VERI E FINTI TERRORISTI
Sorpresa sorpresa. Esattamente come Josè Padilla, capolista di una lunga serie di nomi che man mano vengono rilasciati silenziosamente dalle varie carceri americane, per non aver nulla a che fare con un presunto terrorismo che erano stati accusati di fomentare, anche la giustizia italiana è tenuta prima o poi a fare i conti con le leggi vigenti, grazie alle quali si è riscontrato ieri che cinque islamici, accusati di simili reati, in realtà non li avevano mai commessi. Ed anche qui, come nei casi americani, invece di chiedere pubblicamente scusa a causa di un sistema che non può necessariamente essere perfetto, gli si affibbiano dei reati minori, pur di non dover ammettere davanti al mondo il benchè minimo errore. L'umana arroganza, una volta investita del potere, non ha più limiti.
Sembra quasi che chi gestisce la Giustizia tema di più delle scuse oneste ... ... piuttosto che non la chiara impressione - che necessariamente si dà in questi casi - di voler forzare la mano del giudice ben oltre il lecito. Almeno, io preferirei mille volte di sapermi in mano ad un giustizia che si sbaglia senza volerlo, ma sa riconoscerlo, piuttosto che non di una giustiza che sa benissimo di sbagliare, ma che lo nega persino di fronte all'evidenza più sfrontata. Vedi caso Sofri, emblematico ad ogni livello per quel che riguarda l'intera giustizia italiana.
La vera sopresa, in realtà, rispetto agli islamici di ieri giunge dalle dichiarazioni dei ministri di destra, Calderoli e Fini, che dicono di provare "rabbia" per "una sentenza che contorce le budella." Fini sarebbe poi preoccupato perchè la sentenza praticherebbe un distinguo in Iraq fra "attività di guerriglia" e "attività di tipo terroristico". (Chissà perchè la cosa lo preoccupa così tanto?)
Dal che Fini si domanda sbrigativamente: «I nostri poveri diciannove connazionali dilaniati dall'autobomba a Nassiriya, e le altre migliaia di persone uccise barbaramente dai kamikaze in nome di un dio crudele ed assassino, sarebbero forse morti per azioni di guerriglia?».
A parte la bassezza, indegna di un Ministro degli Esteri, di decidere lui arbitrariamente quale "dio" sia buono e quale "assassino" (tre bestemmie in una, volendo, come praticante cattolico, oltre alla notevole gaffe internazionale), sarebbe forse il caso di ricordare a Fini l'indagine del Washington Post, che rivelò ai tempi come l'attentato di Nassirya sarebbe stato invece più che gradito al governo italiano, il quale assentì silenziosamente all'operazione invece di prevenirla come avrebbe potuto.
Vuole forse dire Fini che i veri terroristi saremmo noi? Perchè fu proprio lui, dopotutto, a cavalcare quella strage, esattamente come sta cercando di cavalcarla in questa occasione.
Massimo Mazzucco
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