[size=medium]NEI COMMENTI UN MESSAGGIO DA PARTE DI GIULIETTO CHIESA[/size]
Abbiamo indirizzato questa lettera, in privato, al Direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e per c/c al suo giornalista Arturo Zampaglione. Nella sua forma aperta, qui sul sito, la indirizziamo anche a tutti i giornalisti italiani, di Repubblica e non, che la vorranno leggere. Il problema ci riguarda tutti, indistintamente.
Egregio Direttore, le scrivo anche a nome di una buona maggioranza dei 3.000 utenti che sono iscritti al sito di cui sono responsabile, luogocomune.net.
Sulla vostra versione web del 3 Aprile - e immagino anche sul giornale stampato - è uscita una notizia relativa al trailer del film "United 93", a firma di Arturo Zampaglione. Nell'introdurre la notizia, l'Autore ha fatto questa premessa, che riporto integralmente:
"Partito da Newark, uno dei tre aeroporti di New York, in direzione di San Francisco, l'aereo fu dirottato dai terroristi di Al Qaeda che volevano farlo schiantare sul Congresso di Washington. Ma l'azione dei kamikaze fu bloccata ... ... da un gruppo di eroici passeggeri che, avendo saputo degli analoghi attacchi contro le Torri gemelle e il Pentagono, decisero di reagire. Dopo una colluttazione nella cabina di pilotaggio, l'aereo cadde in un angolo verde e sperduto della Pennsylvania, uccidendo tutte le persone a bordo, ma senza causare altre vittime".
Per quanto rispecchi in toto la cosiddetta "versione ufficiale dei fatti", questo a noi - e a moltissime altre persone nel mondo - non risulta affatto vero. Esistono in rete molti dati, altrettanto validi e facilmente riscontrabili, che permettono di dedurre che con tutta probabilità non vi fu nessuna colluttazione a bordo, mentre il ritrovamento di rottami nell'arco di molte miglia di distanza - testimoniato da giornalisti del Pittsburgh Gazette, oltre che da svariati abitanti del luogo - impone di pensare che l'aereo in realtà sia esploso in volo. Altre testimonianze parlano, inequivocabilmente, di abbattimento in volo.
Sarebbe quindi auspicabile, da parte vostra, almeno una verifica su quanto affermato, allo scopo di evitare di contribuire a diffondere una eventuale menzogna sui fatti accaduti. Siamo infatti di fronte ad un fatto criminoso, le cui implicazioni a loro volta comportano conseguenze devastanti a livello planetario.
Se vi potesse interessare, abbiamo voluto mettervi a disposizione un filmato sulla vicenda di United 93 che riassume la maggiori incongruenze della versione ufficiale, quale l'ha riportata Zampaglione nell'articolo citato, e raccoglie le testimonianze più significative al riguardo. Si va dal Sindaco di Shanksville, Ernie Stuhl, al direttore stesso del Pittsburgh Gazette, Dennis Rodney.
L'angolazione è tutt'altro che mainstream, naturalmente, ma ci piace pensare che il quotidiano che lei dirige non si accodi ciecamente al coro orchestrato da lontano, ma voglia verificare in proprio ciò che afferma, e ricerchi prima di tutto la verità, al servizio del cittadino che si è prefisso di informare.
Cordialmente
Massimo Mazzucco / luogocomune.net
Questo il link ai filmati sull'11 Settembre, fra cui quello dedicato al volo United 93.
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Segue
l'articolo completo di Zampaglione.
Esce il film sul volo United 93 di Greengrass il quarto dirottato l'11 settembre. Il pubblico fa bloccare la pubblicità: "Soffriamo, non siamo pronti".
New York, shock al cinema per il "trailer" sull'11 settembre
di Arturo Zampaglione
NEW YORK - Una anziana signora che era andata al cinema Amc Loews, sulla West Side di Manhattan, si è messa a piangere quando ha visto il trailer del film "United 93". "Non avete il diritto di imporci quelle immagini agghiaccianti dell'11 settembre", ha poi spiegato in lacrime a uno dei manager del multisala, Kevin Adjoha. "E' uno sbaglio, la gente non è pronta". E di fronte alla sua, e a tante altre proteste degli spettatori, il cinema ha deciso, in modo del tutto insolito, di sospendere la proiezione del trailer.
Firmato da Paul Greengrass, lo stesso regista di "Bloody Sunday" e di "The Bourne Supremacy", prodotto da Universal Pictures e StudioCanal, "United 93" sarà proiettato in prima mondiale il 25 aprile, in apertura del Tribeca Film Festival, la manifestazione cinematografica lanciata da Robert De Niro. Il 28 aprile il film uscirà in tutte le sale americane e il 10 per cento dell'incasso dei primi tre giorni sarà versato per il monumento che sorgerà a Somerset, in Pennsylvania, per ricordare il sacrificio di 40 passeggeri e uomini di equipaggio del volo della United Airlines.
Partito da Newark, uno dei tre aeroporti di New York, in direzione di San Francisco, l'aereo fu dirottato dai terroristi di Al Qaeda che volevano farlo schiantare sul Congresso di Washington. Ma l'azione dei kamikaze fu bloccata da un gruppo di eroici passeggeri che, avendo saputo degli analoghi attacchi contro le Torri gemelle e il Pentagono, decisero di reagire. Dopo una colluttazione nella cabina di pilotaggio, l'aereo cadde in un angolo verde e sperduto della Pennsylvania, uccidendo tutte le persone a bordo, ma senza causare altre vittime.
Il film di Greengrass racconta minuto per minuto quella storia drammatica: dal cielo sereno dell'11 settembre ai preparativi delle hostess, dall'imbarco frettoloso dei passeggeri, compresi i terroristi, al ritardo per i decollo, dalla notizia degli altri dirottamenti alla ribellione dei passeggeri contro i kamikaze di Osama Bin Laden. Tutti i familiari delle vittime hanno dato il loro benestare per il film, ringraziando anche il Tribeca Film Festival - come ha fatto Gordon Felt, il cui fratello Edward era a bordo del volo 93 - "per l'opera di sensibilizzazione". Ma la memoria dell'11 settembre è ancora così viva e dolorosa, specie a New York, da provocare reazioni emotive, incontrollabili: come la protesta contro il trailer di "United 93", che si può ancora vedere sul sito www. apple. com, ma non sugli schermi del Amc Loews.
Tutto lascia pensare che il film sarà un grande successo: del resto uno sceneggiato televisivo sullo stesso episodio, trasmesso a gennaio di quest'anno dalla rete A&E, ha registrato 5,9 milioni di spettatori, battendo ogni record del network. Ma questo non significa che la gente sia disposta a guardare le pubblicità senza farsi coinvolgere e senza protestare. E tutto quello che riguarda l'11 settembre è ancora motivo di polemiche e divisioni, come confermano i ritardi nei progetti di ricostruzione di Ground Zero.
(3 aprile 20