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Un piccolo racconto, Enjoy
- RobertoRobi
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4 Anni 7 Mesi fa #35128
da RobertoRobi
Un piccolo racconto, Enjoy è stato creato da RobertoRobi
Pranzo in quarantena
Stiamo a tavola aspettando il pranzo: l’odore di mezzogiorno a casa è sempre lo stesso, sublime. Ho già apparecchiato la tavola e aspetto l’urlo, il <<PRONTO!>> che farà scattare tutti fino al tavolo per gustare il classico primo che mamma prepara ogni giorno a quest’ora.
Tutto bello e tutto come sempre c’è solo una piccola differenza, la tele ci dice che ormai è una settimana che siamo chiusi in casa causa coronavirus. Sono ancora solo in cucina, il calore del sole di fine marzo entra dalla finestra con tutti i suoni della natura che ormai si è risvegliata dall’inverno. Rimango un attimo a pensare che la bellezza di tutto ciò non può essere per sua stessa definizione pericolosa per la vita umana
<< Ancora morti negli ospedali italiani e la sanità è allo stremo!!>> racconta il servizio del telegiornale. L’ ancorman sta davanti alla telecamera e stranamente lo vedo senza mascherina. Un dubbio mi assale e logicamente non riesco a guardare quella cartina che continuamente appare in questo servizio televisivo, un semplice disegno statistico di come si espande il virus. Mi avvicino e la vedo ancora meglio, neanche il miglior attacco bellico che poteva subire l’Italia avrebbe colpito i nostri punti più industrializzati.
Nel clamore della visione apocalittica che ho avuto quasi tutti hanno preso posto a tavole e mio padre dice:<< che stai facendo con la faccia vicino alla TV, ti fa male e poi mettiti a tavola che è pronto!!>>
Ora sono a tavola e sta parlando il capitano di una nave da crociera nella quale per prima c’erano stati i primi contagi al di fuori della Cina. Quindi spero in questa giornalista, spero che attraverso le sue domande la mia curiosità si concretizzi:
<<Com’è stata questa avventura?>> <<Inquale di questi momenti ha avuto piu paura?>> <<Continuerà ad andare per mare?>> Le risposte del Capitano il mio cervello non lo ha neanche registrate tanto erano banali le domande, non so cosa pensare perché la mia domanda non è stata ancora risposta. C’è un “laboratorio” che navigava sugli oceani e tutto quello che la giornalista ha saputo chiedere è come ha vissuto la crociera uno dei suoi membri, il più importante.
Una certezza si aggrappa ad ogni mio neurone e si diffonde più velocemente dello stesso virus che dicono essere velocissimo nel contagio: Stiamo vivendo momenti di profonda paura non direttamente collegati con la verità dei fatti, ma collegati con quello che ci dicono sui giornali e le varie “maratone pandemiche” sulla tele….
Stiamo vivendo i nuovi anni di piombo dove quello che ci terrorizza non sono il terrorismo e le bombe, ma una cosa più subdola, invisibile e pericolosissima per la nostra libertà: la paura del futuro che si era cercato di inoculare in tutti noi tramite la leva monetaria. In questo momento fatto il balzo quantico, l’operazione di terrore si trova perfettamente compiuta in modo chirurgico, sentite la TV: <<L’OMS ha stabilito che ci troviamo difronte ad una PANDEMIA!!>>
Tutti gli altri mangiano, sorridono, banalmente pranzano…. il cinguettio degli uccelli canta insieme con il sole che radioso entra dalla finestra…. Mia madre vede che qualcosa nei pensieri mi blocca e con un cenno mi chiede <<che c’è?>>. Non posso far altro che sorridere e distogliere lo sguardo dal suo: amareggiato del pensiero che forse qualcuno nel mondo non dà il giusto valore alla vita, ad una bella giornata o ad una semplice risata. Tanto è facile essere felici quanto essere disperati, lo sappiamo, ma arrivati a questo livello di tecnologia non possiamo non porci quelle domande che sono state alla base del nostro sviluppo: Chi siamo? E da qui deve partire il nostro percorso nella vita di tutti i giorni perché tanto è facile essere felici quanto essere disperati. E solo una cosa può o darti felicità o può aiutarti…… un'altra persona come te.
Robi
Stiamo a tavola aspettando il pranzo: l’odore di mezzogiorno a casa è sempre lo stesso, sublime. Ho già apparecchiato la tavola e aspetto l’urlo, il <<PRONTO!>> che farà scattare tutti fino al tavolo per gustare il classico primo che mamma prepara ogni giorno a quest’ora.
Tutto bello e tutto come sempre c’è solo una piccola differenza, la tele ci dice che ormai è una settimana che siamo chiusi in casa causa coronavirus. Sono ancora solo in cucina, il calore del sole di fine marzo entra dalla finestra con tutti i suoni della natura che ormai si è risvegliata dall’inverno. Rimango un attimo a pensare che la bellezza di tutto ciò non può essere per sua stessa definizione pericolosa per la vita umana
<< Ancora morti negli ospedali italiani e la sanità è allo stremo!!>> racconta il servizio del telegiornale. L’ ancorman sta davanti alla telecamera e stranamente lo vedo senza mascherina. Un dubbio mi assale e logicamente non riesco a guardare quella cartina che continuamente appare in questo servizio televisivo, un semplice disegno statistico di come si espande il virus. Mi avvicino e la vedo ancora meglio, neanche il miglior attacco bellico che poteva subire l’Italia avrebbe colpito i nostri punti più industrializzati.
Nel clamore della visione apocalittica che ho avuto quasi tutti hanno preso posto a tavole e mio padre dice:<< che stai facendo con la faccia vicino alla TV, ti fa male e poi mettiti a tavola che è pronto!!>>
Ora sono a tavola e sta parlando il capitano di una nave da crociera nella quale per prima c’erano stati i primi contagi al di fuori della Cina. Quindi spero in questa giornalista, spero che attraverso le sue domande la mia curiosità si concretizzi:
<<Com’è stata questa avventura?>> <<Inquale di questi momenti ha avuto piu paura?>> <<Continuerà ad andare per mare?>> Le risposte del Capitano il mio cervello non lo ha neanche registrate tanto erano banali le domande, non so cosa pensare perché la mia domanda non è stata ancora risposta. C’è un “laboratorio” che navigava sugli oceani e tutto quello che la giornalista ha saputo chiedere è come ha vissuto la crociera uno dei suoi membri, il più importante.
Una certezza si aggrappa ad ogni mio neurone e si diffonde più velocemente dello stesso virus che dicono essere velocissimo nel contagio: Stiamo vivendo momenti di profonda paura non direttamente collegati con la verità dei fatti, ma collegati con quello che ci dicono sui giornali e le varie “maratone pandemiche” sulla tele….
Stiamo vivendo i nuovi anni di piombo dove quello che ci terrorizza non sono il terrorismo e le bombe, ma una cosa più subdola, invisibile e pericolosissima per la nostra libertà: la paura del futuro che si era cercato di inoculare in tutti noi tramite la leva monetaria. In questo momento fatto il balzo quantico, l’operazione di terrore si trova perfettamente compiuta in modo chirurgico, sentite la TV: <<L’OMS ha stabilito che ci troviamo difronte ad una PANDEMIA!!>>
Tutti gli altri mangiano, sorridono, banalmente pranzano…. il cinguettio degli uccelli canta insieme con il sole che radioso entra dalla finestra…. Mia madre vede che qualcosa nei pensieri mi blocca e con un cenno mi chiede <<che c’è?>>. Non posso far altro che sorridere e distogliere lo sguardo dal suo: amareggiato del pensiero che forse qualcuno nel mondo non dà il giusto valore alla vita, ad una bella giornata o ad una semplice risata. Tanto è facile essere felici quanto essere disperati, lo sappiamo, ma arrivati a questo livello di tecnologia non possiamo non porci quelle domande che sono state alla base del nostro sviluppo: Chi siamo? E da qui deve partire il nostro percorso nella vita di tutti i giorni perché tanto è facile essere felici quanto essere disperati. E solo una cosa può o darti felicità o può aiutarti…… un'altra persona come te.
Robi
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3 Anni 8 Mesi fa #42866
da danielas
Risposta da danielas al topic Un piccolo racconto, Enjoy
che bello trovare questo raccontino, è tanto semplice ma dice un mucchio di cose. Peccato che l'ho trovato solo adesso ... d'altra parte prima non cercavo nei siti ... una volta tanto tempo fa esistevano degli assembramenti che si chiamavano " associazioni culturali", ci si andava perchè si potevano condividere ( o almeno ci si poteva provare) interessi propri con altre persone, si trattasse di una lingua straniera o di qualche tecnica per fare artigianato o arte, qualche danza o un interesse letterario. Andavo in quei posti, esistevano eh!
Grazie del raccontino
Grazie del raccontino
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