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Il senso del Natale oggi.
Di molte cose si è perso il senso del sacro (ogni tanto ce lo ricorda l'utente Giovanni, ma è la classica voce nel deserto, meno male che lui, pur chiamandosi Giovanni, a differenza del Battista non si veste con peli di cammello...sai il prurito che ciò comporterebbe...:omg: ).
Di troppe cose si è perso il senso del sacro, del nascosto, di ciò che vive dietro le apparenze. Ricordi d'infanzia, lontane memorie che investono esclusivamente il registro del tempo perduto e delle illusioni. Così lo Spirito del Natale se ne è andato, non di sua spontanea volontà, ma cacciato dall'incredulità dell'uomo, e il bimbo che mettiamo nel presepe (Peonia potrebbe optare per il golfista Trump...) non ci indica più nulla, è già vecchio ancor prima di nascere. Che peccato!
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Ora, la parola di pace di Gesù non può avere più forza in mezzo a noi e non può averla sia perchè essa non è stata mai seguita dalla pace, da 2000 anni a stà parte, e sia perchè essa dovrebbe parlare attraverso un'accettazione psicologica di fede che non si ha più e, non avendola più, noi possiamo soltanto accettarla romanticamente (all'utente Giovanni insomma...), nella suggestione delle campane, dei presepi, ma NULLA PIU', rivolgendola alle MASSE. Può naturalmente essere diverso, almeno in maniera individuale.
Si può dire che Gesù con la sua venuta, sia venuto a tamponare una situazione, che è venuto a creare per 2000 anni un mondo nel quale, bene o male, hanno creduto milioni d'individui che, per mezzo del Cristo, sono riusciti a superare momenti terribili della propria vita, affidandosi alla fede verso un bambinello nato e cresciuto tra le indigenze, e questo già è stato un bene.
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"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
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veramente l'unica ragione per cui credo che Gesù Cristo sia esistito è perché non credo sia possibile che una religione si possa formare senza Dio e senza un profeta. Se ci affidassimo alla Storia allora dovremmo giungere alla conclusione che Gesù Cristo non sia mai esistito. Questo perché non esiste un resoconto storico della sua opera, per intenderci qualcosa di simile agli Atti degli Apostoli, ma solo resoconti simbolici, i Vangeli. Per farti un paragone, su Maometto abbiamo innanzitutto il Corano, che è la trascrizione dei suoi discorsi (ispirati da Dio per chi ci crede), testimonianze dei suoi compagni di fede e testimonianze dei suoi nemici, e questo è molto importante.
Su Gesù Cristo abbiamo:
i Vangeli, che sono stati ottenuti per ispirazione diretta dai suoi discepoli in stato di trance estatica. Puoi non crederci e darmi del pazzo, e non intendo discutere questa affermazione. Ma sicuramente NON sono resoconti storici.
la testimonianza di Giuseppe Flavio, su cui esistono un mare di dubbi (interpolazione) e il problema che Gesù sia un nome comunissimo all'epoca. Soprattutto lascia perplessi l'amore che traspare dalla sua narrazione e l'esiguità della stessa.
Poi...nulla.
Questo è molto sospetto. Guénon ha fatto notare che il velo di oscurità che ammanta l'esistenza storica di Gesù non può essere "casuale", e io (e non solo io) sospetto che la Chiesa Cattolica abbia deliberatamente cancellato/occultato una montagna di testimonianze storiche sul suo conto per farlo apparire qualche cosa di diverso da quello che era. Gesù Cristo era un maestro spirituale della più alta levatura, il cui insegnamento era rivolto ad un numero estremamente limitato di persone la cui intelligenza era inarrivabile per i Cristiani di 100 anni dopo.
Fai bene a parlare di "annacquamento". Probabilmente il Cristianesimo funziona sullo stesso principio dei medicinali omeopatici!
Eh sì, certo Gesù Cristo non era un democratico. E qui rientriamo nel solito discorso di considerare i nostri principi morali e le nostre istituzioni come l'unica forma di umanità, e tutto il resto della Storia una dittatura sanguinaria di uomini perversi e malvagi. Su questo punto non mi esprimo, ma io non penso che l'uomo sia migliorato in alcun modo dal punto di vista intellettuale e morale (semmai il contrario) e che semplicemente noi, della Storia, leggiamo solo quello che vogliamo leggere.
Il Natale è una "sostituzione" di una festa antecedente al Cristianesimo, che celebrava la rinascita del Sole dopo il solstizio d'inverno. Il Cristianesimo ha permesso a molte tradizioni religiose antiche di sopravvivere sotto una nuova veste, impedendole di diventare qualche cosa come quello che vediamo oggi...
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Possiamo fantasticare e dibattere su Cristo e sugli avvenimenti della Sua vita terrena, ma resta il fatto innegabile che malgrado siano state scritte milioni e milioni di pagine sull'argomento, quei quattro scarni libretti che sono i Vangeli (io vi aggiungerei anche quelli di Nag Hammadi, anche se per certi versi scomodi) rimangono pur sempre una guida sicura (per molti, non per tutti ovviamente) per cercare di raggiungere quella elevazione spirituale che tanti auspicano senza dover arrampicarsi sugli specchi di un misticismo non troppo ben definito. Questo almeno è brevissimamente il mio parere (uno dei...).
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Volano49 ha scritto: La storicità di Gesù Cristo non può essere messa in dubbio
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Non sono d'accordo, tutto può (e dovrebbe) essere messo in dubbio. E' proprio nel momento in cui si hanno certezze che si smette di crescere, sia come singoli individui che come umanità, il dubbio è la molla che ci spinge a indagare le verità, a capire la realtà. Sono troppe le cose che crediamo di sapere, ma se poi si rivelasse tutto sbagliato? Credere è l'antitesi di conoscere e finchè continueremo a credere senza conoscere, resteremo imbrigliati nelle trame degli innumerevoli inganni cui da millenni siamo sottoposti
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In realtà non ce ne sarebbe bisogno (di cercare tanto). Mettere in dubbio tutto, specialmente riferimenti antichi, mi sta benissimo, quando però la (LE) ricerca ti porta ostentatamente verso descrizioni NON unilaterali, ma ben precise, bè, allora, l'onestà intellettuale, al di là della fede foderata da fette di salame che molti ostentano, prende (concedimi) il sopravvento. Sostanzialmente le testimonianze sull'esistenza storica di Gesù, a parte quelle che per alcuni sembrano provenire da fonti bibliche, poggiano su 4 autori: il giudeo Giuseppe Flavio, e i romani Tacito, Plinio il Giovane e Svetonio. E non solo questi.
Andiamo con ordine: Giuseppe Flavio è nato verso il 37-38 d.C, quindi almeno nell'età giovanile ha avuto modo di parlare con qualche testimone oculare degli eventi relativi alla persona di Gesù. Infatti di lui parla in tre passi nell'opera "Antichità giudaiche" (pubblicata tra il 93-94 d.C. ), nei primi due indirettamente (L.XVIII,cc. 116-119 e L.XX,c. 200), nel terzo (L.XVIII, cc. 63-64) direttamente. Scrive in quest'ultimo: "Ora ci fu verso questo tempo Gesù, uomo sapiente, seppur bisogna chiamarlo uomo: era infatti facitore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità. E attirò a sè molti Giudei e anche molti dei greci. Costui era il Cristo. E, avendo Pilato, per denuncia degli uomini principali fra noi, punito lui di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti comparve loro il terzo giorno nuovamente vivo, avendo già detto i divini profeti queste e migliaia d'altre cose mirabili riguardo lui. E ancora adesso non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani".
Da storico attento, Giuseppe Flavio, prima di scrivere di determinati argomenti, certamente ha dovuto documentarsi. Il brano citato peraltro, si ritrova nei codici antichi delle "Antichità giudaiche" e sulla sua autenticità non ci sono ormai dubbi. Le stesse osservazioni vanno fatte per quanto riguarda Tacito. Nato verso il 55 d.C., poco prima del 117 d.C. pubblica gli "Annali" e di Cristo parla dettagliatamente nel L. XV, c. 44: "Questo nome di Cristiani viene loro da Cristo, messo a morte dal Procuratore Ponzio Pilato sotto il regno di Tiberio". Sappi cara Jediel, che Tacito è uno storico scrupoloso, che per le sue informazioni ha dovuto attingere a fonti assolutamente attendibili. Probabilmente di Gesù ha sentito parlare da parte di testimoni oculari quando si recò in Giudea con l'Imperatore Tito e quando fu Proconsole in Asia (112-113 d.C.) dove raccolse notizie in occasione delle persecuzioni degli stessi cristiani. Certamente (da precisino qual'era) aveva letto anche, per documentarsi, le relazioni che i vari Procuratori ogni anno inviavano a Roma dalla Palestina per informare l'autorità imperiale di ciò che in quella regione accadeva.
Plinio il Giovane, Proconsole della Bitinia, scriveva a Traiano nel 112 la sua celebre lettera (Epistolario, L. X, lettera n° 96). In essa solo indirettamente parla di Cristo, quando, riferendosi alla Bitinia, afferma: "Qui i cristiani sono soliti radunarsi prima dell'alba e cantare a Cristo che considerano un dio". E' la constatazione di un dato di fatto. Svetonio invece scrive verso il 120 d.C. e, trattando di Claudio e di Nerone, accenna a fatti compiuti "nel nome di Cristo" (Vita di Claudio). Nei primi decenni dopo la morte di Gesù circolavano numerosi "detti" di Cristo (in greco loghia) riportati da vari papiri della prima metà del II secolo d.C.: vedi RYlands, Oxsyrrhynchus Papiri, Egerton...
Alla fine del II secolo d.C: risale anche la stesura del Mishma, una raccolta di leggi e di usanze ebraiche, espressione della tradizione rabbinica. In essa non poche volte si parla di Gesù, anche se in maniera polemica. San Giustino (II secolo) nella sua opera "Apologetico" (L.I.c. 48) allude agli "Acta Referentia res gestas sub Pilato", un testo che circolava negli ambienti degli studiosi. In esso spesso viene ricordata la figura di Gesù. In conclusione di quanto detto fin qui: Facendo un'analisi comparativa tra le varie fonti (neotestamentarie e non cristiane) l'esistenza storica di Gesù non può essere messa in discussione . La concordanza nelle asserzioni e la logica connessione tra i vari elementi storici riferiti inducono il semplice buon senso a riconoscere l'evidenza (lo dico da non cattolico), nel caso contrario cara amica, secondo te si spiegherebbe forse qualcosa di quanto accaduto, scritto e tramandato fino a oggi in materia?
Di qualche dettaglio di un fatto si può anche discutere, ma negare il fatto stesso, sul quale confluisce una pluralità probante di indizi, sarebbe quanto meno, se non poco intelligente, almeno storicamente di parte, scartando cioè ciò che non aggrada.
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@Volano49,
grazie per le precisazioni.
L'idea che mi sono fatto è che la Chiesa Cattolica abbia di fatto distrutto (o nascosto, o anche solo non ricopiato) una mole di reperti dell'epoca perché contenevano un messaggio che non era quello che la Chiesa voleva promuovere. Questa mia idea non cambia, ma devo ammettere che l'esistenza di riferimenti a Gesù da fonti ebraiche e romane ostili al Cristianesimo è una prova storicamente accettabile.
Eh sì, concordo con te che i Vangeli sono una miniera d'informazioni e di insegnamenti spirituali assolutamente ineguagliabile, sulla cui ispirazione divina non nutro dubbi.
Ma non li considero sempre storicamente attendibili, non essendo questo il loro scopo precipuo.
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Sembra comunque certo che contrariamente a quanto asserito per lungo tempo dalla chiesa cattolica, il più antico tra i vangeli sia quello attribuito a Marco. Oggi molta della critica è concorde nel ritenerlo redatto nel 70 d.C. circa, probabilmente a Roma, da un ebreo che scriveva in greco, utilizzando testimonianze risalenti ad ambienti vicini a Pietro. Non si hanno eccessive difficoltà ad ammettere che l'autore sia proprio quello indicato dalla tradizione: quel Marco nella cui casa di Gerusalemme si riuniva la comunità cristiana primitiva subito dopo la crocifissione di Gesù (Atti, 12-12) e anche in seguito fu compagno di viaggio sia di Pietro che di Paolo.
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Non bisogna cadere in inganno, l'astrologia dei Magi era molto più che una semplice mantica sul corso delle stelle, perchè, a parte loro, il cammino degli astri ha indubbiamente influenzato quello dei grandi pellegrini verso Betlemme e... dintorni. Il semplice cammino degli astri non era (e non è mai stato) disgiunto da una "comprensione" degli eventi e delle cose, ma non ha mai portato da nessuna parte, non mutando nessun corso della vita umana.
Molti, anche tra pontefici e uomini di chiesa, hanno sposato le tecniche astrologiche e si sono fatti abbindolare... pardon, GUIDARE, da astrologi di corte. Questo non li ha di certo resi migliori e non li ha motivati a migliorare, in gran parte dei casi, la propria vita e la propria morale. Basta accennare a Pontefici quali Giulio II, Paolo III, Leone X per citare uomini di chiesa che hanno anteposto gli astri alla propria dimestichezza con le pagine delle Sacre Scritture. Ed appena nel 1327 quel brav'uomo di Cecco d'Ascoli venne punito con il rogo (erano tempi in cui le fascine erano vendute a peso d'oro...) in una piazza di Firenze, per l'EMPIO tentativo di calcolare la natività di Cristo con l'ausilio delle stelle...
Se i re Magi fossero vissuti al tempo del povero Cecco sarebbero stati condannati al rogo? Molto probabilmente si. Il timore che all'autorità dogmatica del potere clericale vengano preferite nuove fonti di "scienza" e di costume morale impedisce, ancora ai giorni nostri, un discorso sereno sui movimenti eterodossi che si discostino dai dettami della tradizione ecclesiale.
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Così Shakespeare, nell'Amleto (atto I°,scena prima) descrive questa "stagione" dell'anno che anche noi adesso viviamo, ed è una delle più suggestive descrizioni del periodo che precede il Natale e che via via si protrae fino all'Epifania. Volenti o no, tutti noi consciamente o meno, sentiamo un'inespressa "tensione", un inspiegabile senso d'attesa, al di là della data reale della nascita di Gesù, che, va sempre ricordato, solo nel 335 si decise di far cadere tale evento il 25 di dicembre.
Data voluta da Costantino, fino a quel momento le celebrazioni erano per il dio Sole. Infatti per i romani tutto il mese di dicembre era "festivo", con un susseguirsi di usanze e riti: il 17 avevano inizio i "Saturnalia", ovvero i giochi dedicati a Saturno, in cui rievocavano i tempi mitici in cui gli uomini erano uguali e felici, vivevano nell'abbondanza e nella piena serenità sotto la protezione di Saturno, dio delle seminagioni. Il virus di Wuhan era di là da venire...
La parte ufficiale dei Saturnalia consisteva in un solenne sacrificio nel tempio del dio, edificato nel 497 a.C. sorgeva ai piedi del Campidoglio. Alla cerimonia seguiva poi un grandioso banchetto pubblico, nel corso del quale si scambiavano auguri di prosperità. Nelle case private si riunivano parenti e amici, si scambiavano doni d'ogni tipo, s'imbandivano banchetti che, tra un brindisi e l'altro finivano ben presto in orge... Bei tempi!... erano giorni di generale esultanza pubblica e, nell'intanto di prolungarla, quel mattoide che rispondeva all'Imperatore Caligola ne aggiunse ancora uno e lo chiamò "il giorno della giovinezza".
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Per tornare nel solco del mondo cristiano che chiama feste l'avvento del Natale, tra le svariate tradizioni, quella scandinava e romana sono indubbiamente importanti. La prima invocando Odino e la seconda Saturno con le sue Saturnali. Dalla tradizione nordica si ebbe l'alberello di abete che con le sue candeline accese si volle simboleggiare il focolaio domestico, la luce, perchè il Natale è la festa della luce e Gesù viene chiamato anche "luce del mondo".
Due curiosità: il primo albero di Natale "comunale", quello che troneggia ormai in quasi tutte le nostre piazze, fu eretto nella città di Pasadena (USA) nel 1909, mentre la prima cartolina natalizia, con quella tipica iconografia che la distingue, fece la sua apparizione in Inghilterra nel 1844.
Tra le mille piccole tradizioni locali, trionfa ormai su tutte la figura di Babbo Natale, ma che si chiami Babbo Natale, Santa Claus, Nonno Gelo, San Nicola, Befana o che altro, è sempre uno di quei misteriosi personaggi che portano doni, che invariabilmente giungono da un paese sconosciuto al quale ritornano dopo tale cerimonia. Un personaggio comunque simpatico per i più piccoli.
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Guardare e vivere il Natale da un punto di vista esoterico, alla Lectorium Rosicrucianum, per intenderci (quasi un silente omaggio all'utente selenita), significherebbe considerare la base dei festeggiamenti, con abitudini consumistiche, il cui effetto dura fino a Capodanno, fra scoppi di petardi e tappi di spumante, che NON possono tuttavia coprire del tutto altri scoppi che, ora qua ora là per il mondo, denunciano la mai sopita logica della guerra "tradizionale", o ambigua come queste sponsorizzazioni pro-vaccino a tutti i costi, costi quello che costi.
Il sole giunto alla sua corsa discendente, sorge dalla tomba invernale e rafforza ogni giorno di più la sua luce e, mentre si appresta a risalire, accompagna l'umanità verso un nuovo periodo. Un evento grandioso dunque, che riporta il mito universale della rinascita del sole, ma che si può leggere (se lo si vuole...) nella semplice storia di quella maternità speciale che ha scelto per esprimersi una stalla e una vergine, Maria (ma ANCHE Myriam, puro etere originale della sostanza primordiale...).
L'impulso di rinnovamento che ne consegue rende quello del Natale un tempo propizio alla riflessione e alla meditazione (che esorto tutti ad esercitare), conferisce ad esso l'atmosfera ideale per rivolgere il proprio interesse all'interiorità, tralasciando quanto di esteriore concorre ogni giorno a rallentare il cammino dell'evoluzione spirituale. La Natura Madre, per quanto su detto, provvede a creare questa condizione, in questo periodo, e l'uomo rimane libero di approfittarne.
Il Natale E' il solstizio d'inverno, la forza del sole raggiunge il suo punto più basso, la natura è come morta, alcuni animali sono in letargo, la vegetazione si è arrestata, e la terra attende il ritorno della luce che le ridarà forza e vita. Proprio durante questo silenzio ed apparente morte le forze spirituali si manifestano più intensamente: aprirsi alla concentrazione meditativa o abbandonarsi all'effluvio di sentimentalità equivale a scegliere fra trovare il Figlio della Luce o sbarrarsi il cammino che conduce a Lui con illusioni e false speranze.
Un saluto
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Nei giorni dedicati al sole, si immolavano ecatombi su numerosi altari, e si versava il vino più pregiato (che spreco...), l'imperatore stesso danzava in qualità di sacerdote, intorno agli altari, accompagnato da cori di donne sire, con cimbali e timpani secondo l'uso orientale. A dare al sole ed al suo culto un'impronta definitivamente romana fu l'imperatore Aureliano, che fece del "Deus Sol Invictus" il Signore di Roma, dato che gli fu innalzato un Tempio di stato, ed il servizio divino veniva compiuto dagli stessi Senatori romani che formavano un vero e proprio "collegio sacerdotale".
Ed ecco la data fatidica... Il 25 dicembre, giorno natalizio di tutti gli Dei del Sole d'Oriente, si organizzava a Roma ogni 4 anni, dedicato appunto al "Deus Sol Invictus" con gran pompa e magnificenza, si formavano processioni urlanti per la partecipazione collettiva all'avventura mirabile del Dio. Roba da far accapponare le orecchie... Questo ovviamente era l'aspetto esteriore del culto, che in realtà aveva tutte le caratteristiche dei culti misterici ed iniziatici.
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Quale sia il caso è appunto poco importante, proprio perché da ciò che si è letto si ricavano informazioni che hanno poco di esoterico, troppo generaliste, ed in alcuni casi pure incorrette.
Ad esempio la curiosità sull'albero comunale. Quando invece l'usanza dell'albero 'comunale' con sopra le 'palle' risale per giunta prima dell'impero romano stesso.
Ma forse di quale albero si tratti (non un abete), cosa fossero quelle 'palle' e perché venivano appese, ce ne parlerà nelle puntate successive.
Il difetto maggiore è l'interpretazione grossolana del culto in sé, in quasi tutti gli aspetti interpretativi che sono stati suggeriti, come se tal tradizione non avesse una storia assai più profonda ben prima dei culti imperiali, e di quelli di importazione 'siriana' ed orientale. E già Il sincretismo post- repubblicano amplificò una degenerazione del culto originario, parlare di splendore, versamenti di vini pregiati, riti orgiastici, non si discosta dalla banalizzazione che tanti narratori e storici hanno compiuto con successo, involontariamente o meno.
Coltivo però la speranza che quanto letto sia solo un introduzione scherzosa e che invece si prosegui con il piglio che l'argomento nella sua complessità merita.
E visto che l'immaginario trasognato che piace al nostro Vendicatore de Papus ha sempre un chè di pruriginoso, lancierei a proposito giusto un bel incipit tematico: il legame (assai serio per lo studioso appassionato della materia in questione) tra la parola 'pene' (in senso genitale) e il culto Saturnale/Natalizio.
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Dente del giudizio avvelenato eh... Non è il caso.
Specifichiamo, per intenderci, mi si creda o no, per me Calò è (quasi) un fratello. Certo che con un saccente difensore d'ufficio come te, con tali parvenze di sconclusionate aRinghe, all'amico Calò potrebbero GELAre i polsi, rischierebbe insomma l'ergastolo... Non rin-nego il buon'umore che le sue concise storielle mi infondevano, il che, in ogni caso, non hanno mai tolto il rispetto (alquanto nascosto, lo confesso...) che ho per lui.
Comunque sia, fabulare con un saccente che come avatar ha inteso far risaltare per sè un cervello non più grande di una nocciola, risulta alquanto difficile, te parece? L'assoluzione è comunque sempre dietro l'angolo, ci mancherebbe, e potrebbe determinarsi nel valutare che nelle ore notturne inoltrate, in cui si batte (sulla tastiera), l'erubiscenza avulsa può prendere il sopravvento su un ragionamento non rancoroso, lineare, e che conseguentemente viene meno... Sarà?
Sul Natale che fu poi (come data) di nostro Signore, vorrei riportare una canzoncina che si cantava (e che cantavo) a Venezia la mattina del 25 dicembre: Sta note/ a meza note/ xè nato 'l bon Sior/ quest'è la vera luce/ che in ciel farà splendor.
Bon Nadal, in veneziano e catalano, anca a ti o sazente...
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posso confermarti che se non ci fosse una fraterna disposizione non ti muoverei delle critiche, che erano evidentemente di sprono a proseguire le tue ricerche e continuare a deliziarci della tua prosa.
Quanto ti sia d’impaccio il mio avatar parrebbe difficile coglierlo, soprattutto quando la materia sarebbe esoterica, Perciò ben ti invito ad inviarmi l’avatar che più ti invoglierebbe a proseguire e che meglio ti disponga nei miei confronti, basta che non ci sia una luna di mezzo, perché mi parrebbe un poco contorto da parte tua. Non posso invece prometterti di cambiare longitudini e neppure le abitudini, per allinearci a solis ortu usque ad occasium.
Sai bene che d’ufficio difendo la coerenza presa per sè stessa piùttosto delle personalità, che volubilmente la interpretano, e d’indole quindi son ben disposto alle richieste più oligofreniche, anche qui, se queste accordassero meglio la ripresa di questa trattazione lasciata in sospeso nel punti più interessanti e misteriosi: gli svolgimenti dei culti di cui parli e le loro spiegazioni, quelle in particolare che wikipedia ometterebbe, e che un grand iniziato come te conoscerà senz’altro.
Ti leggo con piacere ed hai una sacco di esperienze da raccontare, hai tutto il mio rispetto a prescindere qualsiasi posizione culturale esporresti. Nessuno d’altronde può dir di saperne abbastanza nel campo del sapere, dono divino ma ,perché no, natalizio, per eccellenza dopo la nascita. Ragionamento un tantino tautologico ma anche taumaturgico, se ben si coglie.
Buon Natale a Te, la mia preghiera per entrambi sarà sempre quella di non esser ciechi. Perché come ci dice il Nostro Sior “Quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso” (Mt. 15,14)
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Accennavi alle mie erronee balle di Natale appese ai linkioni di wikipedia. Che cattiveria. Bestia come soffro... Ma caro amico era logico che l'albero "comunale" era rivolto a come viene IMBASTITO ai nostri tempi. Vuoi che lo introduciamo nel mito? E introduciamolo... Si può discutere dell'albero della vita, o come simulacro di una divinità, o come medium tra cielo e terra, via di comunicazione con gli dei superiori ed inferiori. Vi è poi la storia dell'albero di Dodona, quello biblico del Bene e del Male che, per i cinesi viene chiamato "legno eretto", che è considerato il punto di appoggio, o meglio, l'asse attorno al quale ruotano le stelle e i pianeti e quindi anche la nostra Terra.
Ma anche nell'America settentrionale, così come in Asia, cresce una specie di Thuia, una conifera che si chiama ancor oggi "albero della vita". In Sicilia (credo Palermo) hanno piantato l'albero Falcone, in omaggio al magistrato caduto in un'imboscata. L'albero, in sè, andrebbe visto come un desiderio di spingersi più in alto in cerca della verità (mi rimproveravi di non trattare d'esoterismo, eccoti servito... scherzo). Va pure rilevato che Buddha raggiunse l'illuminazione dopo essere stato seduto in profonda meditazione (che ti consiglio), sotto un albero di fico, conosciuto come "l'albero della saggezza".
Esiste dunque un profondo legame tra gli alberi e l'uomo (le querce dei druidi e più recentemente della Wicca, ecc ecc), anzi direi una sorta di "sympatheia" che fa si che nella nostra terminologia siano ricorrenti espressioni, diciamo cos', "arboree", "affondiamo le radici", "siamo come le foglie", "le strade diramano"... Senza contare che molti tengono appeso al muro di casa "l'albero genealogico"... Gli Ebrei durante la schiavitù babilonese, appesero le loro cetre ai rami dei salici in segno di lutto. Noi di questi tempi dobbiamo appendere all'albero i nostri messaggi di speranza.
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Tutto questo non toglie una virgola delle potenzialità dottrinali di Cristo, il quale non aveva di certo chiesto di spostare la sua nascita nel giorni di 25 dicembre, già occupato da "altri dei"... Comunque gli inni dedicati a Shamash sono diversi, questo che propongo mi sembra molto poetico e indicato: Shamash, dal fondamento del cielo tu spunti - Tu apri la serratura dello splendente cielo, del cielo la porta tu apri - Shamash, al di sopra della Terra tu levi la tua testa - Shamash, tu stendi al di sopra della Terra la volta sfavillante del cielo - .
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Certo la "novella" è lieta. Va ricordato che quattro decadi prima pure i romani avevano preteso che la grande cometa apparsa inopinatamente nel firmamento, fosse l'anima di Giulio Cesare accompagnata nella sfera degli astri dalla stessa Venere, ritenuta sua AUGUSTA progenitrice. Di certo, (a differenza dei nostri giorni?...) le vicende celesti influenzavano l'animo degli antichi. Allo scopo di interpretare i "segni celesti" erano nate caste sociali di sacerdoti, negromanti, astrologi e compagnia cantante. Non che si debbano disconoscere lo studio dei cinesi da ciò che si vedeva in cielo, studi che non mancarono nemmeno in Egitto, in India, ma pure tra pastori caldei, assiri e babilonesi, quelli di Betlemme erano quindi in buona compagnia... senza omettere i naviganti fenici, i nomadi arabi ed ebrei.
Si vociferava da tempo l'arrivo di un Messia, è possibile pertanto che l'"apparizione" della "stella" della Natività potrebbe possedere un contenuto del tutto simbolico e fideistico, attecchendo con facilità in animi semplici già in attesa della "Rivelazione". Come già detto NESSUN evangelista oltre a Matteo, riporta avvenimenti naturali accompagnanti la nascita di Gesù, Pure Luca non parla di stelle, anche se tratta estesamente i fatti precedenti e tutti gli avvenimenti intervenuti durante e dopo la notte di Betlemme, egli si limita a parlare di molti pastori davanti alla grotta, e non accenna ad alcun prodigio celeste.
Io non indugio certo sull'esegesi evangelica, non me lo permetto, ma qualche considerazione è di per sè ovvia, sulla possibile realtà o meno che un evento astronomico di particolare rilievo si sia verificato proprio alla nascita di Gesù. Gli stessi astronomi hanno considerato (fin'ora senza successo) almeno tre o quattro generi diversi di eventi per spiegare la "stella" dei Magi: una cometa? La congiunzione di uno o più pianeti? Una stella nova o supernova? Un eccezionale splendore nella visibilità di qualche pianeta? Non è ancora chiaro.
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L'esistenza storica di Gesù è quindi incontestabile. D'altronde lo afferma anche Biglino...E se lo dice lui che per molti rappresenta la bocca della verità...Possiamo infatti considerare sicuramente l'inizio e la fine della sua vita terrena, alla luce del contesto storico contemporaneo, che poi la datazione della sua nascita "sfalchi" di qualche anno, nulla toglie all'autenticità della sua figura, non è una rigorosa cronologia che sposta i valori del suo insegnamento. Ecco, questo è sostanzialmente il punto, la grande confusione, voluta o meno che sopraggiunse dopo la sua morte, prima e dopo il concilio di Nicea, sfocianti negli errori/orrori, dalle prime persecuzioni ai cristiani, fino alle folli persecuzioni DEI cristiani per puro potere temporale. La dottrina di Gesù (perdona il tuo prossimo 7 volte 7, ovvero SEMPRE) viene troppo spesso accumunata ai papi e alle loro tante bolle infamanti, il semplicismo dei sempliciotti che fanno, come al solito, di ogni erba un fascio, mettendo sullo stesso piano la dottrina di Cristo con (per dirne una) gli omicidi, gli anelli al dito e l'ermellino di papa Borgia .
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Ma se, al contrario, guardo alla principale funzione di questa figura pseudo-storica (certa per i credenti e ambigua, ovvero composita, per i razionali come me), che è quella di enunciare il "messaggio cristico" (il meraviglioso e cosmico "amore universale incondizionato", che io so essere la più potente energia dell'universo) allora perdo ogni interesse a combattere la storicità di Gesù il Cristo, perchè non ha alcuna importanza rispetto all'obiettivo.
Ti faccio un esempio. Oggi al TG hanno intervistato un poliziotto in uniforme di nome Gastone, che, finiti i turni di servizio, si traveste da clown come il medico Patch Adams e va negli ospedali a rallegrare i bambini. Tutti i giorni, perchè, per questo poliziotto, è ormai una gratificazione personale amare il suo prossimo con questa dedizione. Non è un buon poliziotto, perchè storicamente dovrebbe essere un duro sbirro? Ma chissenefrega. Buon Natale.
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- CharlieMike
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Tutto si è ridotto al fare regali e ingozzarsi: una mera festività commerciale.
E' estremamente raro sentire persone che parlano di beneficenza mentre, al contrario, si sentono solo persone "costrette" a fare regali a amici e/o parenti per i quali se ne vorrebbe fare a meno ma per svariate ragioni "non è possibile".
Proprio di recente ho incontrato persone che, mi hanno detto, "dovevano" fare il giro dei parenti per gli auguri di Natale.
DOVEVANO??
Avrebbe dovuto essere un piacere invece.
Senza contare che essere "buoni" una volta all'anno perchè lo impone il calendario non salva certo dall'"Inferno".
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Mentre per @@@ Charlie per una volta (forse due...) sono connesso. Sia per la scarsa partecipazione ad alleviare le sofferenze dei meno abbienti, e sia per la "costrizione" dei regali per non far "brutta figura".
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