E Bush si prenota per il boomerang d'oro 2004.
17.06.04- I repubblicani di una certa categoria devono già nascere con il gene della rapacità modificato in partenza, perchè non è possibile raggiungerne certi livelli nell’arco di una sola esistenza umana. E’ pronta per andare in onda una campagna pubblicitaria, a favore di Bush, finanziata da una lobby che si chiama – che altro? – “The Club of Growth”, il club della “crescita” (che non credo sia riferito all’altezza fisica), basata su un pacchiano tentativo di approfittare della recente ondata emotiva per la morte di Reagan, accostandogli Bush nella grandiose capacità di leader a livello mondiale.
Nel paese delle libertà infinite, infatti, chiunque può decidere di buttare mezzo milione di dollari in una campagna a favore di chi vuole, senza nemmeno doversi consultare – almeno ufficialmente - con lo staff del candidato in questione. Ma siccome l’America è anche il paese dell’ipocrisia infinita, questo significa che un “amico” qualunque può farti il favore di produrre la campagna pubblicitaria più lurida del mondo, permettendoti poi di dissociartene “sdegnato”, non appena questa abbia raggiunto tutto il pubblico che doveva raggiungere. (Un’episodio simile era successo proprio 4 anni fa, quando si scoprì che in uno dei mille spot pro-Bush, finanziato da un gruppo di soliti ignoti, comparivano dei messaggi subliminali ... ... (se una scritta sullo schermo dura meno di un decimo di secondo tu razionalmente non te accorgi, ma il cervello la registra) del tipo Democ=rats (Democrats vuol dire democratici, ma rats vuol dire topi).
Avreste dovuto vedere il buon George, in quell’occasione, come gongolava dentro, mentre con faccia contrita “deprecava pubblicamente” l’uso vergognoso – oltre che tassativamente proibito - del mezzo pubblicitario.
Ma torniamo allo spot che sta per andare in onda, sempre a suo favore, e del quale ovviamente nessuno attorno a Bush sapeva niente: all’inizio si vede Kerry che, reduce dal Vietnam nel 1971, testimonia davanti ad una commissione (che lo aveva indagato per sospette attività anti-governative) che “non possiamo combattere il comunismo in ogni angolo del mondo, e a questo punto dovremmo averlo capito”. La voce dello speaker commenta poi: “John Kerry, sbagliava ieri, e sbaglia oggi”. Appare quindi Reagan, davanti al muro di Berlino, che dice (la sua frase famosa): “Mr. Gorbaciov, tear down this wall” (abbatti questo muro). Seguono le immagini del muro crollato, che si fondono con quelle di Bush che si rivolge alle squadre di soccorso fra le macerie fumanti del WTC, e dice (l’altrettanto nota frase): ''I can hear you, the rest of the world hears you, and the people who knocked these buildings down will hear all of us soon.'' (So cosa provate, il resto del mondo sa cosa provate, e presto lo faremo sapere anche a coloro che hanno abbattuto questi edifici).
Il portavoce di Kerry ha fatto semplicemente sapere che trovano molto triste che nel campo avverso siano ridotti a sfruttare in questo modo la memoria di un presidente appena sepolto.
Molto meno enfaticamente – ma qui si conferma l’abbonamento semestrale al boomerang del nostro cow-boy di cartapesta – la signora Reagan ha fatto sapere che “nessuno ha chiesto la nostra autorizzazione, ed è noto come le leggi impediscano l’utilizzo di immagini di persone pubbliche quando la loro presenza in uno spot possa suggerire in qualunque modo il loro supporto verso il prodotto che viene pubblicizzato”. Che di formaggino o di presidente si tratti.
E fanno tre, i bernoccoli firmati Nancy di questa settimana.
Massimo Mazzucco
Due commenti: Kerry si è fatto quattro anni in Viet-nam, dove si è guadagnato tre medaglie al valor miitare per aver salvato la vita ad altrettanti compagni. Solo per tornare a casa e diventare un leader del movimento pacifista che ha poi contribuito a porre fine a quella guerra. Chissà quanti Abu Grahb deve aver visto, da quelle parti, per cambiare così radicalmente la sua posizione.
Nancy Reagan, per tutti gli otto anni che è stata a Washington, è stata odiata e sistematicamente emarginata dalla haute repubblicana che dominava la scena in quegli anni: il suo difetto? Dire la verità. Si vede che anche questo, come la rapacità degli avvoltoi che le erano contro, è un difetto che non passa mai.