Non sono tempi facili per Monsanto, almeno sul piano dell’immagine pubblica. A inguaiare la multinazionale dell’agrochimica non c’è solo la catena di scandali legata agli studi scientifici “aggiustati” (a monte di quelli di cui vi avevamo dato notizia la settimana scorsa c’è tutta la vicenda dei Monsanto Papers, una serie di mail, rapporti e conversazioni telefoniche desecretate dalla corte federale di San Francisco che Internazionale ha pubblicato in italiano sul numero di giugno: i documenti originali sono online sul sito U.S. Right to Know).
E nemmeno lo stop (momentaneo) dell’Unione Europea alla prevista fusione da 66 miliardi di euro con Bayer, sulla quale la Commissione Europea ha fatto sapere martedì scorso di aver avviato un’indagine che si concluderà il prossimo 8 gennaio.
Dicamba, l’erba del vicino non è più verde
Parliamo invece dei problemi che stanno emergendo negli Stati Uniti dove 17 Stati hanno avviato indagini in seguito ai gravi danni riportati dalle coltivazioni agricole su oltre 2,5 milioni di acri di terreno (corrispondenti a circa 1 milione di ettari).
Sul banco degli accusati c’è il dicamba, un potente erbicida che – al pari del più noto glifosato – può essere applicato su colture resistenti come la soia e il cotone geneticamente modificati di Monsanto. Il guaio è che il dicamba è anche molto volatile ed è quindi suscettibile di distruggere le coltivazioni che non resistono al bombardamento di sostanze chimiche.
Gli esperti non sanno ancora se a favorire il propagarsi di questa “epidemia” siano stati forti venti o cambiamenti di temperatura, ma sono già più di 1400 le denunce arrivate dagli agricoltori, esasperati dal fatto che – secondo quanto previsto dalle linee guida del Dipartimento dell’Agricoltura – le assicurazioni non coprono i danni causati dall’erbicida.
Lo Stato più colpito è l’Arkansas, dove dall’11 luglio è stato bandito per 120 giorni l’uso di prodotti a base di dicamba (analoghe misure restrittive sono state adottate in Missouri e in Tennessee): lo scorso anno, secondo la testimonianza di uno sceriffo locale a Reuters, una disputa tra coltivatori sull’utilizzo della sostanza è perfino sfociata in un omicidio.
A caccia di un colpevole
Il colosso di Saint Louis e gli agricoltori si rimpallano a vicenda la responsabilità del disastro: l’azienda sostiene di aver fornito ai suoi acquirenti tutte le informazioni necessarie per l’utilizzo del prodotto, ma è proprio la complessità delle istruzioni, secondo i legali di questi ultimi, ad aver provocato conseguenze spiacevoli.
Il dicamba è provvisto infatti di un’etichetta da 4550 parole con una lunga serie di indicazioni relative alle condizioni necessarie per l’uso (distanza dal terreno, velocità dei venti, temperature e altro ancora).
Specifiche così dettagliate da risultare virtualmente impossibili da seguire, confermano alcuni esperti: «Le restrizioni su queste etichette sono qualcosa di mai visto prima» sostiene Bob Hartzler, agronomo e specialista di sementi all’università dell’Iowa. Quelle relative alla velocità del vento, ad esempio, non avrebbero comunque consentito di irrorare in tempo utile le coltivazioni di soia. La multinazionale, a detta dei ricorrenti, avrebbe «omesso di informare l’Epa [l’agenzia per la protezione ambientale del governo Usa, NdA] che le istruzioni non erano realistiche».
Ma questo non è l’unico né il più grave capo d’accusa. Il dicamba uccide le piante a foglia larga in maniera indiscriminata, per questo tradizionalmente veniva utilizzato solo prima che le piantine emergessero dal terreno. Così come è successo per le colture tollerati al glifosato, la creazione di varietà di cotone e soia gm resistenti al dicamba ha permesso a chi le adottava di applicare l’erbicida senza più alcuna remora: un milione di acri di terreno (circa 400mila ettari) sono stati seminati con colture di questo tipo solo nel corso del 2016 e la stessa Monsanto ha messo in conto per l’anno corrente un incremento da 15 a 20 milioni di acri di coltivazioni di soia Xtend (resistente al dicamba).
Il problema della dispersione era però noto da tempo, motivo per cui l’azienda ha cominciato a sviluppare una versione del dicamba in teoria meno volatile e più sicura. In attesa di ottenere l’approvazione delle autorità, tuttavia, i vecchi prodotti sono rimasti in commercio e gli agricoltori hanno continuato a utilizzarli mettendo a rischio le altre coltivazioni.
In via ufficiale Monsanto ha sconsigliato di farlo e ora incolpa di tutto coloro che hanno fatto un uso scorretto del prodotto. In realtà, si sostiene in una delle cause avviate, gli agenti di vendita dell’azienda avrebbero privatamente rassicurato gli agricoltori invitandoli a ricorrere alla vecchia versione dell’erbicida fino all’approvazione di quella più aggiornata.
Quasi metà degli agricoltori americani ormai denuncia la presenza di infestanti resistenti al glifosato (le cosiddette super-erbacce) e questo fattore spiega la loro propensione a virare sul dicamba. Il biologo Nicholas Staropoli, direttore associato del Genetic Literacy Project, scrive in proposito: «La questione legale in realtà si riduce a questo: cosa Monsanto si aspettava che sarebbe accaduto quando ha messo in commercio le sementi un intero anno prima che la versione “sicura” del dicamba venisse approvata?».
Una ricerca non troppo indipendente
C’è infine un altro aspetto della vicenda che suscita forse le maggiori perplessità ed è legato proprio allo sviluppo del nuovo XtendiMax con tecnologia VaporGrip (cioè il dicamba Monsanto progettato per essere meno volatile).
Reuters ha documentato il rifiuto da parte della multinazionale a consentire che gli scienziati delle università effettuassero test di volatilità sui campioni di XtendiMax: sui campioni forniti, secondo quanto testimoniato da ricercatori delle università dell’Arkansas, del Missouri e dell’Illinois, era infatti espressamente vietato eseguire questo genere di prove.
Secondo Scott Patridge, vicepresidente di Monsanto, la scelta era motivata dal fatto «per ottenere risultati significativi occorrono tempi molto, molto lunghi». Il gigante dell’agrobusiness temeva insomma che permettere studi indipendenti sul nuovo dicamba ne avrebbe messo a rischio l’approvazione da parte delle autorità federali.
Ad affermarlo con chiarezza (senza essere smentito) era stato del resto Boyd Carey, un agronomo dipendente di Monsanto chiamato a testimoniare davanti a un comitato statale dell’Arkansas sui pesticidi nell’estate 2016.
Sebbene nulla impedisca alle aziende di limitare la ricerca sulle sostanze di cui sono proprietarie, le restrizioni imposte in questo caso sono comunque senza precedenti (le concorrenti Basf e DuPont, che commercializzano a loro volta erbicidi a base di dicamba, non ne hanno adottate di analoghe).
Non è detto che i test indipendenti sulla volatilità dell’XtendiMax avrebbero alterato il corso della crisi, osserva Reuters, ma avrebbero fornito ai regolatori un quadro più completo sulle sue proprietà nel momento in cui dovevano decidere se e quando autorizzarne la vendita.
Nel settembre scorso l’Epa ha approvato il prodotto senza richiedere test aggiuntivi e senza spiegare quanto l’assenza di studi indipendenti abbia inciso sulla decisione finale di autorizzarne la registrazione per un periodo di soli due anni anziché venti.
Ora è la stessa agenzia federale, di fronte alla marea montante delle polemiche, ad affermare di essere molto preoccupata dai recenti report sui danni alle colture e di aver avviato una revisione delle restrizioni imposte. Ma qualcuno pagherà per tutto quello che è già successo?
Andrea Cascioli
[Grazie a gio911 per la segnalazione]
Pattern Planet.
ilsole24ore.com/.../...
la Bayer è altrettanto bastarda... Quando andate nei consorzi agrari, guardate chi è il produttore dei maggiori prodotti che si vendono per l'agricoltura, l'orto ecc ecc
Per non parlare delle droghe (drugs) chiamate da noi medicine
la Bayer è altrettanto bastarda...
dall'articolo: E nemmeno lo stop (momentaneo) dell’Unione Europea alla prevista fusione da 66 miliardi di euro con Bayer, sulla quale la Commissione Europea ha fatto sapere martedì scorso di aver avviato un’indagine che si concluderà il prossimo 8 gennaio.
Che la Bayer sia altrettanto bastarda... è accertato.
Un dato a caso: Lipobay.
Non si salva neppure il biologico a quanto pare, nemmeno quello presunto tale, a meno che non ci si coltivi l'orto da sé: disinformazione.it/Alimenti_Radio.htm
( non sono riuscito a rintracciare l'articolo sulla fonte, megachip.globalist.it )
A mio avviso , se vivessimo in un mondo "normale" , dovrebbero essere abolite sia le coltivazioni che gli allevamenti intensivi.....
Piante e animali non sono scarpe o bevande gassate.... non possono e non devono essere "industrializzate".....
A parte gli enormi danni nel breve periodo, quello che questi "signori " DEVONO capire è che,alla lunga, la natura vince sempre..... il nostro pianeta, per auto definizione, è veicolo di VITA....
e la vita vince sempre, qui ed in ogni angolo del universo......
Naturalmente il vero prezzo che tutti paghiamo a lungo termine è difficile da calcolare ma probabilmente ingentissimo
Un dipendente della ditta siciliana che aveva vinto l'appalto per diserbare le cunette, mi confessò (sapendo di rischiare il posto) che quello era un veleno micidiale e che gli sembrava assurdo che nessuno protestasse.
In realtà, per fortuna si è scatenata una vera e propria rivolta da parte dei cittadini, che ha portato poi a delibere anti-glifosato da parte dei sindaci, interrogazioni alla regione, articoli sui giornali etc; così dal 2016 l'ANAS ha rinunciato al glifosato ed ha riassunto nuovamente gli operai con i decespugliatori. Guarda caso, ora le cunette sono tornate al loro colore naturale, verde d'inverno e giallo d'estate.
Almeno una notizia positiva ogni tanto.
Non conviene ne a te ne a nessun altro, come può convenire avvelenare una terra che ti può solo che restituire altro veleno in cambio per poi decidere di spegnersi!?
Sarebbe molto interessante e istruttivo se ne avessi il tempo e la possibilità, se redigessi un articolo.
In campo agronomo siamo tutti un po' lacunosi, pochi se ne interessano e le notizie sono tutte per sentito dire. Un saggio, con dati , esperienze personali, descrizioni dei termini da parte di un contadino,, aiuterebbe molti di noi nel farsi un'idea più precisa della situazione.
Una domanda forse banale ma importante: Vale la pena secondo te spendere per comprare il biologico (supponendo che lo si paghi un 30-100% in più) ?
Io lavo molto bene la frutta e la verdura a volte anche con sgrassanti per togliere eventuali patine. è sufficiente o meglio sempre il biologico ?
Ma soprattutto i controlloi funzionano ?
Grazie
Quando poi i raccolti sono risultati scarsi o scarsissimi, se hanno potuto hanno fatto ulteriori debiti per scoprire che comunque i raccolti erano meglio con le sementi tradizionali.
Oberati dai debiti e senza ulteriore possibilità di crediti molti si sono suicidati.
Forse il commento è un po' fuori tema ma ricordo che i diserbanti vanno a braccetto con i semi geneticamente modificati, fatti per resistere a quei diserbanti.
Il fatto che i semi resistano ai diserbanti non significa che producano bene.
Inoltre, domanda retorica, che fine fa il diserbante 'tollerato' dal seme?
Provate a non prenderlo con una fibrillazione cronica o persistente e con ablazione inutile.
Non consiglio di provare con le tisane ed i decotti per fermare la fibrillazione..
....se la uso per adoperare più diserbo...é nociva... ma se la uso per resistere ad alcune malattie è molto utile... ( cisgenico /mele / ticchiolatura)professor Sansavini università bologna
Problema reazione soluzione.... bayern, monsanto, "scienza" della nutrizione moderna, tutti della stessa "pasta"
Continuate pure ad usare il vostro corpo come raccogliori di immondizia, di gliadine e di carcasse di animali putrescenti nel vostro intestino, poi andate pure a chiedere la salvezza di ultimo soccorso ai vostri stessi carnefici... siete liberi di ridurvi come volete...
Anche se uno è attento all'alimentazione può ammalarsi e non ha senso considerare tutti i farmaci come dannosi o tutto quello che viene dalla Bayer.
Ogni farmaco ha un profilo di rischi e benefici diverso non ha senso generalizzare.
tornando al tema: cosa consigli Giuggiolo per evitare sostanze tossiche?
Io cerco di cambiare sempre produttore e provenienza per non far accumulare gli stessi "veleni"
(Le fragole pensavo fossero pericolose perchè assorbono molto dalla buccia.)
Torna pure al topic ora
www.biodinamica.org/i-nostri-corsi-nazionali/
La causa della fibrillazione parte dalle vene polmonari. Con il tempo si allentano oppure vanno a toccare l'esofago ecc ecc perché si sono spostate. La fibrillazione è un disturbo elettrico dovuto alla alterata conduzione.
L'ablazione non è altro che una serie di bruciature fatte intorno alle vene polmonari che vanno agli atrii.
Non vuoi l'amiodarone ( è il farmaco più efficace ) ?
Ti resta una sola possibilità per sperare di non aver l'ictus- assumere una
bella serie di farmaci per fluidificare il sangue... il coumadin per farti capire
come vedo non sai e non hai nessuna consapevolezza di come sia importante l'alimentazione per avere un sangue fluido e qualsiasi tipo di vene in salute con il tempo... e come vedo continui a voler rimanere ignorante e inconsapevole...non posso farci nulla
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Citazione: #3 NRG
occhio che non c'è solo Monsanto:
la Bayer è altrettanto bastarda...
Quando andate nei consorzi agrari, guardate chi è il produttore dei maggiori prodotti che
si vendono per l'agricoltura, l'orto ecc ecc
Per non parlare delle droghe (drugs) chiamate da noi medicine
Citazione: #4 Pavillion
Che la Bayer sia altrettanto bastarda... è accertato.
Un dato a caso: Lipobay.
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#20 mangog 2017-10-04 10:59
Pavillion, se ti viene la fibrillazione atriale dopo i 50-60 anni ( Malattia cardiaca più diffusa. prima causa per l'ictus e prima causa di ricovero al pronto soccorso ) come farmaco potrai /dovrai prendere l'amiodarone della Bayer...
Provate a non prenderlo con una fibrillazione cronica o persistente e con ablazione inutile.
Non consiglio di provare con le tisane ed i decotti per fermare la fibrillazione..
!?!
Stante quel che mi hai messaggiato dovresti prima spiegarti chè mi hai tirato in ballo, non vi è trait d'union.
E in ogni caso da quando è proibito criticare le malefatte altrui?