Il loro modus operandi

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1 Anno 4 Mesi fa #51341 da Leveling
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IL LORO MODUS OPERANDI
Umberto Telarico

Esiste un programma subliminale teso alla manipolazione, come l’uomo fa con le creature della Terra? La specie umana è oggetto di uno studio biologico ed etologico su scala lanetaria da parte di un “quid” sconosciuto?



L’analisi dei singoli casi di “rapimento temporaneo di esseri umani”, da parte di entità animate associate più o meno direttamente al fenomeno UFO, ci ha consentito di accertare un comune “modus operandi” degli Alieni (con alcune varianti). Per riuscire nel nostro intento - verificare l’esistenza di parametri logico/razionali in un numero significativo di eventi strutturalmente simili ma di natura sconosciuta - abbiamo cercato di accertare possibili similitudini con qualcuno degli schemi logico/comportamentali legati allo svolgimento di determinate attività umane.

LE MODALITÀ
Spesso, l’evento di abduction è preceduto da uno o più avvistamenti di UFO in un ambito territoriale o nelle sue adiacenze. In altre occasioni, il fenomeno si colloca all’interno di un’ondata di segnalazioni di UFO (o flap) che investe una più vasta area territoriale. Il più delle volte, il soggetto umano rapito sembra scelto a caso: può trovarsi nella zona prescelta dal fenomeno, oppure vi si è avvicinato intenzionalmente. In genere, il soggetto umano viene prelevato contro la propria volontà: in modo “hard” (duro), quando più entità animate lo agguantano e lo trasportano di peso all’interno dell’UFO, o in modo “soft” (dolce), quando, tramite l’uso di un raggio luminoso, un’emissione energetica o gassosa di qualche tipo, si paralizza o si provoca la perdita dei sensi dell’individuo, prima di trasportarlo all’interno dell’UFO. Più raramente, il soggetto accetta di spontanea volontà (per curiosità o altro) l’invito rivoltogli di salire a bordo del velivolo. In tutti i casi di rapimento noti, il soggetto viene sottoposto a un attento esame medico e a volte a prelievi di sangue e/o piccole parti di tessuto organico con tecniche pressoché indolori. In altre occasioni, nel corpo del soggetto viene introdotto un “impianto”, simile a una minuscola sonda, avente la forma di una piastrina o di una sfera. Tale dolorosa, o quantomeno fastidiosa operazione, viene effettuata attraverso la cavità nasale, o il condotto uditivo o l’addome. In questi ultimi casi, in seguito, sul corpo vengono riscontrati minuscoli segni o cicatrici. In rare occasioni, il soggetto è sottoposto a un intervento chirurgico allo scopo di guarirlo da una qualche grave malattia, o è fatto oggetto di prelievo di liquido seminale, o viene fatto accoppiare con entità umanoidi di sesso opposto (esogamia). A volte, dopo un certo lasso di tempo dal primo episodio di abduction, il medesimo individuo viene nuovamente rapito per essere sottoposto a un nuovo controllo medico. In tutti i casi, le entità animate comunicano con il soggetto umano a gesti e/o per via telepatica, spesso, cercando di tranquillizzare il più possibile il soggetto in esame. Più raramente, e in genere nei casi di “repeat” (reiterazione del rapimento), l’entità instaura con il soggetto un dialogo più vario e complesso, consistente in uno scambio d’informazioni dal contenuto filosofico/scientifico. Sporadicamente, il rapito viene usato dall’entità animata per diffondere informazioni tecnico/scientifiche non sempre attendibili o verificabili, oppure messaggi dal contenuto etico/morale.

IL TERRITORIO E LA CATTURA
Il fenomeno dei rapimenti, come altri aspetti peculiari della problematica - atterraggi, incontri ravvicinati di II e III Tipo, ecc. - si è esteso e intensificato nel tempo di pari passo con l’andamento generale del fenomeno UFO sul nostro pianeta. Esaminandone lo sviluppo, l’interpretazione logica più ovvia è che la specie umana è oggetto di uno studio biologico ed etologico su vasta scala, da parte di un “quid” sconosciuto. Se ciò è vero, dovremmo trovare notevoli analogie tra questa e una qualche attività umana similare, ad esempio lo studio biologico di altre specie animali. Ad esempio, una qualsiasi equipe di zoologi sceglie la specie animale da porre sotto osservazione e il luogo dove operare, dopo di che viene organizzato un accampamentobase per poi procedere a una perlustrazione aerea e/o terrestre della zona. Una volta individuato un branco, un piccolo gruppo, o un singolo individuo, si sceglie un esemplare avente caratteristiche idonee, oppure ci si affida al caso; poi si procede all’inseguimento dell’animale prescelto o, qualora viva in gruppo, al suo isolamento. Nella quasi totalità dei casi, l’animale viene catturato contro la propria volontà, immobilizzato e spinto a forza in una gabbia posta a bordo di un camion. A volte l’animale viene catturato dopo essere stato narcotizzato mediante proiettili soporiferi. Negli studi riguardanti il comportamento animale (etologia), il ricercatore fa sì che questi gli si avvicini spontaneamente in modo da poter instaurare un rapporto di reciproca fiducia e intesa. Dopo la cattura, l’esemplare viene sottoposto a un completo esame medico con relativo prelievo di sangue ed altro, a seconda delle necessità. Per studi riguardanti lo spostamento degli animali all’interno di un territorio (migrazioni, svernamenti, ecc.), all’esemplare viene applicato un minuscolo contrassegno o un segnalatore radio. Nel caso l’animale risulti ferito o avesse bisogno di cure, un veterinario provvede alla cosa. Qualora si proceda a ricerche sul comportamento sessuale di una certa specie, o miranti al miglioramento della razza, oppure a incroci tra razze diverse, l’esemplare viene indotto ad accoppiarsi e/o viene sottoposto a test e a prelievi di seme. Spesso, per aggiornare o portare a termine studi sui processi fisiologici e/o comportamentali della specie animale sotto osservazione, è necessario riesaminare periodicamente gli esemplari precedentemente esaminati e contrassegnati. Nella maggioranza dei casi, dopo il trauma della cattura, durante la breve prigionia necessaria per effettuare i test medici, i ricercatori tengono calmo l’animale (somministrazione di farmaci) con carezze e/o alimenti. Nei programmi di ricerca in campo etologico - come la valutazione del grado d’intelligenza e lo studio dei sistemi di comunicazione degli animali - si cerca di comunicare con l’esemplare imitandone il linguaggio (orche e delfini), o con gesti e simboli (i primati, come lo scimpanzè Koko). Recentemente, sono state sperimentate tecniche per l’introduzione di specifiche informazioni in una comunità di animali, impiegando un esemplare addestrato come tramite per comunicare ad altri della sua specie, una nuova tecnica per risolvere un dato problema e/o un comportamento diverso di fronte a una data situazione. Così, i ricercatori hanno ottenuto (per induzione, senza intervento diretto) la divulgazione di una certa informazione, o “messaggio culturale”, a un numero elevato di animali in tempi brevi.

LA NOSTRA È UNA SPECIE EVOLUTA?
Confrontando il primo schema (le abductions) e quello relativo allo studio biologico ed etologico degli animali, ci rendiamo conto che entrambi sono correlati come “modus operandi” e, per logica deduzione, lo devono essere anche negli scopi. Quindi, i rapimenti non sono legati essenzialmente alla sfera psicologica ed emotiva del testimone (come propone il Dr. Lawson con la sua teoria dei “traumi della nascita”), ma sono un fenomeno logico, indipendente dalla volontà e dalla psiche del soggetto, apparentemente gestito da un quid intelligente non umano, che sembra impegnato, forse da tempo immemore e con l’ausilio di tecniche d’approccio adeguate allo sviluppo culturale delle diverse società del nostro pianeta, nel portare avanti uno studio sulla specie umana e sulla biosfera terrestri. Vorrei ora esprimere considerazioni personali: nonostante gli studi di biologia, neurofisiologia ed etologia sugli animali ci abbiano dimostrato inequivocabilmente che tutti gli esseri viventi possiedono una sfera emotiva e un’intelligenza non semplicemente riconducibili al vecchio e riduttivo termine di “istinto”, l’uomo continua a uccidere queste creature per puro divertimento (come nel caso della caccia e degli zoo), per fini scientifici di dubbia utilità, privi d’ogni etica (la vivisezione, la sperimentazione farmacologica e come fonte d’organi da espianto), per incuria e speculazione economica (il degrado ambientale e la distruzione dei loro ecosistemi naturali). Malgrado ciò - senza contare gli innumerevoli e continui esempi di biocidio umano - la nostra va ritenuta una specie evoluta.

DIVENTARE LA PREDA
Se, per pura speculazione intellettuale, volessimo dar credito sia alle voci (in parte suffragate dai fatti) inerenti la presenza sul nostro pianeta di esseri alieni dediti al prelievo di parti e organi di mammiferi (le mutilazioni animali), sia riguardanti accordi occulti fra vertici governativi statunitensi (ma anche di altre superpotenze) e i rappresentanti di una o più razze di esseri alieni - accordi di concessione a costoro di determinate aree del pianeta per installarvi delle loro basi, nonché il consenso a poter eseguire esperimenti biologici su animali e umani, in cambio di certe conoscenze scientifiche e di tecnologia aliena - dovremmo modificare radicalmente le nostre convinzioni sugli scopi del fenomeno abductions. Infatti, non si tratterebbe più di uno studio conoscitivo dell’uomo sotto l’aspetto biologico, antropologico ed etologico, da parte di una o più specie intelligenti d’origine extraterrestre, con finalità scientifiche e/o filantropiche, ma di un programma condotto con tecnica subliminale e fredda determinazione, per manipolare e usare l’uomo come una cavia da laboratorio. In tale triste caso, l’arroganza dell’uomo dispensatore di sofferenza e di morte ai suoi simili e alle creature viventi della Terra, si trasformerebbe nel terrore impotente di una vittima, il che, per molti esseri umani, sarebbe del tutto meritato: l’uomo, il cacciatore per eccellenza, sarebbe divenuto una preda. Se, tra le tante intelligenze aliene da tempo in visita alla Terra, ce n’è qualcuna che misura il grado di intelligenza degli esseri viventi in base non solo al loro livello tecnologico ma, principalmente, al comportamento etico verso le creature con le quali condividono l’habitat planetario - visti l’alto livello d’inquinamento dell’intera esosfera e lo stato di povertà e di guerra in cui versano un gran numero di nazioni - la specie umana sarà collocata a un gradino davvero basso della scala evolutiva cosmica. La conseguenza diretta di una tale valutazione della specie umana sarebbe quella di essere considerata, dagli alieni, alla stregua di come noi consideriamo le creature viventi del pianeta, animali su cui, in nome della scienza e del progresso, è lecito condurre ogni sorta di esperimento biologico e genetico. Ebbene, siamo proprio sicuri che questo non stia già avvenendo?

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