ATTENTI AL DIZIONARIO, PUO' COSTARVI LA LIBERTA'
Fino a ieri si poteva piangere per l'uso distorto dei termini del nostro dizionario comune, dove guerra d'invasione si dice "missione di pace", dove terrorista si dice "arabo", dove espandere i propri mercati si dice "portare la democrazia", ma da oggi si rischia letteramente in prima persona ad usare accuratamente anche quel poco che resta di questo sfacelo linguistico e morale.
Ne ha avuto la misura il gip di Bari, Giuseppe De Benedictis, che l'altro ieri aveva osato definire "mercenari" e "fiancheggiatori delle forze di coalizione" i signori Cupertino Umberto, Stefio Salvatore, Agliana Maurizio e Quattrocchi Fabrizio, nel corso della sua indagine preliminare sul noto caso dei quattro sopraindicati.
Alla guida delle voci "scandalizzate" della maggioranza di governo, troviamo addirittura quella di un ex-presidente della nostra Repubblica, ... ... il senatore Cossiga, il quale ha definito le parole di De Benedictis un atto "di favoreggiamento del terrorismo islamico".
Possiamo solo immaginare che nottata deve aver passato De Benedictis, il quale ieri mattina si è ritrovato a dichiarare addirittura di aver "ammirato, come nessuno mai, Quattrocchi nel momento della sua morte per ciò che ha detto".
Nè è servita a molto la sua razionalissima spiegazione dell'uso dei termini scelti: "semanticamente mercenario - ha detto il Gip - è colui che combatte e che rischia la propria vita in favore di un'altra persona o anche di un esercito, per denaro". E ha poi aggiunto: "Per quanto riguarda l'essere fiancheggiatori della coalizione, si intende dire in diritto, perché è una frase giuridica, che c'è qualcuno che offre il proprio fianco, il proprio aiuto."
Niente da fare. Lunedì partirà una procedura, a richiesta di Giorgio Spangher della Cdl, che potrebbe portare al trasferimento d'ufficio del magistrato.
Ventotene?
Massimo Mazzucco