Un servizio radiofonico della BBC da Gaza sintetizza forse al meglio quel desiderio inespresso di giustizia e di pace che tutti più o meno proviamo con l’avvicinarsi del Natale.
Con uno spietato accento inglese, il reporter racconta che si sta recando all’appuntamento per intervistare Padre Manuel Musallam, prete cattolico, leader e punto di riferimento della comunità cristiana all’interno di Gaza.
Ad un certo punto vede arrivare un’auto, che si ferma e viene immediatamente circondata da diversi mezzi della polizia, dai quali saltano fuori uomini armati che fanno subito cerchio attorno a Musallam.
Sono gli uomini di Hamas, i terribili “jihadisti” che controllano Gaza, e che dovrebbero – secondo la nostra dozzinale iconografia mediatica – passare il tempo a tagliare la testa ai cristiani, violentare le loro donne, e convertire i loro figli all’Islam sotto la minaccia della scimitarra.
Invece si accertano che nessuno tocchi Musallam, ... ... il quale a sua volta li schernisce, come se tutta quella protezione non fosse affatto necessaria. Di fronte allo stupore dello stesso reporter, Musallam commenta:
“You media people! (Voi gente della TV!)
Hamas di qui, Hamas di là... , ma cosa vi aspettavate, che noi cristiani stessimo qui a tremare dalla paura, rinchiusi nel nostro ghetto di Gaza, implorando voi inglesi o americani o il Vaticano di venirci a salvare? Ma salvare da cosa? Noi viviamo qui, questo è il nostro mondo, e ci abbiamo sempre vissuto.”
Padre Musallam dirige una scuola con oltre 1000 alunni, di cui il 99% sono musulmani. I bambini lo chiamano "Abunah", che in arabo significa “il nostro padre”.
All’interno della scuola, bambini cristiani e musulmani insieme stanno preparando un Presepe natalizio.
I problemi ovviamente non mancano, e ogni tanto si registrano incidenti fra le due comunità, che non esulano però dalla normale media degli incidenti che si verificano fra una qualunque coppia di comunità contigue nel mondo.
“La nostra è una società multi-strato - commenta padre Musallam – siamo abituati a convivere da sempre, e la gente qui sa riconoscere i veri cristiani dai crociati che venivano solo per conquistare, razziare e uccidere. Io stesso sono cristiano di fede, ma palestinese di nascita, e combatto il nemico invasore - Israele – da palestinese. Non lo faccio con le armi, ovviamente, ma con i miei sermoni, e negli stessi sermoni invito anche gli altri palestinesi ad abbandonare la violenza, che alla fine non può che ritorcersi contro loro stessi.”
Sullo sfondo si sentono le musiche che andranno ad accompagnare il Presepe di Natale. Quando il reporter torna all’aperto, e si avvia verso la sua automobile, riecheggia fra le strade la voce del muezzin che chiama tutti i fratelli islamici alla preghiera serale.
Le differenze fra gli uomini le stabiliscono i potenti, che siano vestiti di porpora, da principi o da liberatori. Ma la gente comune non ha mai avuto nulla contro se stessa.
Massimo Mazzucco
Fonte:
BBC