Il ventuno del mese di natale
tu armato attraverserai la frontiera.
Ecco l'avviso ministeriale
che ti ordina in questo modo:
''Si richiama alla guerra il personale
per difendere l'italica bandiera''
Chiamandomi all'obbligo di presenza
con il battaglione pronto alla partenza.
La lettorina fumante a carbone
mi è apparsa alla mente in quell'istane,
con la tromba nostalgica del fante
e la casa mia in disperazione
le truppe schierate a levante
l'esercito nemico imponente
l'addio da dare all'amante
la morte mia era imminente.
Addio ulivi che qui resterete
addio all'ovile e alle greggi
ai miei fratelli che tanto m'amate
addio padre e addio mamma.
l'acqua di una rigogliosa fontanella
era simile al mio pianto
per gli amici da abbandonare
e per Morisca la fedele cucciola.
Ma come sarebbe a dire
mi chiamano al fronte con questo avviso
senza il parere mio han deciso
che devo sul patibolo uccidere.
Non voglio la medaglia d'artigliere
morto a palla in straniera contrada.
Meglio in terra mia la spirata
lottando contro i carabinieri.
Dimenticando ''doveri'' e ''onori''
a questi sentimenti tristi
ho pregato il perdono di dio
divenendo militare disertore.
Quella stessa notte di nascosto
mi preparai provviste e fucile
alla cagnolina fatto il guinzaglio
mi avventurai nella selva oscura
Ospitato da ovili e pinnette
dai pastori abbandonate.
Lontano da corvi e astori
lontano da polvere e saette.
Senza mangiare, con la vista annebbiata
al terzo giorno debole e provato
in una vecchia casa appesi
la giubba di lana e l'arma rubata.
Arrivati gli squilli dell'inverno
per combattere la fame
mi arrostivo merli, carne di volpe e gheppi
infilati in spiedi di alaterno.
giusto ai dieci giorni neanche appena
dalla messa del gallo il giorno della messa
il posto era stato circondato come catena
dalla giustizia mala proprio lei
Io mi armai prontamente
mi scendeva freddo il sudore
''a mani alzate'' grida il tenente
poichè ero della guerra disertore.
allora risposi a voce forte
''non entrare alla casa resta là.
io non vado a lottare con la morte
se vuoi, prendi vai e lotta tu''.
Ecco che uno spaventato militare
temendo l'ombra di Morisca
appostato sull'orlo del cespuglio
sparò seccandomi la bestia.
li gettai pietoso manto
e per me iniziò la guerra
con il cuore spezzato e affranto
povera bestiolina caduta a terra
A quella vista allora provocato
vedendo del milite l'abuso
le canne alla macchia puntai
lo feci secco a piedi in su.
Vedendo di aver ucciso una persona
gettai a terra l'arma arreso.
mi presero e condannarono
a ventitre anni di prigione.
Ora sono chiuso in una corte
alzo la faccia all'aurora bella
a volo vedo una rondinella
la sua libertà mi dà la morte
La notte ammiro le stelle
e piango la mia malasorte
un giovane abile sano e forte
consuma i suoi giorni in una cella.
(martelletto)
