche Folkman e Klagsbrun hanno mostrato che “gli squali producono una sostanza che inibisce la neovascolarizzazione” (1987, Science 235:442-446) - ma fanno finta di niente.
Siiccome nel frattempo la FDA proibisce di pubblicizzare le caratteristiche antitumorali della cartilagine, l'intero establishment medico-farmacologico può tanquillamente essere considerato alla stregua di veri e propri “criminali”.
E non solo lasciano morire chi potrebbe tranquillamente esser salvato, ma alle spalle di questa gente cercano pure di arricchirsi, cioè di sfruttare in privato quello che negano pubblicamente.
Ecco
una pagina in cui si registra il brevetto di una “invenzione per inibire la crescita di cellule tumorali”. Fra le note leggiamo che esistono già altri brevetti simili:
“U.S. Pat. No. 5,192,756 discloses a compound having antibiotic and antiprotozoal properties isolated from the stomach of a dogfish shark. U.S. Pat. No. 5,075,112 describes a method for inhibiting angiogenesis using shark cartilage, and U.S. Pat. No. 5,985,839 describes extracts of shark cartilage having anti-angiogenesis properties and an inhibitory effect on cell tumor lines”.
“Il brevetto US 5,192,756 rivela un composto con proprietà antibiotiche e antiprotozoiche isolate dallo stomaco di uno squalo. Il brevetto U.S. 5,075,112 descrive un metodo per inibire l’angiogenesi [crescita dei nuovi capillari] con la cartilagine di squalo, e il brevetto U.S. 5,985,839 descive le proprietà antiangiogeniche dell’estratto di cartilagine di squalo, e il suo effetto inibitorio sulla riproduzione delle cellule tumorali.”
Massimo Mazzucco
L’articolo completo su Science di Lee e Langer, del 1983. L’articolo è reperibile in rete a pagamento,
qui. (Volendo, è il primo “acquisto“ fatto con le donazioni degli utenti!)