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Il mondo dell'informazione economica al suo peggio
Come dare (ed interpretare) le notizie AL CONTRARIO: piangiamo anche noi assieme a "La Repubblica" per i poveri banchieri ed avvocati costretti ad emigrare da Londra (che poi non è nemmeno vero, semplicemente stanno prendendo alcune misure cautelative), a sostegno dei quali potremmo seguire un minuto di silenzio ed istituire una giornata di lutto nazionale.
Poveri, poveri, poveri banchieri ed avvocati. E povera finanza, questo mondo così limpido costretto a tali ingiustizie. Preghiamo per loro :baby:
Ma la perla più luminosa è al termine dell'articolo: il fatto che l'inflazione sia cresciuta dallo 0,6% all'1% (addirittura!!!) - e cioè sia comunque ben al di sotto del 2% che in eurozona persino la prudentissima BCE considera il target ottimale - è per il nostro editorialista un segnale che l'economia inglese sta cominciando una "lunga discesa"! Quando al primo anno di economia insegnano che l'inflazione, purchè rimanga contenuta (e l'1% è MOLTO contenuto), indica un'economia dinamica ed in crescita!
A questi scribacchini manca l'alfabeto della materia di cui scrivono.
Sarebbe come pretendere di insegnare le equazioni senza avere padronanza delle somme algebriche: il livello di ignoranza (o di malafede) è esattamente questo, o forse peggiore.
E' da mesi che attendono che in UK qualche indicatore economico vada peggiorando per poterne attribuire la colpa alla Brexit, e visto che purtroppo la realtà continua a deludere le loro aspettative (i principali indicatori economici sono migliorati, purtroppo per loro e fortunatamente per gli inglesi), cominciano ad inventarsi di sana pianta una realtà parallela.
Come fa questo giornalaccio di propaganda spicciola a non essere ancora fallito?
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Di materiale ce n'è a bizzeffe, persino quotidianamente.
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anakyn ha scritto: Questo thread potrebbe fungere da collezione dei peggiori articoli giornalistici sul tema economia: la propaganda di peggior livello, le manipolazioni più nauseabonde ed eclatanti.
Di materiale ce n'è a bizzeffe, persino quotidianamente.
Di materiale ce n'è una sorgente infinita, in realtà. E trovare gli articoli peggiori è davvero un'ardua scelta, specie in tempi di allineamento geopolitco che neanche l'istituto luce si sognava, nell'ottica in cui l'economia è un'appendice della geopolitica. O viceversa, poco importa.
Io proporrei questo post di Rischio Calcolato, che a sua volta riprende un articolo del fatto quotidiano, tema: la gestione economica del Sole 24 ore. Direi che siamo in topic a manetta.
Della serie colpa dei tedeschi caso confindustria sole 24 ore
FranZη
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FranZeta ha scritto: Io proporrei questo post di Rischio Calcolato, che a sua volta riprende un articolo del fatto quotidiano, tema: la gestione economica del Sole 24 ore. Direi che siamo in topic a manetta.
Della serie colpa dei tedeschi caso confindustria sole 24 ore
Una stella di notevole splendore nella sterminata galassia dell'informazione autorazzista, in effetti: grazie della segnalazione.
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Vediamo gli elementi oggettivamente aberranti in termini di informazione:
1) cito dall'articolo: "Nel 2016 l’occupazione è cresciuta del 2,9 per cento, con un incremento di circa 500 mila posti di lavoro che ha fissato il tasso di disoccupazione al di sotto del 20 per cento per la prima volta dal 2010." --> toni trionfali per una disoccupazione finalmente "al di sotto del 20%", senza sottolineare il fatto che il 20% di disoccupazione, in un paese industriale avanzato, è una percentuale mostruosamente alta, che in Europa credo sia seconda solo alle Grecia.
2) viene completamente esclusa dal discorso la bilancia commerciale spagnola, perennemente in deficit, e di conseguenza il debito estero che la Spagna sta continuando ad accumulare. Per inciso, l'insostenibilità dei debiti esteri privati nei paesi PIIGS è stata proprio la causa scatenante della crisi economica europea. Come dire... non esattamente un indicatore insignificante!
In altri termini: in questo momento la Spagna è seduta su un barile di dinamite, che attende solo la prossima scintilla per esplodere.
Naturalmente, il fatto di accumulare debito estero significa anche che la Spagna sta vivendo al di sopra dei suoi mezzi (cioè sta prendendo in prestito dall'estero le risorse che non riesce a produrre in casa), e che prima o poi dovrà pagarne inevitabilmente il conto.
Nel frattempo, l'Italia ormai dal 2012 è tornata in attivo commerciale rispetto all'estero. Il che, unito all'avanzo primario di bilancio pubblico, significa che sta vivendo al di sotto dei suoi mezzi.
Di seguito il confronto fra la bilancia commerciale spagnola e quella italiana:
3) SOPRATTUTTO, l'articolo non tiene minimamente conto del fatto che la Spagna, per raggiungere tale crescita economica, ha dovuto fare ricorso ad un deficit di bilancio strutturalmente molto più alto dei limiti imposti dal trattato di Maastricht. Il quale, incidentalmente, ha fatto anche decollare il debito pubblico, che ora è praticamente al 100% del PIL mentre fino al 2010 era al 60%.
Lo stesso trattamento di favore viene accordato da sempre anche alla Francia, per motivi diversi: alla Spagna perchè altrimenti sarebbe andata in default e non avrebbe potuto restituire i suoi crediti alla banche creditrici tedesche e francesi; alla Francia perchè è la seconda economia più grande dell'UE ed i tedeschi non possono permettersi di perdere la sua alleanza politica, per cui le concedono flessibilità a manetta.
All'Italia, invece, tali favori non vengono concessi (e comunque i nostri governi, da Monti in poi, non li stanno nemmeno pretendendo), il deficit di bilancio pubblico è estremamente più contenuto (si parla di diversi punti di PIL, cioè decine di miliardi di differenza all'anno) e la possibilità di fare spesa pubblica (anche per investimenti) estremamente più ridotta.
Tradotto: l'Italia deve tirare la cinghia e la sua economia soffre di conseguenza, alla Spagna (ed alla Francia) è concesso di soddisfare il proprio appetito e l'economia è decisamente più dinamica.
Di seguito il confronto fra il deficit di bilancio spagnolo e quello italiano (occhio che i due grafici usano scale diverse!):
Traduzione della traduzione: la crescita economica spagnola è fondata SUL DEBITO (pubblico ed estero), e come tale è insostenibile ed effimera: un'altra bolla che si sta gonfiando in attesa del botto.
Il percorso sembra identico come dinamica a quello pre-crisi del 2009 (anche allora la Spagna passò dalla crescita alla recessione con un'intensità ed una velocità impressionanti) e molto probabilmente si concluderà allo stesso modo, con la differenza che ora la crescita è comunque più bassa e la disoccupazione molto più alta, quindi l'impatto della prossima crisi sarà persino più violento.
Ma all'editorialista tutto questo non interessa.
Per lui, è grazie all'assenza di Governo che in Spagna "l'economia decolla".
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