E SE FOSSE DIO A DECIDERE LE ELEZIONI?
Chi "crede in Dio" non avrà certo bisogno di essere convinto che il risultato delle elezioni, come qualunque altro evento terreno, faccia parte di una volontà e di un disegno superiori. Ma anche chi "non crede in dio", a questo punto può cominciare a sospettare che potrebbe essere "lui" l'ago della bilancia per il voto della prossima settimana.
I sondaggi più recenti, che ormai stanno setacciando in ogni direzione gli "swing-states" (gli stati ancora in gioco), avrebbero infatti confermato che una grossa fetta di elettori indecisi si trova nel cosiddetto "Chistian center", cioè quel segmento di popolazione profondamente religiosa che non appartiene necessariamente alla destra evangelica sudista, che invece vota compatta per Bush.
Stiamo parlando sia di cattolici come di protestanti, ma anche fra gli ebrei e fra gli stessi musulmani ... ... si sta facendo sentire la chiave marcatamente religiosa che hanno ormai assunto queste elezioni presidenziali.
Troviamo così che buona parte del voto ebraico, fino a ieri esclusivo territorio di caccia democratico, galleggia indecisa fra le due fazioni - attratta ovviamente dalla politica smaccatamente favorevole dell'amministrazione Bush nei confronti di Israele.
Ma troviamo anche - cosa decisamente sorprendente - che solo il 75 per cento del voto musulmano sarà a favore di Kerry. E' ovvio che il "musulmano" d'America non è proprio il palestinese di Ramallah, ma è comunque notevole come una religione dai caratteri decisamente "forti" non sembri avere una reazione necessariamente negativa di fronte ad una politica dell'amministrazione altrettanto smaccatamente avversa.
Forse, appunto, questo 25 per cento di musulmani americani si preoccupa molto di più di conservare le ricchezze che hanno esportato dai vari paesi d'origine, che non delle loro stesse origini religiose.
Resta il fatto che è decisamente sconfortante vedere un Kerry che arranca nei sondaggi, ed è costretto a citare il Libro di Giacomo per far sapere a Bush che "non è sufficiente, fratello, dire di avere fede, quando non vi fai corrispondere le azioni. La fede senza azioni è morta."
Quello che io non riuscirò mai a capire è perchè, per l'intera campagna elettorale che la squadra di Bush ha voluto imperniare (giustamente, dal loro punto di vista) sulla "leadership del capo contro il pericolo dovunque", i democratici non abbiano semplicemente mostrato, all'infinito, il filmato in cui Bush apprende dal suo Capo di Gabinetto che "l'America è sotto attacco" (nella scuola elementare della Florida, l'11 di Settembre 2001), e rimane per tre minuti d'orologio a guardarsi in giro come un rimbambito, facendo finta che non sia successo nulla, mentre attende chiaramente istruzioni dai suoi collaboratori fuori campo. Tre minuti, non tre secondi.
E non c'era nemmeno bisogno di spendere i soldi per produrlo, quel filmato.
Massimo Mazzucco
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