DA OGGI SIAMO TUTTI ASSASSINI
Quello che molti hanno sempre sostenuto, con giri di parole più o meno convoluti, è stato finalmente messo in chiaro da Kofi Annan ieri alle Nazioni Unite. "La guerra in Iraq è una guerra illegale".
Sia secondo il charter delle Nazioni Unite, sia secondo il regolamento da esse stabilito - che l'Italia, come tutti gli altri paesi coinvolti, ha controfirmato - in nostro paese in questo momento sta occupando una terra straniera in maniera illegale. Possono venire a raccontarci tutti quello che vogliono, i nostri politici, ma a questo punto è il corpo delle Nazioni Unite che devono convincere, non noi cittadini. Fino a ieri il linguaggio più cauto e diplomatico di Annan - che aveva parlato sempre di "non conformità" con le leggi vigenti - era stato sufficientemente ambiguo da permettere ai migliori acrobati della parola, ... ... capeggiati dall'impareggiabile Blair, di far quadrare in qualche modo il cerchio.
Ma lo stesso Annan ha anche detto ieri che era stato molto chiaro, con i vari leader della coalizione, nel concedere la famosa risoluzione ONU che parlava di "eventuali conseguenze" per l'Iraq (se non avesse consegnato le armi di distruzione di massa che non aveva): queste "conseguenze" avrebbero infatti dovuto essere decise in accordo col l'ONU, e non unilateralmente come hanno fatto Bush e soci.
Il peso politico di Annan, in questo momento, sembra praticamente nullo, e quindi la sua dichiarazione potrebbe apparire del tutto ininfluente. In realtà invece la frase di Annan ha bagnato le polveri a tutta la strategia più recente di Blair, che aveva puntato la sua sopravvivemza politica sul fatto che la risoluzione ONU - nonostante la clamorosa bugia delle ADM - implicitamente autorizzava l'intervento militare contro Saddam, in quanto "pericolo pubblico" per l'Occidente in senso lato.
Qui da noi invece, problemi del genere non se ne dovrebbero porre. Prima di tutto il nostro premier non ha l'abitudine di spiegare niente a nessuno, e comunque i media daranno alla notizia più o meno la rilevanza di uno stiramento muscolare di un terzino di serie C. Ma chi non riesce a fingere di non sapere, è ora cosciente che anche il più lontano sospetto di legittimazione, per ogni morte che avviene in Iraq a causa della presenza di eserciti stranieri, è scomparso.
D'altronde, non si può appellarsi ai regolamenti delle Nazioni Unite per imporre ad un Saddam le condizioni che ti permettano di aggredirlo, e poi ignorarli platealmente quando questi dicano che ciò che tu ne hai fatto conseguire non è legittimo.
Ogni italiano che oggi non protesti apertamente contro la nostra posizione militare in Iraq, all'interno della cominità mondiale a cui apparteniamo, è un italiano che si macchia direttamente del sangue di ogni vittima che muore ogni giorno in quel paese a causa della occupazione stessa.
E questo vale anche, e soprattutto, per i politici della cosiddetta "opposizione", che in questo momento è la parte responsabile delegata a rappresentare in parlamento tutti coloro che li hanno votati, cioè persone - si suppone - che nella grande maggioranza dovrebbero condividere questa posizione.
Massimo Mazzucco