Le specie sono esseri viventi?

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1 Anno 1 Mese fa - 11 Mesi 3 Settimane fa #51256 da Davide71
Ciao a tutti:

Questo sito ha ospitato alcune discussioni a proposito dell’evoluzionismo. Io ho partecipato principalmente ad una, ospitata nel vecchio sito, dal titolo “ Darwin e l'evoluzionismo. Il dibattito è ancora aperto. e che arrivò a 2561 messaggi. Questo potrebbe corrispondere a 2500 pagine di contributi da parte degli utenti, molti dei quali, a mio avviso, caratterizzati da un livello piuttosto elevato di competenza scientifica, oltre che da visioni diametralmente opposte. Successivamente ho partecipato anche ad altre discussioni e in generale posso dire che spesso le critiche alla teoria scientifica ufficiale sono piuttosto azzeccate, ma molto raramente si fa accenno a ipotesi alternative.Nel corso degli ultimi 30 anni, ho elaborato una teoria che ho definito “Teoria delle simbiosi sovrapposte”.

Secondo i canoni della scienza attuale, essa non è una teoria scientifica. Io sostengo che nessuna teoria valida sulla Storia della vita sulla Terra potrà mai vedere la luce se ci si obbliga a rispettare i canoni della scienza attuale. La scienza attuale è razionalista, meccanicista e materialista. Il mondo moderno considera tutte e tre le tendenze filosofiche una conquista del pensiero, ma per me sono soltanto frutto di un lento e progressivo deterioramento delle capacità intellettuali dell’uomo Occidentale, che ha finito per utilizzare la sua mente per giustificare la sua tendenza verso il godimento dei beni terreni. L’effetto di tali tendenze sulla ricerca scientifica è stato quello di orientarla esclusivamente verso la creazione di tecnologie che permettano di far fruttare gli investimenti della ricerca. Agli scienziati non interessa affatto capire come è fatto il mondo. Anzi, essi se ne guardano bene da cercare di farlo. A loro interessa solo sapere come sfruttarlo. Per esempio loro applicano le loro conoscenze sulla fisiologia degli animali per rendere gli allevamenti intensivi più produttivi. Tuttavia dibattono ancora sul fatto che gli animali abbiano dei sentimenti, dei pensieri o “persino” un’anima. Esiste una ragione ben precisa perché questo succede. I loro finanziatori non vogliono che considerazioni di ordine etico si frappongano a ridurre i possibili profitti derivanti dalle applicazioni delle nuove tecnologie.

In sostanza, per elaborare una teoria sulla Storia della Vita sulla Terra occorre introdurre concetti che non rientrano nei canoni molto ristretti di quello che viene definito comunemente “scienza”. Uno dei concetti cardine della mia teoria è che le specie siano esseri viventi. Vi sono ricerche che hanno suggerito che certe comunità di insetti, come gli alveari delle api e oppure i formicai delle formiche, siano un solo essere vivente. Io estendo questa possibilità ad ogni specie, e infatti anche oltre.Io sostengo che, per esempio, non solo i singoli gatti siano esseri viventi, ma anche “il gatto”. Certamente possiamo puntare il dito e indicare “un gatto”, ma questo non lo possiamo fare per “il gatto”. Il corpo della specie “il gatto” è il corpo di tutti i gatti che vivono nel nostro pianeta. Tale specie è nata quando il primo gatto è comparso sulla Terra, e scomparirà (si estinguerà) quando l’ultimo gatto sarà morto. Tale essere vivente convive con i singoli esseri individuali, e il rapporto di convivenza è tutt’altro che facile.

Uno dei campi in cui si manifesta tale rapporto in tutta la sua complessità è quello della riproduzione. Nel mondo animale nessun individuo consegue un vantaggio nel riprodursi, in quanto, come principio generale, i figli non provvedono al mantenimento dei genitori quando essi sono troppo vecchi per procurarsi il cibo autonomamente. Esso, per l’individuo, è solo un costo e un rischio. Perché lo fanno? Gli scienziati cercano nei composti chimici la risposta (vedi la teoria del gene egoista di Dawkins), ma io penso che sia molto più logico ipotizzare la compresenza di un altro essere vivente che, quello sì, consegue un vantaggio dalla riproduzione, cioè non si estingue. Infatti un essere vivente non desidera morire, e qualunque comportamento che lo espone ad un rischio di morte dovrebbe far pensare. In questo caso io ipotizzo che la specie influisca sul comportamento del singolo mediante la produzione di ormoni. Questo spiega anche perché, per esempio, nella specie umana un maschio è in genere attratto dalla femmina che mostra tratti che lasciano pensare che possa partorire o allattare meglio di altre femmine. Tuttavia l’esistenza della specie come essere unitario, vivente e perciò intelligente (questo ricorda il “Cogito ergo sum” cartesiano ma io non amo Cartesio) si può notare anche in altre situazioni, come l’erezione di barriere alla riproduzione. Per esempio Darwin notò che esistevano differenti specie di passeri in una stessa isola. Perché non si riproducevano tra di loro? Anche lì, il singolo individuo non consegue nessun vantaggio dalla riproduzione (anzi, alcuni muoiono! Poveri salmoni…), ma sappiamo bene che, quando siamo in preda al desiderio, anche se non troviamo la femmina perfetta, va anche bene una imperfetta. I cani poi non hanno alcun senso di “razza” quando desiderano riprodursi, quindi la differenza di forma, in sé, non è una barriera alla riproduzione. A quanto pare, i passeri non potevano incrociarsi tra specie tassonomiche diverse, perché, in genere, avevano periodi di riproduzione differenti, ma se avessero potuto, quale sarebbe stato il risultato? Un passero che era una via di mezzo tra, che so io, uno adattato a nutrirsi di semi e uno adattato a nutrirsi di insetti, quindi inadatto ad entrambe le nicchie ecologiche e quindi un “perdente”. Le barriere alla riproduzione sono perciò una strategia efficace per la sopravvivenza della specie.

Io personalmente ritengo che i gatti, i leoni, e tutti i felidi in generale siano una specie sola, che ha creato barriere riproduttive per mantenere i caratteri delle singole specie. Quindi il mio concetto di specie corrisponde grosso modo al concetto tassonomico di “famiglia”.Domanda. È veramente necessario considerare l’esistenza di un essere vivente oltre all’essere individuale oppure possiamo farne a meno? Il rasoio di Occam raccomanda di non creare più esseri (o enti) di quelli strettamente necessari. Quale utilità avrebbe introdurre il concetto di un essere vivente che sia al di sopra dei singoli esseri viventi? Io ho indicato alcune delle ragioni che mi suggeriscono che tale essere effettivamente esiste. Io ne posso fornire altre, ma penso che le esporrò in post successivi.

Certamente sorge il problema di come fa la specie a coordinare le azioni degli esseri individuali per conseguire il suo scopo, considerato che, almeno nel mondo animale, gli esseri individuali perseguono i loro fini, e che possono essere in contrasto con quelli della specie. Gli ormoni sono una risposta, ma ce ne sono altre (io penso ai virus, ma non vorrei appesantire troppo il discorso). Tuttavia rimane comunque una possibile fonte di controversie. In un essere individuale il cervello controlla le singole cellule, ma esso è in grado di raggiungerle fisicamente, mentre la specie deve in qualche modo essere in grado di usare altri sistemi, e la scienza moderna fa molta fatica ad ammettere l’esistenza di qualcosa che non sia materiale.

L’idea che la specie sia un essere vivente a se stante e in simbiosi con i singoli individui è uno dei capisaldi della mia teoria. Una volta ammessa, le conclusioni che se ne possono logicamente trarre sono straordinarie:

1)      Per esempio potrebbero esserci esseri viventi anche nelle classificazioni superiori (per esempio tutti i pesci possono essere un’unica forma di vita che convive con differenti specie e individui), fino ad arrivare all’idea che tutta la vita sulla Terra sia un unico essere vivente (concetto per nulla nuovo, anche nella scienza, vedi Gaia);

2)      Tali esseri potrebbero essere in grado di comunicare l’uno con l’altro, e quindi cooperare, e questo potrebbe spiegare molte forme di simbiosi;3)      Se possono convivere diversi esseri viventi in un medesimo corpo, si può ipotizzare che un essere operi su di un corpo fisico per un certo periodo di tempo e un altro subentri successivamente.

Questo potrebbe essere quello che succede quando un girino diventa rana e quando un bruco diventa farfalla. Questa è, propriamente, l’evoluzione.Tuttavia, prima di esplorare le possibili conseguenze, mi piacerebbe concentrarmi sull’idea base. Esistono poi altri concetti molto importanti nella mia teoria, oltre a quelli elencati, come l’esistenza di periodi catastrofici nella storia della Vita sulla Terra, e altri, che però appesantirebbero enormemente la discussione. Potrebbe essere che, se noto un interesse profondo per la mia teoria, chiederò di aprire altri post per approfondirli.In calce a questo post troverete il link ad una sintesi di tutta la mia teoria. Essa è tratta da un’opera molto più voluminosa, che la spiega in maniera approfondita, disponibile su Amazon.
Rispetto all’opera originale ho omesso tutta la discussione filosofica, che ha lo scopo di dimostrare come la scienza moderna non sia in grado di fornire una teoria sensata dell’evoluzione della vita sulla Terra a causa del paradigma materialistico che la caratterizza. Ho anche omesso l’analisi critica delle prove scientifiche, che ha lo scopo di mostrare come esse siano compatibili con la mia teoria molto di più che con la loro. Queste parti, ancorché necessarie per rispondere alle obiezioni e per spiegare gli altri concetti che utilizzo, possono essere tralasciate se uno ha comunque un occhio critico verso la scienza ufficiale e ha già una conoscenza abbastanza approfondita dei presupposti scientifici dell’evoluzionismo darwiniano.L’idea che le specie siano esseri viventi, e le sue conseguenze, è un’idea che potrebbe portare molto lontano, secondo me, in campi che sono anche molto lontani da quello della biologia, e il fatto che possa spiegare gran parte dell’Evoluzione dovrebbe essere visto come una prova della sua portata esplicativa perché, da un certo punto di vista, non è poi così interessante sapere come sia nata e sviluppata la vita sulla Terra, ma come è strutturata e come questa struttura ci influenzi psicologicamente e spiritualmente. Sintesi della teoria delle simbiosi in formato PDF
Ultima Modifica 11 Mesi 3 Settimane fa da Davide71. Motivo: Non mi piaceva come era impaginato.
I seguenti utenti hanno detto grazie : robyale

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1 Anno 1 Mese fa - 1 Anno 1 Mese fa #51257 da SAM
Risposta da SAM al topic Le specie sono esseri viventi?
Ciao Davide,
Non entro nello specifico dei contenuti commentando passo per passo i tuoi scritti (ho letto a grandi linee anche il pdf che hai linkato).
tuttavia volevo farti i complimenti. Una persona che crede fermamente nelle sue intuizioni ed ha il coraggio di condividerle con tanto di nome e cognome è sempre ammirevole.

Giudico le tue idee molto interessanti ed a tratti intuitive e condivisibili. Ma anche se non avessi condiviso un "h", ti avrei comunque fatto i complimenti.

La stragrande maggioranza delle scoperte in ambito fisico (ad esempio) derivano proprio da intuito e metodo matematico.

Per quanto concerne il cosiddetto "super-organismo" (quando parli di api in un'alveare e delle formiche in un formicaio) esso sta trovando sempre più conferme in ambito biologico, solo che la prova madre è ancora lontana.

In sostanza le formiche di un formicaio non si comporterebbero da "individui" (ovvero in modo autonomo), ma come se fossero migliaia di "arti/appendici" al comando e sotto la regia (unica) del super-organismo di specie.

Osservandole infatti "ognuna" sa cosa fare in funzione dell'altra. Si muovono in simbiosi ed in perfetta sincronia, quasi all'unisono. Le api idem. Ma se andiamo oltre ci accorgiamo che anche uno stormo di uccelli si comporta alla stessa maniera, come anche le sardine.

Questo meccanismo non è ancora molto chiaro. Diciamo fin da subito che la "lelepatia" non c'entra un fico secco.
Uno ricercatore indipendente in ambito di biologia quantistica (vidi un documentario su RaiScuola mi sembra) suggerì che alla base del super-organismo potrebbe esserci l'entanglement quantistico (uno dei fenomeni più contro-intuitivi della meccanica quantistica, confermato da innumerevoli esperimenti sempre più sofisticati). Può darsi, ma attualmente ancora non vi è alcuna certezza.

Ciao
Ultima Modifica 1 Anno 1 Mese fa da SAM.

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1 Anno 1 Mese fa #51258 da Volano49
Ciao Sam. Intervengo brevemente perchè dai del fico secco alla...telepatia. Da par mio non posso essere d'accordo. Anche la scienza ormai si applica su un piano di logica opportunità su scala...terrestre, ovvero una forma telepatica che include tutto ciò che esiste sia fuori che all'interno del nostro pianeta, dall'uomo agli animali (inclusi gli insetti), dalle piante ai cristalli. Dico che sarebbe ora, ed auspico un ampliamento di una logica applicata a TUTTO il contesto del REALE, ovvero che si può postulare l'esistenza della Telepatia come fatto universale, cioè come fenomeno unitario che si poggia su tutta la realtà su base universale. Il fenomeno telepatico credo che si sviluppi qualitativamente tra tutto ciò che esiste, ancor più se hanno qualche legame, una qualche cognizione l'una dall'altra. Per quanto riguarda l'uomo il fenomeno telepatico andrebbe trattato in forma più ampia e variegata. Mi fermo...
Un saluto a te e a Davide

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1 Anno 1 Mese fa #51259 da SAM
Risposta da SAM al topic Le specie sono esseri viventi?
Ciao Volano

A scanso di equivoci io intendevo dire che la telepatia "con il super-organismo non c'entra un fico secco".
Non mi riferivo alla telepatia in generale, anche perché NON SO nulla di telepatia.

Ciao

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1 Anno 1 Mese fa #51262 da Volano49
SAM: ---"Per quanto concerne il cosiddetto "super-organismo" (quando parli di api in un'alveare e delle formiche in un formicaio) esso sta trovando sempre più conferme in ambito biologico, solo che la prova madre è ancora lontana.

In sostanza le formiche di un formicaio non si comporterebbero da "individui" (ovvero in modo autonomo), ma come se fossero migliaia di "arti/appendici" al comando e sotto la regia (unica) del super-organismo di specie.

Osservandole infatti "ognuna" sa cosa fare in funzione dell'altra. Si muovono in simbiosi ed in perfetta sincronia, quasi all'unisono. Le api idem. Ma se andiamo oltre ci accorgiamo che anche uno stormo di uccelli si comporta alla stessa maniera, come anche le sardine."---
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Ciao Sam, perdona la nuova intrusione, ma è solo per capirci e specificare il mio pensiero che, appunto, fa il paio con ciò che tu, tra virgolette, chiami "super-organismo" e che io definisco "telepatia-universale". Esistono casi macroscopici di telepatia animale, soprattutto tra cani, gatti e cavalli, ma si evidenzia anche nelle comunità di pesci e di insetti, incluse le piante. In queste ultime si evidenziarono vere e proprie emotività, con la possibilità di captare a distanza gli stati emotivi di altri viventi e addirittura il pensiero umano. Siamo in sostanza una infinitesimale parte di un TUTTO, di una Matrice unica, che per quanto ne sappiamo resta ancora difficile da definire.
Un saluto

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1 Anno 1 Mese fa #51263 da Davide71
Ciao a tutti:
grazie per i contributi.
Certamente uno dei più grossi problemi che l'idea che le specie, o altre popolazioni di individui, siano un unico essere vivente, è proprio il fatto che si dovrebbe provvedere ad una spiegazione scientifica di come le singole parti dell'organismo interagiscono per portare avanti la volontà dell'essere collettivo. Il problema con la telepatia è che noi non sappiamo come agisce, e questo rende difficile, per gli scienziati, annoverarla come possibile strumento di comunicazione. Un altro grosso ostacolo è l'idea stessa che due esseri viventi convivano in uno stesso corpo e ne condividano le risorse. Questo genera sicuramente dei conflitti, ma noi non abbiamo certo l'impressione di esser e "controllati" da qualcosa nella nostra vita quotidiana, lasciando da parte i problemi psichiatrici. In realtà il conflitto interiore c'è, ed è molto reale, soltanto che noi Occidentali non siamo molto abituati a fare autoanalisi e il nostro approccio materialistico alla realtà ci rende abbastanza difficile comprendere qualunque cosa non faccia parte del dominio corporeo.
Sicuramene l'essere collettivo ha dei problemi di comunicazione con i singoli individui, altrimenti un ape non avrebbe bisogno di danzare per segnalare alle altre api la direzione da seguire per trovare cibo e altre cose utili.
La scienza moderna fa molta fatica a prendere in considerazione cose che non sa come funzionano. Questo è un effetto del razionalismo che la pervade. Secondo me questo atteggiamento preclude la reale comprensione di molto di ciò che ci accade intorno, e va superato. Tuttavia non possiamo neanche cadere nel problema opposto, cioè utilizzare una spiegazione al di fuori del suo ambito di validità appunto perché non sappiamo come agisce. Peraltro facciamo anche questo, quando per esempio attribuiamo al cervello facoltà che non ha assolutamente (come l'intelligenza, che è caratteristica di tutti gli esseri viventi) oppure ai geni la capacità di modificare la struttura di un corpo (come fanno gli evoluzionisti darwiniani).

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