di Elia Dallabrida
Un quotidiano del Trentino
ha pubblicato la lettera di una mamma, che rispondeva al dott. Dino Pedrotti, primario di neonatologia presso l`Ospedale S. Chiara di Trento. La signora replicava ad
un articolo di Pedrotti, il quale ha accusato di essere "deboli e disinformati" i genitori che non vogliono sottoporre i bambini a vaccinazione. Secondo Pedrotti, su internet si trovano notizie false e fraudolente, che non rispecchiano la realtà dei fatti.
La signora ha replicato dicendo:
"È grazie a internet se abbiamo potuto accedere anche alle informazioni distribuite dal Ministero della Salute e ad altri siti sponsorizzati dalla Federazione Italiana Medici e Pediatri". La signora ha poi spiegato che ha anche avuto modo di confrontarsi con altri medici, responsabili di uffici di igene pubblica e ASL, ha letto libri, ha seguito convegni e si è anche procurata i bugiardini dei vaccini. Le persone disinformate invece - sostiene la signora - sembrano essere quelle che fanno vaccinare i loro figli senza nemmeno sapere per che cosa lo stanno vaccinando, perché tanto "sono obbligatori e vanno fatti". [...] Scrive la signora nella sua lettera di risposta:
"Racconto una cosa che mi capita molto spesso al parco , parlando con altre mamme che mi dicono di aver fatto «solo i vaccini obbligatori», io chiedo spesso quali hanno fatto... purtroppo queste mamme spesso non lo sanno e mi ripetono «solo quelli obbligatori...» e io chiedo «sì ma per quali malattie?» a cui molte rispondono le «tre obbligatorie» senza sapere neanche che le obbligatorie sono quattro e che nell'esavalente che hanno fatto ai loro bambini erano contenuti non solo gli obbligatori polio, difterite-tetano ed epatite b ma anche due facoltativi: pertosse e hib. È questo allora un genitore informato e responsabile? È questo il risultato della corretta informazione che fa fare le scelte ragionate di cui lei parla?"
Nel suo articolo inoltre Pedrotti aveva scritto:
"Si continuano a ripetere falsità: il rapporto autismo-vaccini è stato escluso definitivamente pochi anni fa, quando un illustre ricercatore ha ammesso di aver inserito dati errati in un articolo comparso dieci anni prima su una prestigiosa rivista scientifica (a richiesta posso documentare)".
Non risulta affatto che il dott. Andrew Wakefield (è evidente che si riferisca a lui e alla sua ricerca pubblicata sul British Medical Journal) abbia ammesso di aver inserito dati errati nella sua ricerca, anzi: fu lui stesso
a difendersi dalle infondate accuse di frode che gli erano state rivolte.
Inoltre Pedrotti non sembra essere a conoscenza delle sentenze di tribunale che hanno costretto la sanità pubblica a risarcire le famiglie che erano riuscite a dimostrare il nesso fra vaccini e autismo.
Proprio in Italia, più precisamente a Rimini, c'è stato un caso molto importante, di cui
ha parlato Il Fatto Quotidiano :
"Il vaccino per il morbillo sarebbe la causa della Sindrome di Kanner, meglio nota come: autismo. Questa la sentenza emessa un mese fa dal Tribunale di Rimini che ha condannato il ministero della Salute a risarcire la famiglia del piccolo B.V., riconoscendo un nesso di causalità tra il classico vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) a cui venne sottoposto nel 2004 e l’autismo insorto successivamente. Ed è immediato lo scontro fra giustizia e medicina."
Lo scontro è stato talmente immediato che sono perfino ricorsi in appello, nella speranza che il tutto si risolvesse a favore del Ministero della Salute. Ma purtroppo per loro
l'appello è stato respinto.
Se il dott. Pedrotti usasse internet anche per cercare queste informazioni che sono alla portata di tutti, come del resto fanno tutti i genitori "deboli e disinformati", eviterebbe di pubblicare inesattezze di questo tenore su un quotidiano regionale.
Ma soprattutto, andando in rete potrebbe scoprire che esiste il
“Memo di Simpsonwood” , un rapporto redatto nel 2000 durante un convegno medico negli Stati Uniti, indetto dal CDC (Center for Disease Control), dal quale risulta che sia gli immunologi sia le case farmaceutiche fossero perfettamente a conoscenza, già da allora, del legame fra vaccini contenenti mercurio e autismo.
A tal proposito la signora ha commentato:
"A mio avviso, quando il dottore dice «il mercurio era contenuto anni fa nei flaconi multidose» non fa altro che confermare che è stato utilizzato e inoculato. Il quando, se 5 o 10 anni fa, non ha importanza perchè per il medesimo ragionamento allora neanche i riferimenti dei morti di poliomelite di quarant'anni fa ci dovrebbero più terrorizzare giusto? Non che senza Mercurio questi Vaccini siano acqua fresca..."
Non si capisce tutto questo accanimento nei confronti di genitori che, posti di fronte a questi fatti, si sono semplicemente preoccupati per la salute dei loro figli e hanno fatto delle scelte indirizzate unicamente a questo scopo. E chi altri deve preoccuarsi per la salute dei nostri figli, se non noi genitori? Saremmo degli irresponsabili solo perché non accettiamo di lasciare le loro vite nelle mani di un sistema sanitario che spesso si è rivelato corrotto e totalmente disinteressato al nostro benessere in cambio di un
portafogli bello gonfio?
La signora ha concluso la sua replica dicendo:
"La cosa importante secondo me Dottor Pedrotti non sono i nostri punti di vista ma è rispettare la libertà di scelta senza giudizio perchè nessun genitore agisce per il male dei propri bambini. Chi decide di andare contro corrente su questo tema, sulla salute dei propri figli è tutt'altro che debole o irresponsabile mi creda...".
Elia Dallabrida (Decalagon)
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Anche Giorgio Tremante (*) ha pubblicato su Facebook una replica all'articolo di Pedrotti:
"Carissimo dr. Pedrotti,
Certo che “sarebbe bello andare avanti in modo costruttivo e non offensivo, con la massima obiettività, senza utilizzare a senso unico i seri dubbi della ricerca scientifica”. Sono pienamente d’accordo con lei su questo possibile modo di agire, do atto anche dell’onestà insita in questa sua frase quando finalmente ammette: “i seri dubbi della ricerca scientifica” . Bisognerebbe però che si potesse instaurare un dialogo aperto e sincero, e prima di tutto sarebbe necessario che si provasse a “sdogmatizzare” quel “MITO” che è stato attribuito alle vaccinazioni, onde poter discutere, pari pari, su questo così delicato argomento. Sarebbe poi ancora necessario, se ciò fosse ancora possibile, tentare di togliere di mezzo quegli enormi interessi economici che ruotano attorno alle campagne di vaccinazione di massa e che fruttano enormi compensi a chi produce e commercializza tali prodotti.
Senza pensare poi anche ad altri interessi più o meno economici che ruotano attorno a queste pratiche che, talvolta se non spesso, producono ulteriori handicap e che costringono milioni di famiglie a sborsare cifre esorbitanti per tentare di curare i loro congiunti rimasti, proprio a causa delle vaccinazioni ricevute, in stato vegetativo, e che nonostante ciò rimangono aggrappati a all’illusione di poter ricevere ancora una, evidentemente falsa, speranza di guarigione. A proposito poi di “obiettività”, come lei cita, per conoscere la verità degli eventi accaduti in quest’ambito, si dovrebbe tornare all’origine della storia delle campagne di vaccinazione di massa che risale all’ormai lontano “1750”.
Credo caro dr. Pedrotti che lei conosca bene questa storia ma, solo per la gente comune come me, mi fa piacere ancora ricordare. Vi erano allora, in Francia, dove per la prima volta si era considerato utile usare le vaccinazioni di massa, due correnti di pensiero, sostanzialmente diverse l’una dall’altra da poterle definire in antitesi. L’allora maestro di scienza medica Beschamp si dovette raffrontare con un suo allievo, Pasteur, il quale sosteneva l’utilità delle campagne di vaccinazione di massa. Beschamp fu sempre contrario all’uso indiscriminato di questa prassi vaccinatoria ma, fu costretto a perdere la sua battaglia essendo intervenuto a favore di Pasteur, l’autorevole opinione dell’allora imperatore francese Napoleone III, il quale aveva ben capito quanto avrebbe fruttato (come ritorno economico) alle casse francesi l’uso di questa nuova metodica. Per cui, già allora, la diatriba tra Beschamp e Pasteur fu liquidata e vinta da quest’ultimo, solo ed esclusivamente “sulla base di un interesse economico”.
Riguardo all’enorme incremento delle malattie degenerative dopo l’evento delle vaccinazioni da me citato nella precedente lettera, lei ribadisce che: “si ripete un’altra litania vecchia vecchia” . A questo punto sono costretto ad accorgermi che la sua informazione è talmente a senso unico che la fa reagire come viene detto in un vecchio proverbio popolare, “non c’e peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire”. Le statistiche mondiali ammettono questa realtà ma lei no, perché????
Vede, carissimo dr. Pedrotti, la Storia ci ha sempre insegnato a pensare con la nostra testa e a decidere su cosa fare per proteggere noi e i nostri figli. Le sue teorie che spaziano nel vasto campo medico ci creano solo confusione mentale perché invece di “PROPORCI” tendono solo ad “IMPORCI” un modo di pensare ormai dogmatizzato e mai sufficientemente, per noi, dimostrato.
Ed ancora, a proposito di “Indottrinamento”, le rammento che i “DOGMI” possono esistere solo ed esclusivamente nel campo della fede e non certamente in quello medico!!!! Non le sembra che dovrebbe essere così se si vuole arrivare ad un dialogo costruttivo?
Le vorrei ricordare alcuni eventi storici importanti della scienza medica di cui la Storia è piena.
Ad esempio le vorrei citare l’atto costitutivo della “Costituzione americana” nella quale un certo Dr Benjamin Rush (firmatario della dichiarazione di indipendenza) così asserisce: “A meno di inserire il principio di libertà medica nella Costituzione, verrà un tempo dove la medicina finirà per organizzarsi in dittatura segreta....restringere l’arte di guarire ad una sola classe di individui e rifiutare gli stessi privilegi ad altri costituirà la Bastiglia della scienza medica. Tali leggi sono anti-americane e despote; non hanno nessun posto nella repubblica.... La costituzione di questa repubblica deve accordare gli stessi privilegi sia per la libertà medica che per la libertà religiosa.” Le vorrei citare anche un’altra storica dichiarazione, come quella di: Erich Fromm da “Fuggire dalla libertà”.
“Ciò che è ingannevole rispetto allo stato d’animo dei differenti membri della società è la “convalida consensuale” dei loro concetti. Si suppone ingenuamente che, il fatto che la maggioranza delle persone condivida certe idee o sentimenti, questa sia la prova della validità di queste idee o sentimenti. Niente può essere più lontano dalla verità. La “convalida consensuale” non ha nessun rapporto con la ragione o la salute mentale. Come esattamente si può parlare di una “follia di due” si può parlare anche di una “follia di milioni”.
Il fatto che milioni di persone siano danneggiate dagli stessi vizi non le rende per questo virtuose. Il fatto che accettino quantità di errori non trasformano gli errori in verità, ed il fatto che milioni di persone siano raggiunte dalle stesse forme di patologie mentali non le rende per questo sane di mente.”
E ancora quelle del Dr. Norman D.Livergood: “In ogni cultura, i sensi delle cose, le idee e le competenze trasmesse mediante il sistema educativo (scuole accademie, monasteri e università) e per mezzo dei media (giornali, riviste, radio, televisione internet) sono sempre state decise da una piccola élite (politici, finanzieri, preti, multinazionali)”.
Per ultimo mi fa piacere citarle un frase di Pierre Gilbert che dice: “E’ sempre nel nome della sicurezza, della salute e del welfar che i tiranni moderni hanno afferrato il potere assoluto”.
Sempre a sua disposizione, la saluto cordialmente
Giorgio Tremante
* Giorgio Tremante è noto per la tragedia che ha colpito la sua famiglia circa 30 anni fa, quando due dei suoi tre figli sono morti in seguito all'inoculazione del vaccino anti-polio di Sabin, mentre il terzo ha subìto gravi danni neurologici, che lo hanno costretto su una sedia a rotelle. Per anni Tremante ha combattuto con la giustizia italiana, ottenendo il riconoscimento dallo Stato per le gravi reazioni avverse da vaccino che hanno subìto i suoi figli, e ancora oggi
si impegna per diffondere campagne di informazione in tal senso.