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Paura & Solitudine, un argomento scomodo!
Forse la paura più importante è la Solitudine, ma la Solitudine nello stesso tempo, se gestita bene diventa il proprio tempio, un rifugio nel quale coccolare la propria spiritualità...
Forse la Solitudine è il sentimento più forte... siamo nati da due che si abbracciono, da soli non nascerebbe nulla...La solitudine ci rende accontentabili, e pur di evitar questo sentimento si rischia di frequentare qualsiasi cosa che c'è... e che ha una corrispondenza...
L'argomento è scomodo, perché la parola solitudine crea un'enorme vergogna, difficilmente qualcuno ammetterà quanto la solitudine l'ha influenzato nella vita...
Parallelamente in questo thread si affrontano due argomenti che si intrecciano quasi sempre Paura & Solitudine, ma che possono anche essere presi singolarmente, escludendo la Solitudine come una Paura, ma al contrario...un modo per comprendere la Paura con la Solitudine...
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La paura ci impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza che ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano. Ecco perché, per affrontare pericoli improvvisi, così come per combattere avversari o nemici, le doti più importanti sono il sangue freddo e la presenza di spirito. Il primo consiste nel silenzio della Volontà, affinché l'intelletto possa agire; la seconda nell'attività indisturbata di quest'ultimo, nonostante le pressioni che gli eventi esercitano sulla Volontà.
Arthur Schopenhauer
www.stopsolitudine.com/stopsolitudine/node/133
aforisticamente.com/2014/10/11/frasi-cit...mi-sulla-solitudine/
Anteater
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E' proprio la ferocia che mi fa più paura, sapendo però in partenza, che la ferocia stessa ha paura di ciò che manifesto.
Viviamo tutti "sotto traccia", impediti ad esprimere la nostra vera natura, nella sua pienezza. Basta ricordarla, per comprendere la miseria, e scoprire la richezza che abbiamo in noi, senza alcuno sforzo.
E' l'ignoranza che ci tiene in catene, tutto, poi, viene da se, in un modo o nell'altro.
La manifestazione, appunto, è quello che temono.
Potrei continuare, ma andare oltre significherebbe deragliare dall'impostazione del thread.
Un saluto. :snail:
"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)
χιλικάδο
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Coloro che non seguono le nuove energie rimarranno nella paura, la paura fa parte della terza dimensione, chi si stacca da questi piaceri terreni e si da di più al divino la loro paura pian piano scompare, se non si va su quella strada la paura sarà sempre presente.
La televisione è un mezzo che frena la nostra ascesa, così lo è il cibo di oggi, che molti cibi non vanno bene per il nostro organismo e chi non cambia modo di nutrirsi va incontro alle paure e alle malattie.
Se non ci dedichiamo una parte di vita spirituale la paura rimane, sta a noi voler cambiare nel meglio se non cambiamo le nostre vecchie abitudini non possiamo eliminare la paura proprio perché la paura esiste per tutti coloro che vivono nella terza dimensione, chi rimane nella terza dimensione dovrà lottare sempre di più e la paura sarà sempre presente.
Questi tempi sono in atto due forze, forze di luce e forze di non luce le quali si rafforzano sempre di più, l'umanità dovrà scegliere da che parte stare.
La solitudine la si può combattere in mille modi, oggi giorno abbiamo a disposizione dei mezzi tecnologici i quali si possono sfruttare per far si che ci evolviamo, basta scegliere ciò che ci fa crescere spiritualmente, abbandonando tutto ciò che è di negativo, dunque anche coloro che sono soli la loro solitudine la possono combattere con questi mezzi tecnologici (ad esempio cercando in rete) andando alla ricerca di ciò che è positivo, basta avere la voglia di cambiare cercando dentro e fuori di noi la conoscenza che ci è stata nascosta.
La paura e la solitudine si possono eliminare nel far fiorire sempre di più l'amore che è dentro di noi, emanando amore a tutto ciò che esiste, se non ci diamo da fare nel rafforzare questo amore non possiamo cambiare in meglio.
Amare Dio per tornare a casa con Dio
librolettura.altervista.org/
......................
Per capire meglio questi miei scritti si consiglia di iniziare dall'inizio in modo di evitare le stesse domande
www.luogocomune.net/LC/forum/miracoli-e-...nare-al-padre-dovete
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E' l'amore che domina l'essere umano attuale. E' per esso e in nome di esso che si perpetuano le atrocità più terribili.
Penso all'amore non corrisposto, all'essere sbilanciato verso un'essere umano e ottenere nulla...potremmo immaginare il bivio tra farsene una "ragione" oppure "sclerare" ...La paura di non essere amati sfocia a volte nel panico...ma ci sono anche paure indotte, e paure reali...l'anoressia è conseguenza di una paura indotta...il non piacere...quello che fa illudere la ragazzina, che al posto di una prima è meglio una quarta...queste, sono paure senza fine, anche perché c'è invecchiamento (paura reale)....
La paura e la solitudine si possono eliminare nel far fiorire sempre di più l'amore che è dentro di noi, emanando amore a tutto ciò che esiste, se non ci diamo da fare nel rafforzare questo amore non possiamo cambiare in meglio.
Bellissimo concetto "teorico" e anche estremamente difficile applicarlo in pratica...amare ad esempio chi ha perseverato a farti soffrire...la violenza fisica...il "tradimento" ..sono tutte cose che dissipano la spontaneità di amare senza barriere... ma un amore per Dio (..a crederci..) potrebbe esser realmente un modo per far scivolare paura e solitudine alle "spalle"...
Anteater
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C'è una grande solitudine in un gran numero di persone oggi. Come possiamo spiegarlo e come rimediarvi?
« Ci piacerebbe dirvi che oggi molti esseri sono prigionieri di loro stessi ; vivono questa solitudine perché non sanno andare verso l'altro. Se già arrivaste a capire quello che è Amore per voi stessi, non ci sarebbe solitudine! Se arrivaste a capire fino a che punto potete essere utile all'altro, non ci sarebbe solitudine.
E' la vostra attuale vita che genera questa solitudine, questa frustrazione, questa tristezza, questa sofferenza. Perché? Perché vi isolano dal mondo perché hanno messo a vostra disposizione una televisione, perché hanno messo così tante cose a vostra disposizione che vi isolano dall'altro, dal vicino, e vi fanno vivere ripiegati su voi stessi.
Fino a quando non avrete capito che la vita non è stare solo, che la vita è essere con gli altri, amare, dare, ricevere, scambiare, la solitudine resterà in voi.
Comprendiamo molto bene che le persone di una certa età vivono molto difficilmente questa solitudine, anche quella che hanno dei bambini e di cui bambini non si interessano assolutamente. E' la vostra società che ha creato questo e vi siete lasciati chiudere in questa società, vi siete lasciati inghiottire da una vita che non è la vostra, e questo è relativamente recente.
La solitudine si amplifica sempre più, sia nelle persone giovane o sia in quelle di una certa età. Avete comunque la possibilità di spezzare con essa. Investitevi! C'è così tanto aiuto da dare attorno a voi, c'è così tanta solitudine da spezzare ! Potete farlo attraverso associazione, potete farlo dando un aiuto puntuale ai vostri vicini. Se lo desiderate, la solitudine può non esistere, siete voi a crearla.”
Che aiuto può essere data alLa solitudine che non esiste, esiste solo se non vi connettete con il vostro Divino che è in voi?
« Un essere può sembrare solitario e vivere una vita di ricchezza totale, una vita di ricchezza spirituale ! Se questo essere non ha la possibilità di unirsi ad un gruppo sincero qualunque esso sia, che si unisca “in diretta”, che lavori solo proiettando il suo Amore e la sua Luce interiore sulla vostra Madre la Terra, che preghi anche intensamente per tutti coloro che ne hanno bisogno, per tutti coloro che non ne hanno coscienza del grande valore della preghiera.
Quando siete su questa via, quando siete su questo cammino di Luce, la solitudine non esiste. Se siete in uno stato di solitudine, è perché non siete ancora completamente svegli. Su questo cammino potete avere mille e uno amico visibile o invisibile. Avete a vostra disposizione molte possibilità per escludervi dalla solitudine.
Ci piacerebbe dire questo per la solitudine : l'uomo moderno vive effettivamente in una grande solitudine, anche in seno alla propria famiglia, perché ha dimenticato le cose essenziali della vita: la comunicazione e lo scambio.
Fino a quando non avrà capito che l'uomo ha bisogno di suo fratello per l'ascolto, per il dialogo, che la televisione non è idonea per la sua ascesa, che è nello scambio che potrà trovare la felicità e la pace, l'uomo si sentirà solo.
L'uomo può sentirsi solo in una folla immensa o in una grande famiglia ; è lui, in quel momento, che dovrà trovare un fratello di cuore con il quale potrà scambiare, condividere il nutrimento spirituale, quella di cui ne ha tanto bisogno.
Sapete nutrire i vostri corpi, ma non sapete nutrire la vostra anima e questo vi procura a volte una grande mancanza.
Ripetiamo ancora questo : oggi sono disponibili molte opere sane che possono nutrirvi spiritualmente, che vi spalancano le porte necessarie ad una nuova comprensione, ad una nuova accettazione, a grandi aperture, ma sta a voi di fare il passo.”
Fonte:
ducielalaterre.org/fichiers/divers/la_solitude_Rtv___IT.php
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...scongiurare la solitudine
Anche questo con le sue forti vibrazioni...trasforma paura e solitudine...in forza...
Anteater
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Come potrebbe?
Qualsiasi paura è quindi paura di morire.
Dico morte, mica dico la propria morte.
Non per niente si dice "Solo alla morte non c'è rimedio"
Che poi non ci sia d'aver paura della morte, è un altro concetto ancora.
Tutto torna.
Preservazione della specie = vivere abbastanza a lungo per procreare, quindi prima di morire.
Solitudine = puoi masturbarti per dieci anni di fila, ma senza l'altro non procrei.
Non c'entra che uno voglia stare in compagnia mica per avere rapporti; c'entra che la compagnia e il bisogno di compagnia è l'imprinting inconscio, l'esigenza, il programma atto a creare il terreno fertile per gli incontri = procreazione = preservazione della specie.
Non voglio certo sminuire la relazione tra paura & solitudine del Topic, anche perché è corretta. La solitudine è certo una delle più sofferte. Ma proprio in ragione del fatto che è quella più vicina a garantire, in negativo quindi, il mancato adempimento in nome e per conto della preservazione della specie.
Non c'è cosa che non abbia un'origine.
E l'origine della paura riguarda la morte.
Ogni paura risalirà alla morte.
Razionalmente è riconoscibile solo nei casi estremi e più diretti con l'eventualità di terminare la propria esistenza.
Per il resto è sempre quella, solo che lavora a livello inconscio.
Ripeto, si può vivere senza paura? Non lo so. Ritengo sia possibile. Ma se c'è una paura, allora si riconduce alla morte.
Aver paura della morte è stupido? Lo ritengo possibile. Quello che so è che se c'è una paura, allora si riconduce alla morte.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Qualsiasi paura è quindi paura di morire.
Beh Calvero condivido che la morte è una bella incognita...ma in certi casi il mal di vivere è così atroce che ci suicida...Ci sono svariati motivi/spinte a compiere questo atto...certi "drogati" (eroina, antidepressivi, anfetamine..) chi perde un partner, chi è indebitato, chi lo fa per vergogna....affrontare la vita in certi casi è più grave che affrontare la morte....
Ho aggiunto la solitudine, perché credo sia il motore di tutte le paure...e ai tempi di Facebook è attualissimo...
Slobbysta Ante◆Ater
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Mrexani ha scritto:
Simpatico..da guardare...
A volte penso a chi confida in Gesù...e vedo così tante differenze...quale solitudine trasmettono...
Un'eventuale Dio che sopprime una certa solitudine...e la paura di esser dalla parte sbagliata...creano nel missionario la paura di non aderire alla verità sfuggevole...
Di fatto la paura è determinata dal fatto che si è capaci di determinare la paura medesima...ciò è anche speculativa, ma una volta individuata..la paura..diventa LA SOLUZIONE...è un clic..
Anteater
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la solitudine invece è l'unico modo per galleggiare, anche se ci vuole una discreta fede nella legge di archimede per vincere la paura e star su senza un fondale.
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Mrexani ha scritto: La paura viene quando i piedi cercano un fondale su cui appoggiarsi; e rimane li, rimossa, anche avendo trovato il fondale-
la solitudine invece è l'unico modo per galleggiare, anche se ci vuole una discreta fede nella legge di archimede per vincere la paura e star su senza un fondale.
Questa è poesia...
E in più ..distrarre se stessi dagli altri... spesso torna utile...se poi hai un te stesso chiassoso, tanto meglio!
Slobbysta
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Mrexani ha scritto: La paura viene quando i piedi cercano un fondale su cui appoggiarsi; e rimane li, rimossa, anche avendo trovato il fondale-
la solitudine invece è l'unico modo per galleggiare, anche se ci vuole una discreta fede nella legge di archimede per vincere la paura e star su senza un fondale.
“C’era una volta un villaggio di creature che vivevano nel fondo di un gran fiume di cristallo.
La corrente del fiume scorreva silenziosamente su tutte le creature, giovani e vecchie, ricche e povere, buone e malvagie, in quanto la corrente seguiva il suo corso, conscia soltanto della propria essenza di cristallo.
Ogni creatura si avvinghiava strettamente, come poteva, alle radici e ai sassi del letto del fiume, poiché avvinghiarsi era il loro modo di vivere, e opporre resistenza alla corrente era ciò che ognuna di essere aveva imparato sin dalla nascita.
Ma finalmente una delle creature disse: ‘Sono stanca di avvinghiarmi. Poiché, anche se non posso vederlo con i miei occhi, sono certa che la corrente sappia dove sta andando, lascerò la presa e consentirò che mi conduca dove vorrà. Continuando ad avvinghiarmi morirò di noia.’
Le altre creature risero e dissero: ‘Sciocca! Lasciati andare e la corrente che tu adori ti scaraventerà rotolandoti fracassata contro le rocce, e tu morirai più rapidamente che per la noia.’
Quella però non dette loro ascolto e, tratto un respiro, si lasciò andare e subito venne fatta rotolare dalla corrente e frantumata contro le rocce.
Ciononostante, dopo qualche tempo, poiché la creatura si rifiutava di tornare ad avvinghiarsi, la corrente la sollevò dal fondo, liberandola, ed essa non fu più né contusa né indolenzita.
E le creature più a valle nel fiume, per le quali era una estranea, gridarono: ‘Guardate, un miracolo! Una creatura come noi, eppure vola! Guardate il Messia, venuto a salvarci tutte!’
E la creatura, trascinata dalla corrente, disse: ‘Io non sono un Messia più di voi. Il fiume si compiace di sollevarci e di liberarci, se soltanto osiamo lasciarci andare. La nostra missione vera è questo viaggio, questa avventura.’
Ma le altre gridarono più che mai ‘Salvatore’, sempre avvinghiandosi nel frattempo alle rocce, e, quando tornarono a guardare, il Messia era scomparso, ed esse rimasero sole a intessere leggende su un Salvatore.”
Richard Bach, "Illusioni" 1979
Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
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Quante paure noto...già il postare diventa emblematico! Se qualcuno lo fa, può essere coraggio, se lo si fa, dopo un altro..può essere il contrario...Partirei da qui! Dalla personalità, capendo l'emotività...e ciò che allarma...l'istinto!
Slobbysta
Questa tipa crede di parlar di un argomento...chissà se lo fa...
PAURA DI ESSERE SE STESSI 16.12.2015
...sarà solitudine?
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Uno dei maggiori
esperti mondiali di comunicazione digitale, descrive il futuro prossimo dei nostri mezzi di
comunicazione, mi è tornata in mente una storiella per bambini, in cui si racconta che un re non
vedeva di buon occhio che suo figlio, abbandonando le strade controllate, si aggirasse per le
campagne per formarsi un giudizio personale sul mondo: perciò gli regalò carrozza e cavalli. “Ora
non hai più bisogno di andare a piedi”, furono le sue parole. “Ora non ti è più consentito di farlo”,
era il loro significato. “Ora non puoi più farlo” fu il loro effetto. Che c’entra tutto questo? C’entra.
Se mi porto il mondo a domicilio come faccio a fare esperienza del mondo?
Qui non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi potenzialità future dei mezzi di
comunicazione, ma di capire come l’uomo profondamente si trasforma per effetto di questo
potenziamento. L’uomo infatti non è qualcosa che prescinde dal modo in cui manipola il mondo, e
trascurare questa relazione significa non rendersi conto che a trasformarsi non saranno solo i mezzi
di comunicazione, ma l’uomo stesso.
Radio, televisione, personal computer, Cd-rom, ci plasmano qualunque sia lo scopo per cui li
impieghiamo. Una trasmissione televisiva edificante e una degradante, per diversi che siano gli
scopi a cui tendono, hanno in comune il fatto che non vi prendiamo parte, ma ne consumiamo
soltanto le immagini. Il “mezzo” indipendentemente dallo scopo ci istituisce come spettatori e non
come partecipi di un’esperienza o attori di un evento. Questa condizione che vale per la televisione,
vale, anche se non sembra per l’Internet, dove il “consumo in comune” del mezzo non equivale ad
una “reale esperienza in comune”. Ciò che nell’Internet si scambia quando non è una somma
spropositata di banalità, è pur sempre una realtà personale che non diventa mai una realtà condivisa
Lo scambio ha un andamento solipsistico dove un numero infinito di eremiti di massa comunicano
le vedute del mondo quale appare dal loro eremo. E par di vederli questi operatori, separati ‘uno
dall’altro chiusi nel loro guscio come monaci di un tempo sui picchi dell'alture, non per rinunciare
al mondo ma per non perdere neanche un frammento del mondo “in immagine”.
Ciò comporta un capovolgimento tra interiorità ed esteriorità, e più in generale tra interno ed
esterno. Se un tempo la famiglia era l’ “interno” in cui si scambiavano questi tratti affettivi d’ira e
d’amore e più in generale quella libertà espressiva che occorreva contenere fuori all’ “esterno”, oggi
grazie alla diffusione della Tv sempre accesa la famiglia è il luogo in cui è di casa il mondo esterno,
reale o fittizio che sia. La casa reale, con le sue quattro mura e i suoi quattro mobili, è ridotta a un
container per la ricezione del mondo esterno via cavo, via telefono, via etere, e quanto più il lontano
si avvicina tanto più il vicino, la realtà di casa, quella familiare, si allontana ed impallidisce. Tutto
ciò non dipende dall’uso che facciamo dei “mezzi”, ma dal fatto che ne facciamo semplicemente
uso, per cui non gli “scopi” a cui sono preposti i “mezzi”, ma i “mezzi” come tali trasformano
l’immagine in realtà e la realtà in fantasma.
Né la situazione migliora quando la famiglia è “raccolta” intorno alla Tv, perché, a differenza della
tavola intorno a cui ci si sedeva facendo scorrere in un viavai continuo, sentimenti e risentimenti,
interessi e gelosie, sguardi e conversazioni di cui si nutriva la trama della famiglia, davanti alla Tv
la famiglia è “raccolta” non più in direzione centripeta, ma centrifuga, solo perché ciascuno, che
non è più con l’altro, ma solo accanto all’altro, prenda il volo verso una fuga solitaria che non
condivide con nessuno o al massimo con un milione di solitari del consumo di massa, che
contemporaneamente a lui, ma non insieme a lui, guardano lo schermo.
Come il gas, l’acqua, la luce, cosi i mezzi di comunicazione digitali, indipendentemente dall’uso
che se ne fa ci portano gli avvenimenti in casa dispensandoci dall’andare verso di loro. Ciò
trasforma il nostro modo di fare esperienza, se non altro perché chi vuol sapere cosa avviene fuori
casa deve andare a casa, e solo allora, quando ciascuno di noi è ridotto a una monade leibniziana
senza porte e senza finestre che si aprono sul pianerottolo del vicino, solo allora l’universo si riflette
per noi e si offre a portata di mano. Non più il viandante che esplora il mondo, ma il mondo che si
offre al sedentario che è al mondo proprio perché non lo percorre, e al limite neppure lo abita.
La rivoluzione ha del copernicano, perché il mondo non è più ciò che sta, ma a stare (seduto) è
l’uomo, e il mondo gli gira attorno capovolgendo i termini con cui, dal giorno in cui è comparso
sulla Terra, l’uomo ha fatto esperienza. Le conseguenze non sono da poco. Se il mondo viene a noi,
noi non “siamo-nel-mondo”, ma semplici consumatori del mondo. Se poi viene a noi solo in forma
di immagine, ciò che consumiamo è solo il fantasma. Se questo fantasma lo possiamo evocare in
qualsiasi momento, siamo onnipotenti, come Dio. Ma poi questa onnipotenza si riduce perché, se
possiamo vedere il mondo senza potergli parlare, siamo dei voyeurs condannati all’afasia.
Il mondo può diventare illeggibile per overdose di informazioni e l’uomo perdere il bene più
prezioso che è la capacità di fare l’esperienza. Non siamo infatti onnipotenti come i mezzi di cui
disponiamo, e non saranno certo mezzi onnipotenti capaci di mettere in comunicazione milioni di
solitudini a fare di tutti i solitari, privati proprio dai mezzi di comunicazione della possibilità di fare
un’esperienza condivisa, gli abitanti di un mondo comune...U. Galimberti
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Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:
Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?
♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤
Come dice Calvero la paura della morte è fondamentale ...però c'è l'inghippo suicidio..che "annulla" questa tesi su una parte di "cittadini"...che esasperati..in fondo puntano..ad esser considerati....
Lo dico perché l'ho provato...si può rimaner a galleggiare con le proprie giustificazioni..o ammettere di esser infelice di non capir completamente ..ma consapevole...poi setacciando..nell'armonia...una specie di alchimia... (ma è una predisposizione...?)
Spesso gli "errori" son necessari per valutare "un'ingiusta" parziale e "grande" verità..dove gli "ignoranti"..si aggrappano a saperne ▪▪dell'istante▪▪non lungimirante...ma in realtà qualcuno "domina"...il tempo...
Questa è la più grande paura...poter fluttuar col tempo...ma esso segna comunque una matrice [Matrix] ...di integro c'è l'esperienza...e se la nostalgia non è presente...tu sei l'istante..poi boy surclassato? O rinnovato? Oggi è così..ma è "facile" cambiare...
Slobbysta
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Stati per tasso di suicidio.Anteater ha scritto:
Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:
Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:
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Maksi ha scritto:
Stati per tasso di suicidio.Anteater ha scritto:
Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:
Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:
Stupefacente...la Cina sarebbe quella più equilibrata tra donne e uomini...in Egitto/Giordania praticamente non si suicidano...mah....sarebbe interessante capire il criterio tra suicidio e "disgrazia"...giuro non ci avrei creduto...forse per luoghi comuni avrei detto il Giappone...
Beh sul fatto che noi maschietti siamo morti di fame...poi esistono anche i Justin Bieber...
Il suicidio a mio avviso può esser atto di coraggio come assolutamente no! Dipende dalla consapevolezza delle conseguenze...
Slobbysta
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Penso che i dati di alcuni stati non siano verificabili.Anteater ha scritto:
Maksi ha scritto:
Stati per tasso di suicidio.Anteater ha scritto:
Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:
Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:
Stupefacente...la Cina sarebbe quella più equilibrata tra donne e uomini...in Egitto/Giordania praticamente non si suicidano...mah....sarebbe interessante capire il criterio tra suicidio e "disgrazia"...giuro non ci avrei creduto...forse per luoghi comuni avrei detto il Giappone...
Beh sul fatto che noi maschietti siamo morti di fame...poi esistono anche i Justin Bieber...
Il suicidio a mio avviso può esser atto di coraggio come assolutamente no! Dipende dalla consapevolezza delle conseguenze...
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Il Giappone viene subito dopo la Slovenia :down:
Il suicidio come atto di coraggio puo' essere riferito solo come immolazione, un appello agli altri. Nell'Antica Roma nelle fila militari era un atto stoico, contro l'onta della sconfitta, oppure come sacrificio per garantirsi i favori degli Dei. Niente a che vedere con la disperazione. Ma era un mondo eroico. Nell'era moderna mi viene in mente Mishima e per ultimo Venner, che con l'atto in se' ha voluto richiamare un risveglio collettivo: www.lintellettualedissidente.it/societa/...ta-dominique-venner/
Tecnicamente sono stati classificati come suicidi, ma hanno una valenza e simbologia diverse.
Nell'era moderna la frustrazione sessuale porta a significative manifestazione psicotiche (alcune volte anche omicide). Questo ovviamente eccede sopratutto fra gli uomini, dato che la mancanza di fi*a porta inesorabilmente a scerditare la propria esistenza come priva di senso.
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Politician commits suicide during press conference, the Budd Dwyer's suicide
Questo suicidio mi ha dato a pensare...sciatto...meglio l'eroico Göering ...
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Le ragioni per cui uno si dovrebbe interessare di cose dalle quali naturalmente fugge, sono naturali, anche se spesso fatte inconsciamente. In altre parole per fuggire dalla solitudine o dalla paura ( o ansia) prima devi conoscerle, o almeno sentirle, riconoscerne i sintomi.
A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia, quello che naturalmente frena lo slancio sociale di presa di possesso.
Altre volte sono stumento per scatenare l'empatia nell'altro che potresti essere tu , utile come sfogo. Che fai...lo sai e assecondi ..o dici :"Chi chiagne fotte chi ride"?. Non restare per non diventare uno dei due piccioni è una fuga dalla paura di sentire il rantolo di un vigliacco che muore molte volte prima di morire in estrema cautelante solitudine?
Spesso le due cose restano separate. non interagiscono tra loro e l'una non genera l'altra.
L'aspetto piu grave è quando le due cose causano cambiamenti di stati di umore, rimurginio e alterano le funzione cognitive piu naturali e piu semplici per la ricerca dell'altro. Nella spasmodica, vana, ricerca di se stessi impossibile da condurre senza il confronto con l'altro. L'essenza del se? Vedo il buio laggiu. Ma a guardarsi intorno sembra che la compagnia non manchi.
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maurixio ha scritto: ho 50 anni, non lo dico per vantarmi, ma per sottolineare che vedo questo aspetto della vita dal punto dove ora mi trovo. E non trovo la paura e la solitudine un argomento scomodo, ma sicuramente difficile da introdurre in una eventuale conversazione. In questo spazio virtuale è perfetto. Esistono molte forme della paura. Per la solitudine le citazioni e gli aforismi del link ne sono un esempio.
Le ragioni per cui uno si dovrebbe interessare di cose dalle quali naturalmente fugge, sono naturali, anche se spesso fatte inconsciamente. In altre parole per fuggire dalla solitudine o dalla paura ( o ansia) prima devi conoscerle, o almeno sentirle, riconoscerne i sintomi.
A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia, quello che naturalmente frena lo slancio sociale di presa di possesso.
Altre volte sono stumento per scatenare l'empatia nell'altro che potresti essere tu , utile come sfogo. Che fai...lo sai e assecondi ..o dici :"Chi chiagne fotte chi ride"?. Non restare per non diventare uno dei due piccioni è una fuga dalla paura di sentire il rantolo di un vigliacco che muore molte volte prima di morire in estrema cautelante solitudine?
Spesso le due cose restano separate. non interagiscono tra loro e l'una non genera l'altra.
L'aspetto piu grave è quando le due cose causano cambiamenti di stati di umore, rimurginio e alterano le funzione cognitive piu naturali e piu semplici per la ricerca dell'altro. Nella spasmodica, vana, ricerca di se stessi impossibile da condurre senza il confronto con l'altro. L'essenza del se? Vedo il buio laggiu. Ma a guardarsi intorno sembra che la compagnia non manchi.
....e chi sono io per giudicare? ma il tuo commento è un capolavoro!...salvalo...e rileggilo fra dieci anni..in uno di quei momenti...ringrazierai di poter sgranchire le radici...
Anch'io ne ho circa uguali di anni...e me ne vanto: un abbraccio tra il medioevo e futuro prossimo...età sfigata per le aspettative, ma la meno MONOindottrinata...e forse la più curiosa...con un "belvedere"...
Sai perché è un argomento che scotta? Perché è il motore delle nostre microazioni...L'orgoglio è la prima stampella per evitare la competizione della vita...e sapendo che tanti spermatozoi hanno fatto a gara...non si può evitare l'evidenza...anzi in vece, lo si fa! Creando l'espediente del bisogno di isolarsi in un gruppo evitando altri pollini...
A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia
...bella frase...ma la paura non si nasconde troppo nell'inconscio...lo vedi dalle reazioni degli altri...poi sarà poco ponderato il perché di codesti atteggiamenti quasi automatici...ma bene o male, si sa cosa si teme...si chiama anche fifa dell'ignoto...(per "veder" l'inconscio...fìlmati per un po'.. e riguardati più volte...a volte funziona)
il tuo finale è splendido...si vede che conosci la vita...beh...basta un lutto che la vita può cambiare radicalmente...è per quello che L'ABITUDINE...è quel palliativo che cerca di tener lontano sia solitudine che paura!
Slobbysta
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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