Fottuta libertà - a trenta secondi dalla fine

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11708 da Calvero
Fottuta libertà

Ci sono pellicole che finiscono nel famoso dimenticatoio e non mi dispiace sempre; è come se un film cui tieni e sei affezionato rimanesse in un cantuccio, al riparo dagli sguardi occasionali. Un tesoro da riscoprire al momento opportuno. Convinto che il mondo non possa più saperne, lo vorrei tenere segreto. E mi sono già tradito.

E si sappia: - Runaway Train prima di finire nel dimenticatoio, non era un film passato in sordina. Le tre candidature agli Oscar, così come le altre tre ai Golden Globe nell”86 (di cui una trasformatasi in premio per l’attore protagonista) dicono qualcosa. Ma - soprattutto - qualcosa mi dice l'anima mia. Che si contorce quando parlo di questo film e mi trovo, anch'io come i protagonisti, ad arrancare tra le lame di un'acciaio metafisico, nel delirio di un mostro che amo fino all'ultimo secondo.



Capolavori o non-capolavori, questo è il problema

Se si parli di capolavori, ecco i miei distinguo:

1) CI sono i capolavori, PUNTO. Ahimé, con le lacrime e i pugni stretti, devo dire che questo film non lo è.

2) Ci sono i “capolavori mancati” che mantengono comunque un alto livello di riferimento, ma sempre mancati sono.

3) Poi c'è un film diretto da Andrey Koncalovskij, ed eccoci al dunque:- “Capolavori nonostante tutto”.

Spiegheremo a breve il perché del «nonostante tutto»

Basta un pizzico di amore per il cinema e una dose di cara cinefilia per sapere che un soggetto può essere elementare quanto si voglia; un film avere gravi lacune ed errori sparsi; ma se il messaggio che contiene ha una forza intrinseca che muta e trasforma, allora quella portata sarà vasta, al punto di trascendere la sceneggiatura, se non il film stesso.

E così accadde.

Per la cronaca, il soggetto è di un certo Akira Kurosawa, e avremmo già detto tutto.


Sinossi (o giù di lì)

- Da un carcere di massima sicurezza dove i detenuti sono trattati come animali, due prigionieri riescono a fuggire. Il Direttore del carcere si mette in gioco in primissima persona per catturare gli evasi, è una maledetta questione personale. Dei due fuggitivi è Manny quello che vuole veramente; l’osso duro, la bestia, l'animale che mai è riuscito a piegare.

Manny (Jon Voight) e Buck (Eric Roberts) si trovano ad affrontare i ghiacci e un inverno assassino. Riescono a raggiungere una stazione ferroviaria e a nascondersi in un locomotore con l'ovvia speranza di raggiungere la libertà. Il treno che è senza passeggeri finalmente parte, ma un infarto stronca il macchinista. Senza se e senza ma. Il convoglio senza controllo prenderà brutalmente velocità. I fuggitivi saranno individuati e braccati da un elicottero, e in volo ci sarà lo stesso direttore del carcere Ranken (John P. Ryan) ormai preda di una rabbia cieca e ben al di là del suo ruolo ufficiale ...

... e mentre dalle sale di controllo delle linee ferroviarie gli operatori cercano disperatamente di fermare in qualche modo il treno impazzito, la tensione emotiva impazza come le scintille sui binari. Ma sul treno, ad insaputa di tutti (spettatori compresi), viaggia Sara (Rebecca De Mornay), una ragazza addetta alle manutenzioni che si trovava casualmente in un altro locomotore e, anche lei impotente, soltanto a un certo punto della vicenda raggiungerà il vagone dove i fuggitivi tenteranno l'impossibile per trovare una soluzione, una via di scampo …

…il tempo scorrerà inesorabile e li condurrà a un destino che non sarà per tutti il medesimo.

“Il nonostante tutto”

Questa pellicola è calata profondamente negli anni ’80 e a farne le spese è una colonna sonora sostanzialmente ridicola, per fortuna usata senza strafare troppo e, almeno nei passaggi topici, funziona, dando il valore evocativo che cavalca molte immagini: non è un'iperbole - portentose - precisamente in linea con la liricità dei momenti che la meritano.

Un opera dal lavoro discontinuo, a tratti pacchiano. Sia detta la verità senza pietà, come senza pietà è la storia. Poi, il problema delle plausibilità; ci sono leggerezze proprio nella fase introduttiva, un vera pecca. La fuga da un carcere di massima sicurezza non è quella da un convento di suore, questo dovrebbe essere noto e - soprattutto - non puoi dare allo spettatore una rappresentazione così veridica delle prigioni, violente, sospette, cariche di mille tensioni, per poi vedere i protagonisti fuggire con un piano a mo’ di una “Banda Bassotti”. L’ultima nota del «nonostante tutto» riguarda l’antagonista (il direttore Ranken) che tallona i nostri “eroi”; le prerogative discutibili e il potere concesso a questo Direttore fuori dal suo carcere, non tornano.

Errori non da poco, testimoni di capolavori che possono essere tali - nonostante tutto – ma, più lo guardo, più vedo "infantilità", una favola veramente nera, quelle stesse infantilità che metteva in gioco Leone, in piena ragione di un coinvolgimento, di un crescendo - che trasfigura in un’epica la realtà, la realtà in un'epica ... e, primo dei monumenti dell'umanità e di tutti i tempi, a sapere queste cosucce era solamente Omero.

L’Opera.

Runaway train è un mostro. Vivo. D’acciaio. Nero. Che si trasforma man mano. Cresce negli occhi degli spettatori e li trascina in un’allegoria di respiro oscuro. Qui la forza, qui la genialità. Il dramma non è in gioco attraverso la sempiterna battaglia del bene e del male, No cazzo. NO. Altro viene detto …

Akira Kurosawa e Edward Bunker (quest’ultimo tra gli sceneggiatori) non speculano sulla questione per eccellenza, quell’appunto del bene e del male, ma esplodono insieme al lato oscuro dell’uomo, insieme alla sua fragilità, insieme all’amore che gli appartiene e nessuno è mai riuscito a scindere. Verità sottovalutate, maledette e sottovalutate. Così non fosse, il finale non potrebbe essere tanto struggente, lasciando un’emozione ancorata allo stomaco che non riesce a staccarsi neanche dopo i titoli di coda. Sul volto di Voight si scolpisce - di sequenza in sequenza - la sua anima, fino a vederla apparire nella sua vera assoluta completezza, soltanto alla fine.

Il Maestro Kurosawa (quella volta regista) già nel ’75 fornì la prova di saper trattare certi temi, quando consegnò al cinema un altro capolavoro: Dersu Uzala. E lì non ci sono cazzi, per nessuno. Sicuramente quell’esperienza si riflette dieci anni dopo nei protagonisti di Runaway Train e forse scorre più audacemente sui binari del treno impazzito.

Dal canto suo, Edward Bunker, non poteva che offrire al regista gli altri colori necessari per dare al film una forza intimista sull’uomo ai margini di se stesso. Bunker è uno sceneggiatore con un passato di criminale alle spalle (basti sapere che ha il triste record di essere stato il più giovane detenuto nel Carcere di San Quintino); e ha contribuito non poco; a denunciare una natura "segreta" e forse solo apparentemente contraddittoria.


Crescendo

L’energia di questo racconto che diviene poema, vive nella grandezza raggiunta da Voight, punto. Che ci offre uno spessore e una profondità solo in apparenza inaccessibili; vive Manny come pochissimi avrebbero potuto. Il suo personaggio, piano s'invia a se medesimo, nella sua (personale?) Armageddon, verso il duello che è diventato mitico, poi nulla; nulla riguarderà più la libertà che potrebbe ottenere fuggendo. Riguarderà la libertà delle libertà.

Ranker scende sui vagoni in corsa, al limite del suicidio, scende dal cielo e lo ammanetta, ammanetta Manny nel vagone che comanda l’intero convoglio. Ma per Ranker sarà la sconfitta. La vicenda paradossalmente si capovolge. Il duello si è spostato su di un altro piano. Manny non vuole fermare il treno, anche se ora gli sarebbe possibile, gli basta premere soltanto quel pulsante. Sarà Ranker a morire da prigioniero, ammanettato a un mostro d’acciaio, moderno, furore della tecnica, ingestibile ... proprio come il mondo che sta lasciando alle spalle.

Manny inchioderà Ranken a questa verità. La libertà che vuole il prigioniero; quell'animale che non si piegava, che tutti consideravano il male assoluto, la libertà che vuole ottenere sarà superiore alla civiltà che Ranken difende.



Runaway train (A trenta secondi dalla fine, in Italia) in un punto imprecisato della storia e a seconda della sensibilità dello spettatore, sale in noi e assume forza simbolica, pervade e impressiona la vicenda sino a eclissare tutto ciò che quei personaggi ci dicevano in origine.

La regia raccoglie e indirizza le energie che erano intrinseche al soggetto di Kurosawa, che, come un fuoco sotto la cenere, infiamma i significati sottesi di quella che a tutti gli effetti si rivelerà essera una tragedia. I passaggi violenti tra Buck e Manny non per niente possono essere quelli di un discepolo disilluso dal suo stesso mentore, di un bisogno eterno di comprendere gli eroi da eguagliare, tentando di plasmarsi a loro; la figura di Sara è centrale in ogni senso (non è assolutamente una spalla) e proprio attraverso i suoi occhi si potranno decifrare i contrasti che altri autori tratterebbero con collaudata stupidità. La cifra filosofica e drammatica di Runway Train è elaborata attraverso un film d’azione, elementare, e anche di serie "B" se vogliamo. Qui l'eccezionalità.

Lo stilismo di Koncalovskij costretto in piccoli spazi, alternato con riprese esterne - sempre a inseguire qualcosa o qualcuno, dice della maestria di un occhio invisibile che mai è colto in errore - MAI - mai perde la forza intima nonostante l'azione.

Rimanga di monito, quest'opera dimostra l’inettitudine del “cinema” di oggi - che va per la maggiore in questa decade - con "autori/registi/produzioni" che non sono capaci di concepire l’azione e la violenza se non, negando alle inquadrature il respiro e la pace necessaria per cogliere la profondità delle tensioni. Non ne sono capaci.

Manny come una belva, pesta a sangue Buck; si fermerà solo per le implorazioni di pietà urlategli da Sara. Sarà inaudita la risposta di Manny a Sara. Il biglietto al cinema varrebbe solo per questo momento incredibile.

Non c'è belva tanto feroce che non abbia un briciolo di pietà. Ma io non ne ho alcuno, quindi non sono una belva.
(Riccardo III – Shakespeare)

Manny sarà inquadrato l’ultima volta mentre sul tetto della locomotiva lotta contro il vento e la bufera, per affrontare - in piedi e a braccia aperte - la morte. Le inquadrature degli amici in carcere, dietro le sbarre, ora crudelmente in primo piano, nei sorrisi confusi dalle cicatrici, si alterneranno con quelle di Manny sopra la locomotiva che si perde per sempre nella bufera. Come gli avevano promesso prima che fuggisse, il loro spirito e la loro anima sarebbero vissuti con Lui se avesse conquistato la libertà.

Manny, prima di unire il suo destino a quello del suo nemico, riuscirà a sganciare il vagone dove Buck e Sara sono abbracciati e ormai rassegnati, salvandoli così dalla morte. Le urla di Buck che chiama Manny quando si accorge del sacrificio del suo eroe, implorandogli di non andarsene perché era insieme che dovevano fuggire! ... insieme che dovevano farcela! .... sono disperate, quelle di un figlio davanti al padre che ...

... a rimaner sospesi nell’epopea e - nell'anima - nella pellicola che corre insieme ai binari di una ferrovia senza senso, sarà impressa in noi una macchia nera, deformata, in paesaggi bianchi e lame di ghiaccio, desolati, come un mostro che divora chi lo avvicina... e lo trasforma in altro.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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6 Anni 11 Mesi fa #11709 da Calvero
Avevo scritto (e pubblicato) questo articolo tanto tempo fa. Ma sentivo un bisogno nell'anima di rimettere su di lui le mani. Di correggerlo, di riviverlo, ripresentarlo sotto una luce, a mio avviso, più accurata. È un po' un mio "director's cut" ...

... un film che mi lasciò il segno, e che non smetterò, probabilmente, di riproporlo negli anni. Magari ogni volta, chi lo sa, in una luce migliore, nella consapevolezza di non poter raggiungere quelle emozioni che mi colpirono quando lo vidi la prima volta, e spero, un po' amaramente nel mio cuore, di poterle sempre rivivere.

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6 Anni 11 Mesi fa #11716 da Aigor
Grazie.
Questo è uno di quei (pochi) film che ho amato da subito, e che, sebbene non sia capace di analisi come quelle che hai appena fatto, mi ha da subito comunicato grandi emozioni.
Forse perché il subconscio intuisce ed elabora simbologie che il conscio non riesce a raggiungere, e se anche le raggiunge, lo fa magari anni dopo. Altre non le raggiungerà mai.
E continua a comunicarmi emozioni (mentre leggevo ho rivissuto ogni scena del film che hai citato, fino al brivido nelle ossa della scena finale), perché, così come con i libri, riesco a ripercorrere i film che mi emozionano più e più volte, quasi come fosse la prima.
Ancora grazie

Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)

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6 Anni 11 Mesi fa #11720 da Maksi
Si, visto.

Tutto abbastanza ok (il film intendo). Poi mi ricade nel solito copione della figa che vuole scoparsi il figo (e viceversa), mentre il povero cesso deve sacrificarsi per loro. Ho tifato per Manny perche' ammazzasse Buck per inculare Sara (non letteralmente intendo :laugh: ). Odio le dispute ormonali nei film. Se ci pensi bene Calvero, nessun capolavoro degno di questo nome ha nel copione queste beghe sessuali.

Il direttore (o preside, o qualunquo soggetto di un grado istituzionale superiore) e' un cliche abbastanza in voga in quegli anni.

Saluti.

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11721 da Calvero
Dispute ormonali?

In che senso?

Con due fuggitivi maschi da un carcere, uno una belva, l'altro non era un prete, per di più giovane, dovevano far finta di scordarsi cos'erano e il contesto?

Dispute ormonali, ce le hanno tutti, la loro accezione degradata in una pellicola è quando queste sono distorte/amplificate e usano il film come appoggio o devono riempire lacune e altro ancora. Allora diventerebbe cretino.

Se ci pensi bene Calvero, nessun capolavoro degno di questo nome ha nel copione queste beghe sessuali.



Ma anche no. Dipende quali intendi con "queste", perché io non ne ho viste, così come negativamente hai dipinto la cosa. Poi dipende cosa intendi tu con "beghe sessuali", a questo punto non lo so; perché altrimenti qualche idea di un film con "beghe sessuali" che è un capolavoro, l'avrei. Con capolavori degni di questo nome, per l'appunto. Magari non concordiamo sull'idea di capolavoro. Sai tu.

Il direttore (o preside, o qualunquo soggetto di un grado istituzionale superiore) e' un cliche abbastanza in voga in quegli anni.



Che è quello che ho detto io. Anche se con altre parole, ma l'ho detto a chiare lettere. Ma non è che se ci sono degli stereotipi, le opere cinematografiche allora non possono essere capolavori, neh :poke:

Questo è ciclico, ma il capolavoro non deve essere per forza iconoclasta :wink: ... ma forse tu stai parlando delle opere di genio.

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6 Anni 11 Mesi fa #11723 da Tacchi
grazie per avermi ricordato questo bel film che ho visto un paio di volte, tempo addietro.
riporto un breve dialogo tra i due:

B: say manny sono veramente fiero di essere tuo socio in quest'affare

M: no caro, puoi essere anche in gamba ma non sei affatto il mio socio, non ne siamo ancora fuori, ma guardati in faccia, al massimo puoi rapinare una vecchietta ad Acapulco.

B: che ho fatto per scaricarmi addosso tutta questa merda?

M: non capisci niente di niente, stare attaccato a me è da stupidi, io sono in guerra col mondo, nessuno escluso... e tu ti faresti male.

B: non capisco manny

M: gli stupratori di solito sono ottusi

B: io non sono uno stupratore, chi ti ha detto che sono uno stupratore?

M: era sulle tue schede, condannato per stupro due anni fa

B: ahahah merda, figurati, ho solo scopato con una minorenne, lei aveva quindici anni ma ci stava e come se ci stava!

M: d'accordo.
(...)


B: ehi manny, stavo pensando a quella banca che hai svaligiato a Reno, io ero in riformatorio ma è stata una cosa veramente grande, due milioni di dollari tondi tondi

M: due milioni, le solite esagerazioni, è quello che hanno denunciato all'assicurazione.

B: riconosci pero' che quello è stato d'avvero un gran colpo, un capolavoro. Ah manni ci sarebbe un colpo a San Francesco, mezzo milione di dollari, le buste paga di uno zuccherificio, lo zuccherificio S&H, una grossa società. E' quello che ho sempre sognato un colpo fantastico e poi mettermi a riposo. Non dover far più niente, ne ne andrei al mar di ... , me ne andrei a las vegas, e ci andrei con tanti di quei soldi in tasca da potermi permettere tutte le puttane che voglio, che bello.
Sai ho passato quasi ogni notte della mia vita a sognare di poter fare quello che voglio!

M: Sognare?

B: si

M: (sputa disgustato) sognare ?! Stronzate, non farai mai niente del genere, te lo dico io cosa farai! Ti troverai un lavoro, ecco cosa farai, ti troverai un lavoro, uno di quei lavori che puo trovare uno di noi: passare le giornate lavare le tazzine in un bar o pulire i cessi, e ti aggrapperai a quel lavoro come se fosse oro, perchè è oro. Questo devi imparare! Quello è oro. ohh devi starmi a sentire! E quando il padrone entra alla fine della giornata e viene a vedere come hai lavorato, tu non lo guarderai negli occhi, guarderai per terra! Perchè avrai una gran voglia di saltargli addosso, sbatterlo per terra e farlo urlare, e farlo supplicare e piangere! e cosi' guarderai per terra! Perchè avrai paura di farlo, questa è la vita che ti aspetta stronzo! Lui si guarderà intorno per controllare quello che hai fatto e dirà: ohh c'e' ancora una macchiolina laggiu. Cristo è possibile che non la hai vista? Prima di andare via quella me la levi!
Reprimerai la rabbia che ti sale al cervello, e pulirai quella macchia, ecco. Pulirai quella macchia bene, finchè non diventerà bello lucido, poi venerdì ritirerai la tua busta paga. Se tu ci riuscissi, se tu ci riuscissi potresti diventare presidente di una banca, quello che vuoi! Se riesci a farlo.

B: Non io, amico, io non voglio fare quella vita di merda allora me ne rimanevo in galera.

M: allora peggio per te, ragazzo, peggio per te.

B: Tu la faresti quella vita di merda?

M: ahh, magari potessi, magari potessi.

Non andate dove non si tocca perche' se no vi prendono e vi portano in italia.

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6 Anni 11 Mesi fa #11724 da Pavillion
Fottuta libertà
Finito ora di leggere l'intero articolo, ieri mi fermai: "a nel delirio di un mostro che amo fino all'ultimo secondo" perchè avevo da sistemare un "conto aperto" con de Andrè.
Bel film Runaway Train, tensione, se lo trovo, ce l'ho, lo rivedrò volentieri avendo in mente il tuo occhio.

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11729 da Maksi
@Calvero

Nel senso che sono distrazioni. Nel contesto del film la presenza di una donna non da' nessun contributo "filosofico" alla trama, ma cerca solo di dramatizzare il piu' del dovuto, mentre i protagonosti sono concentrati e occupati in ben altre faccende. Poi tutti e due vogliono scoparsela (in realta' sono criminali e probabilmente la violenterebbero e magari la getterebbero' giu' dal treno, ma poi addio beghe ormonali), ma lei sceglie il figo perche' c'e' l'aMMMMore di mezzo ed il povero cesso Manny (quello vecchio e non piacente) accetta e si sacrifica (se poteva avere Sara avrebbe fatto una scelta diversa, altro che liberta'). E questo e' tutto.

Questo dell'ammmore come redenzione e scopo ultimo dell'esistenza umana e' una concezione post-moderna e fa dell'"eroe" un comune mortale. Il sentimentalismo e' un'arma castrante per il maschio, mentre molto accomodante per le femmine. L'80% delle opere filmiche/letterarie fa questo percorso, forse perche' vuole racattare piu' pubblico possibile (femminile e maschile). Credo pero' che ci sia dell'altro dietro, ma non voglio divagare.

Insomma a me queste distrazioni emotive danno un fastidio boia che non ti dico. Anche nei film cazzuti come Fight Club o Matrix ci sono queste romanzate, fatte apposta per distrarre l'eroe e fargli fare la fine del morto di figa. Ma dio bono stai facendo una rivoluzione, costruendo un gruppo paramilitare occulto che vuole fottere il sistema... e poi quando trovi una per scopartela - ovvero l'ammmore - vuoi abbandonare tutto!?
Quadro molto esaustivo dell'occidente contemporaneo direi.

I cliche sono propaganda. La figura del direttore/preside/generale etc assolutista ottuso era un punto cardine della rapresentazione liberale della societa', dove l'individuo e i suoi sentimenti sono l'unico paragone di liberta' assoluta. Sono stronzate e noi ci siamo cascati. Come con i cliche odierni: la donna forte e intraprendente che sconfigge l'uomo su ogni fronte, il ne6ro dottore/scienziato/giudice/informatico che si fa beffa delle "discriminazioni", l'ebreo di buon cuore...
Ultima Modifica 6 Anni 11 Mesi fa da Maksi.

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6 Anni 11 Mesi fa #11730 da Shavo
aggiunto in download non appena Ti lessi. peccato, si fermò a trenta secondi dalla fine.

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6 Anni 11 Mesi fa #11731 da Pavillion
Shavo, stavo giustappunto trattando l'evento, in un certo qual modo, come se ne fossi una parte in causa e che abbia a che spartire con Tempo Fortuna e Giustizia.

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6 Anni 11 Mesi fa #11732 da DanieleSpace
@ Calvero,

grazie mille per avermi ricordato questo filmone !! Ricordo che vidi per caso questa pellicola da ragazzo e rimasi letteralmente incollato alla TV. Non seppi mai il titolo dell'opera ma di tanto in tanto mi vengono ancora in mente certe scene.
Adesso che hai aperto questo thread andrò a noleggiarlo o a comprarlo ! :popcorn: :popcorn: :pint:

Una teoria del complotto è ridicola solo quando sono ridicoli i suoi moventi.

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6 Anni 11 Mesi fa #11733 da Calvero

Maksi ha scritto: @Calvero

Nel senso che sono distrazioni. Nel contesto del film la presenza di una donna non da' nessun contributo "filosofico" alla trama, ma cerca solo di dramatizzare il piu' del dovuto, mentre i protagonosti sono concentrati e occupati in ben altre faccende. Poi tutti e due vogliono scoparsela (in realta' sono criminali e probabilmente la violenterebbero e magari la getterebbero' giu' dal treno, ma poi addio beghe ormonali), ma lei sceglie il figo perche' c'e' l'aMMMMore di mezzo ed il povero cesso Manny (quello vecchio e non piacente) accetta e si sacrifica (se poteva avere Sara avrebbe fatto una scelta diversa, altro che liberta'). E questo e' tutto.


Guarda, Maksi. Ti fermo qui. Perché credo tu abbia visto un altro film, non saprei neanche da dove cominciare per dirti che hai visto quello che hai voluto vedere. Forse hai visto un altro film con lo stesso titolo. Ne hai scritte veramente troppe di baggianate. E hai distorto assai la faccenda, sovrapponendo concetti a forze maggiori, che proprio sei andato fuori come un balcone :offended:

Rimandiamo il discorso propaganda a un'altra volta, ok?

Se vuoi aprire un Thread su questi argomenti, interverrò volentieri, che qui non mi va proprio di fare confusione su questi termini.

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6 Anni 11 Mesi fa #11734 da Calvero

Tacchi ha scritto: grazie per avermi ricordato questo bel film


Grazie a Te, per un contributo che mi sarebbe stato difficilissimo inserire. Hai centrato uno dei punti che hanno un CUORE che solo chi ha A CUORE l'uomo e la sua reale umanità, saprebbe denunciare con tanta forza. Non penso che sia mai stata detta una cosa così dolce e carica di un amore così cristallino, in un dialogo tanto violento.

Lo ri-quoto con tutta la forza:

M: Sognare?

B: si

M: (sputa disgustato) sognare ?! Stronzate, non farai mai niente del genere, te lo dico io cosa farai! Ti troverai un lavoro, ecco cosa farai, ti troverai un lavoro, uno di quei lavori che puo trovare uno di noi: passare le giornate lavare le tazzine in un bar o pulire i cessi, e ti aggrapperai a quel lavoro come se fosse oro, perchè è oro. Questo devi imparare! Quello è oro. ohh devi starmi a sentire! E quando il padrone entra alla fine della giornata e viene a vedere come hai lavorato, tu non lo guarderai negli occhi, guarderai per terra! Perchè avrai una gran voglia di saltargli addosso, sbatterlo per terra e farlo urlare, e farlo supplicare e piangere! e cosi' guarderai per terra! Perchè avrai paura di farlo, questa è la vita che ti aspetta stronzo! Lui si guarderà intorno per controllare quello che hai fatto e dirà: ohh c'e' ancora una macchiolina laggiu. Cristo è possibile che non la hai vista? Prima di andare via quella me la levi!


Solo per chi ha provato la realtà. Solo per chi riesce a togliere il velo di Maja e vede quello che siamo.

Reprimerai la rabbia che ti sale al cervello, e pulirai quella macchia, ecco. Pulirai quella macchia bene, finchè non diventerà bello lucido, poi venerdì ritirerai la tua busta paga. Se tu ci riuscissi, se tu ci riuscissi potresti diventare presidente di una banca, quello che vuoi! Se riesci a farlo.


E questa è la denuncia più feroce nella storia del cinema. Gli autori gliel'hanno messa in culo alla censura, perché solo se si è dotati di cuore si può comprendere lo sputtano tagliente che hanno riservato al sistema.

La censura non ha cuore, ha solo intelligenza. Infatti non è con l'intelligenza che si può combattere la censura e i fascismi.

Ecco come si diventa banchieri, o quello che vuoi ... e ancora la sottigliezza non è stata compresa.

Aggiungo del passaggio alla Sala di controllo:

Quando il tecnico che ha creato il sistema, guardando un servizio giornalistico alla TV osserva le immagini della NASA e della conquista dello spazio ( :wink: ) e il tipo si chiede a che cosa serva in realtà tutta questa tecnologia...

(Con quale sequenza si chiude lo stacco - primissimo piano - sul responsabile della Sala di controllo mentre guarda la TV, la sua espressione)

... RUNWAY TRAIN è un MOSTRO NERO che ancora ben pochi hanno realmente compreso

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6 Anni 11 Mesi fa #11735 da Calvero

Shavo ha scritto: aggiunto in download non appena Ti lessi. peccato, si fermò a trenta secondi dalla fine.


Criptica la cosa :matrix:

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11736 da Tacchi
per sentire lo spezzone sopracitato:
ho trovato sul tubo il film si vede maluccio ma meglio di niente

dal min 31:20

qui in inglese e vi vede benissimo

Non andate dove non si tocca perche' se no vi prendono e vi portano in italia.
Ultima Modifica 6 Anni 11 Mesi fa da Tacchi.

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6 Anni 11 Mesi fa #11737 da Maksi
@Calvero

Ma no, no. Non voglio aprire diatribe sulla propaganda. Era un ragionamento a parte.

Sta' di fatto che questa intromissione emotiva della ricerca dell'amore (donna) mi rompe il caxxo, sopratutto in un certo contesto di film o qualche serie TV. Mi rovina l'atmosfera, la catarsi. Per questo adoro Kubrick, perche' nei suoi film dei sentimenti non ve ne traccia (c'e' invece la propaganda, ma e' un'altra questione). Anche per questo non guardo piu' nessun film o serie TV, tranne il Trionfo della Volonta' e Olimpia della Riefenstahl e Jud Suss :cheer:

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11738 da Calvero

Tacchi ha scritto: per sentire lo spezzone sopracitato:


L'ho dato per scontato, ma Te che non sei vecchio di LC probabilmente non sai l'odio viscerale che ho verso il doppiaggio :blush: quando aprivo dei topic sui film nel vecchio LC (anche nel nuovo forse, non ricordo) di solito premettevo sempre che il film l'ho giudicato nella sua lingua originale - per me, un film doppiato, non è nemmeno un film ...

... ovvio che se riportiamo i dialoghi o ne parliamo, li riportiamo e ne parliamo in italiano, tradotti. Per ovvie ragioni. E questo è giustamente inevitabile.

E non che io non abbia visto i film in italiano, eh, visto che le mie conoscenze sono prima cinematografiche e poi da Home-video.

Anche perché sono ferrato sul doppiaggio e i doppiatori. Da cinefilo, non mi esimo di mettere le mani nella merda, se bisogna farlo, purtroppo è nostro dovere.

Tanto per approfondire la critica, già che ci siamo, andiamo a sondare lo squallore:

Il doppiaggio di Buck è penoso, non perché Luca Ward non sia stato capace di dare profondità al significato delle parole (ad esempio lo fa ottimamente per Neo in Matrix, ma non qui), ma perché ha vanitosamente levato l'immaturità alle intonazioni del personaggio, lo ha reso seriamente drammatico invece che (come Roberts ha magnificamente realizzato nella sua parte) ]grottescamente drammatico e quando un doppiatore non capisce (fa finta di non capire) queste differenze, allora dovrebbe cagarsi in mano e prendersi a schiaffi, razza di inetto;

Il doppiaggio di Manny è migliore, ma non di tanto; lì dove la voce è centrata per la figura che il personaggio mostra al pubblico, la decentra completamente nelle intonazioni, lì dove Voight ha dato una continua carica dolorosa e a tratti magnificamente infantile, una voce sofferente, come urlasse sempre da infondo a un pozzo; il doppiatore invece (nella maniera più incompetente per chi fa questo lavoro) lo ha caricato di fascino, di un'aggressività priva di consapevolezza, ha sostituito con il cinismo il dolore.

Che si vergognino.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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6 Anni 11 Mesi fa #11739 da Tacchi
beh in effetti hai ragione, il doppiaggio cambia il film. adesso lo guardo in lingua originale. Fino a qualche anno fa il mio basso livello di inglese non mi permetteva di capire i dialoghi, ora sono migliorato e non dico di capire tutto ma quasi. Bisogna anche dire che molti attori americani hanno delle splendide voci.
torno al film in lingua originale...

Non andate dove non si tocca perche' se no vi prendono e vi portano in italia.

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11740 da Calvero

Maksi ha scritto: @Calvero

Sta' di fatto che questa intromissione emotiva della ricerca dell'amore (donna) mi rompe il caxxo, sopratutto in un certo contesto di film o qualche serie TV. Mi rovina l'atmosfera, la catarsi.


Ed è qui che ti sbagli. E sostengo che questa è la più grande cantonata che tu abbia preso su LC. Per questo prima ti ho detto - «ti fermo qui» - perché hai cannato proprio le premesse. Come se non sapessi di cosa stai parlando.

Questo è probabilmente il tuo - spero primo e ultimo - caso di auto-propaganda che ti sei inferto da solo per eccesso di zelo. Capita. Non è così grave. Spero tu ti ravveda.

Qui la donna, tutto è stata, tranne quello che ci hai visto Te. Come se a me, al cinema, non stessero sul cazzo le donne, messe lì perché così "si aggiustano i giochi". Ti sbagli e la tua è un'arroganza intellettuale. Sara ha agito secondo umanità, il tuo predicozzo sugli ormoni è solo nella tua testa, che poi è stato subito centrato e disintegrato da Manny stesso, quando dice in sostanza "Basta con queste stronzate!" ...

... non farmi dilungare, che veramente ti è salito un fastidio carico di preconcetti e ti ha annebbiato la vista. Diverso sarebbe stato se Manny non si fosse comportato da uomo e fosse stato travisato da lei; non è mai un problema l'aggiunta femminile, il problema e se questa si sgancia dalla realtà e dalla natura umana. Ragazzo, le donne esistono e anche nelle storie drammatiche, fattene una ragione, e hanno il loro sacro perché.

edit - specificato meglio h17,50:

Se la maggioranza dei film sono lammerda perché c'è anche un elemento "X" - non significa che ovunque si ritrovi l'elemento "X" allora è quello il problema. Dai, non esagerare. Non farmi sprecare energie a fare tutta l'analisi del film.

Con Te dico "sprecare" - perché so che ci puoi arrivare da solo.

Per questo adoro Kubrick, perche' nei suoi film dei sentimenti non ve ne traccia (c'e' invece la propaganda, ma e' un'altra questione).



Grazie al cazzo di Mosè - cos'è? ... pensi che non lo sappia? fammi capire, oggi ti hanno rubato la password del Sito, e qualcun altro sta scrivendo al posto tuo?

Meno male che ci conosciamo :poke:

Che minchia di ragionamenti mi fai? Una cosa non esclude l'altra se si parla di capolavori. Soprattutto di «capolavori nonostante tutto» come ho ben illustrato.

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6 Anni 11 Mesi fa #11741 da Calvero

Tacchi ha scritto: beh in effetti hai ragione, il doppiaggio cambia il film.


Ti aggiusto la frase: - i doppiaggi stravolgono i film.

Se vuoi ti posso aprire una disamina esaustiva sulla questione.

Ultima cosa, perché non vorrei essere preso per un dotto conoscitore di chi sa cosa. I film li guardo con i sottotitoli, come un povero ignorante. Questo a dire che l'inglese: non lo so. Se non a livello "di orecchio". Dopo vent'anni che me li vedo e rivedo in lingua originale, qualcosa l'imparo pure io, ma non al punto di poter fare completamente a meno dei sottotitoli.

Per questo caso specifico, la traduzione dall'inglese è alla cazzo di cane. Ma almeno non stravolge la morale. Non so l'inglese, ma non sono scemo. Ci sono film, soprattutto degli anni settanta, dove addirittura il doppiaggio cambiava il significato della storia stessa e la caratterizzazione dei personaggi. Prima ancora di una più o meno precisa traduzione dall'inglese.

Non c'è solo la censura per negazione, ma anche quella per affermazione :wink:

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6 Anni 11 Mesi fa #11742 da Maksi
Calvero mi piace la tua rabbia genuina. Dico sul serio :rock:

Il film lo vidi 15 o 20 anni fa, quindi in tempi non sospetti, quando non ero ancora un nazzzzista, ma piu' imperialista filo-napolenico :handup: . Quello che ho scritto si riconduce a quelle sensazioni provate allora, poi adesso elaborate in prospettiva delle mie esperienze e convinzioni. Secondo me hanno una sua logica. Pero' la mia e' una critica dello spirito del tempo che dal film traspare, che e' la forma mentis post-moderna. Questo film e' si piu' particolare (infatti mi e' piaciuto), ma in definitiva incarna alla perfezione questo spirito. E non e' il mio spirito.

E questa è la denuncia più feroce nella storia del cinema. Gli autori gliel'hanno messa in culo alla censura, perché solo se si è dotati di cuore si può comprendere lo sputtano tagliente che hanno riservato al sistema.

Hmmm... Non credo che fosse una critica al sistema, ma una critica all'individuo che si ingabbia in esso. Che e' poi la normalita'. Quindi persino fare il criminale e' una sorta di evasione (anche letteralmente parlando) che merita ammirazione. E qui c'e' molto spirito americano del cow-boy, dell'eroe indiviualista che si fotte di tutto e tutti: "Ma che pulire i cessi. Io? Giammai! Sono troppo figo". Non sono i miei valori mi dispiace.

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6 Anni 11 Mesi fa #11743 da Tacchi
@Maksi
Fai un esperimento: prova a riguardarlo e poi raccontaci il tuo punto di vista.
Ci dirai se e' rimasto uguale alla prima volta che lo hai visto o se è cambiato.
Io scommetto che è cambiato relativamente al come tu dici: "...che questa intromissione emotiva della ricerca dell'amore (donna) mi rompe il caxxo".
Ti sorprenderai tu stesso nel vedere diminuito questo rompimento di coglioni come dici tu.
Ci scommetto la mia mano destra.
Quando avrai tempo e voglia riguardatelo e poi ci dirai.

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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11744 da Calvero

Maksi ha scritto: Hmmm... Non credo che fosse una critica al sistema, ma una critica all'individuo che si ingabbia in esso. Che e' poi la normalita'. Quindi persino fare il criminale e' una sorta di evasione (anche letteralmente parlando) che merita ammirazione. E qui c'e' molto spirito americano del cow-boy...


Ottimo. Così posso prendere le tue stesse parole e dimostrarti perché ti sei auto-propagandato.

Quindi No. Hai parlato dello spirito, e non stai storicizzando la vicenda debitamente. Grosso errore per uno come Te, dotato di acume e conoscenze ben al di sopra della norma; di là quindi degli schemi di ogni fottuto politocally correct e della democrazzziiiaa dei polli.

La critica è al sistema, invece. Perché era il sistema (oggi diversamente) che considerava e faceva sì che si considerasse onorabile quel percorso - che "dalla gavetta" potevi uscire; per poter dire che ce l'hai fatta e adesso finalmente VALI. Cosa pensi che sia il sogno americano nell'inconscio dei polli in batteria? Bada che il sogno americano ha lavorato finemente non sull'idea che tu possa arrivare a un TOP, qualsiasi esso sia - così individualmente così come traguardo di un'intera società - ma quello di rappresentare come necessaria e vitale l'esistenza inferiore e - quindi - (e solo allora) evolverla.

Lo spirito del Cowboy, un beato cazzo, Maksi. Lo spirito del Cowboy è delineato nell'inconscio lì dove sì è pionieri e alla conquista dell'indefinito orizzonte. Il cowboy è il borderline che vive le sue abilità nonostante tutto, ma sempre riconosciuto del suo valore oggettivo in una comunità; che si allinea comunque alla morale di quello status quo che attraversa beato sul suo cazzo di cavallo.

Stai saltando tanti di quei fattori, che dovrei metterti una nota sul diario. Nell'equazione di questi reietti, in questo film, c'è l'avversione alla modernità intesa come le sue Leggi, come modernità che vuole dire lei cosa devono essere le ambizioni dell'individuo. Tu non puoi dare una caratura di una data propaganda, parcellizzando (e tu sai come è improprio parcellizzare le questioni) gli eventi e i personaggi e il loro background. Quest'opera viaggia su diversi piani e poi i piani si sommano in quella che è l'opera; tu invece cosa fai? ... tieni i piani separati e poi li sommi alla propaganda di altri film, a concetti che in altri film hanno altri background e delineano altre figure, altre ambizioni.

... dell'eroe indiviualista che si fotte di tutto e tutti: "Ma che pulire i cessi. Io? Giammai! Sono troppo figo". Non sono i miei valori mi dispiace


Ma che cazzo stai dicendo? Che ti sei bevuto? Fammi una cortesia, riguardati il film, va. Che non solo c'hai capito ben poco, ma anche stai distorcendo il poco che ti ricordi. Guardatelo in inglese, e lascia perdere i dialoghi citati, che quelli hanno valore per chi ha perfettamente presente il momento e come sono stati impersonati.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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6 Anni 11 Mesi fa - 6 Anni 11 Mesi fa #11745 da OrtVonAllen
Film israeliano che non sembra proprio un capolavoro.
Qui, da capire cosa significhi capolavoro!
Ora ci sono film noiosi con una fotografia potente, Master e Commander ad esempio.
Film strazianti che si bruciano in una sola visione come The Others o asettici e minimalisti come Dogville, sempre con la Kidman.
Buňuel genio, poi ci son cose che invecchiano e andavano bene allora e altre come Mary Poppins piuttosto che Fantasia della Disney che sono cere di Madame Tussaud intramontabili.

Oh Dio, potremmo mettere il mitico Mad Max con la travolgente voce di Tina Turner

oppure l'Arancia Meccanica, che oltre a musica ha il quadro della situazione.

Quello che onestamente non comprendo, è l'animosità per questo film, non vedo neppure la necessità di nominarlo in nome di quella vasta gamma che il "mercato" può offrire.

Ci sono film grotteschi fatti per chi ne ha pieni i cosiddetti o per chi nauseato da inserti "inopportuni dei padroni del caravanserraglio" che falsano il piacere di guardarli. The Believer

Poi boh, avrei anche potuto evitare, visto che il film proprio non mi piace.
Ultima Modifica 6 Anni 11 Mesi fa da OrtVonAllen.

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6 Anni 11 Mesi fa #11747 da Shavo

Calvero ha scritto:

Shavo ha scritto: aggiunto in download non appena Ti lessi. peccato, si fermò a trenta secondi dalla fine.


Criptica la cosa :matrix:


macchè criptico, era solo una battuta scema, per riempire il tempo fra la tua recensione e un download che non terminò. e non termina.

O tu, Torrente infausto, a nulla puote questa mia robustissima fibra, cantata da una sirena all'altro capo de la cornetta. Le sirene te la danno, ma solo col canto!

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