Una Nobile bugia
Vi sono
milioni di persone che credono che un giorno dell'anno sia legato ad un individuo in particolare.
Altri non sono d'accordo.
Questa persona, in pubblico, non si vede mai. A volte però appare nei
telegiornali, specialmente se si avvicina
il suo giorno speciale, oppure in alcuni
spot televisivi.
Vi sono validi motivi per dubitare che ciò che accade quel giorno sia solo
opera sua e dei suoi assistenti. Tuttavia i primi a
mentire sono proprio quelli che dovrebbero dire la verità.
Se quello che ci raccontano su di lui è vero, allora probabilmente alcune leggi fisiche sono da
rivedere.
Per colpa sua vengono spesi ogni anno
un sacco di soldi.
E' impossibile incontrare questa persona in quanto il suo rifugio è in un
luogo inaccessibile.
Ogni anno la
qualità dei suoi video
migliora ma la retorica rimane sempre la stessa.
Quelli che credono che sia vivo e che sia legato a quel giorno particolare provengono da moltissime nazioni diverse. Eppure a tutti è stata raccontata la stessa storia.
Nelle sue diverse apparizioni televisive
cambia spesso aspetto e tratti somatici, ma alcuni particolari, come la barba, rimangono caratteristici.
E' sempre vestito allo stesso modo. [...] Di chi sto parlando? Ma no!.. Non di Osama Bin Laden..
Si tratta di Babbo Natale!
Quale complotto è così perfetto da far tacere, ogni anno, milioni di genitori e parenti, che ripetono agli elementi più indifesi della società, i loro figli, la favoletta di Babbo Natale?
Sono forse la Cia, il Mossad o la Coca Cola? Nessuno.
Eppure ogni anno, puntualmente, lo fanno.
Menzogne sui regali di Natale, sulla fine che ha fatto il pesce rosso, sul divorzio tra mamma e papà.
Bugie a fin di bene. Nobili bugie.
Come quella che Platone faceva raccontare a Socrate, seppur riluttante,
nel terzo libro della Repubblica:
«Allora parlerò, per quanto non sappia con che coraggio e con quali parole; e cercherò di persuadere innanzitutto governanti stessi e i soldati, poi anche il resto della città, che essi avevano l'impressione di ricevere tutta l'educazione fisica e spirituale impartita da noi come in un sogno che accadesse attorno a loro, ma in realtà in quel momento erano plasmati ed educati nel seno della terra, essi, le loro armi e il resto del loro equipaggiamento già bell'è fabbricato; e quando furono interamente formati la terra, che era la loro madre, li portò alla luce. Per questo ora devono provvedere alla terra in cui vivono e difenderla come loro madre e nutrice, se qualcuno muove contro di essa, e considerare gli altri cittadini come fratelli nati anch'essi dalla terra».
«Non a torto», esclamò, «prima ti vergognavi a proferire questa menzogna!».
«E ne avevo ben donde!», risposi. «Tuttavia ascolta anche il resto del mito. Voi cittadini siete tutti fratelli, diremo loro continuando il racconto, ma la divinità, plasmandovi, al momento della nascita ha infuso dell'oro in quanti di voi sono atti a governare, e perciò essi hanno il pregio più alto; negli ausiliari ha infuso dell'argento, nei contadini e negli altri artigiani del ferro e del bronzo. Dal momento che siete tutti d'una stessa stirpe, di solito potete generare figli simili a voi, ma in certi casi dall'oro può nascere una prole d'argento e dall'argento una discendenza d'oro, e così via da un metallo all'altro.
Ai governanti quindi la divinità impone, come primo e più importante precetto, di non custodire e non sorvegliare nessuno così attentamente come i propri figli, per scoprire quale metallo sia stato mescolato alle loro anime; e se il loro rampollo nasce misto di bronzo o di ferro, dovranno respingerlo senza alcuna pietà tra gli artigiani o i contadini, assegnandogli il rango che compete alla sua natura. Se invece da costoro nascerà un figlio con una vena d'oro o d'argento, dovranno ricompensarlo sollevandolo al rango di guardiano o di aiutante, perché secondo un oracolo la città andrà in rovina quando la custodirà un guardiano di ferro o di bronzo. Conosci dunque un qualche sistema per convincerli di questo mito?» «Per convincere loro», disse, «assolutamente no; semmai per convincere i loro figli e discendenti e la posterità in generale».
Una storia fenicia, una favola, a fin di bene, come un farmaco da dare al malato, per curarlo.
E come la somministrazione di un farmaco va lasciata ai medici, continuava Platone, così..
«Spetta dunque ai governanti, se mai qualcuno ne ha il diritto, mentire per ingannare i nemici o i concittadini nell'interesse della città, mentre tutti gli altri non devono fare ricorso a un simile espediente; ma diremo che per un cittadino privato mentire ai governanti è colpa uguale o anche maggiore di quella di un ammalato o di un atleta che non denunci al medico o al maestro la verità sulla propria condizione fisica, o del marinaio che non riferisca al timoniere sullo stato effettivo della nave e dell'equipaggio, ossia qual è la condotta sua e dei compagni di navigazione» .
Nel Novecento il concetto platonico di
nobile bugia è stato ripreso e teorizzato da Leo Strauss, padre spirituale dei Neocons, per il quale esistono due tipologie di verità: una oscura e reale, da riservare alle élite ed una mitica ed illusoria, da destinare alle moltitudini per plasmarne la volontà.
Nel presentare la seconda al popolo, il governante deve però dimostrarsi paladino della verità e della giustizia, come insegnava Machiavelli nel Principe...
«Debbe, adunque, avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo et udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto relligione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali iudicano più alli occhi che alle mani; perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi. Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se'; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello stato che li difenda.»
...nel discutere con i propri allievi deve invece insegnare che la verità la si costruisce a tavolino, che la giustizia sta sempre dalla parte del vincitore e che l'unico bene è l'appagamento di sé stessi.
Possiamo dire che Leo Strauss sia stato un buon maestro per i suoi allievi Paul Wolfowitz e Dick Cheney, che hanno costellato la loro opera politica di “
nobili bugie” raccontate al popolo.
Ma il pensiero di Machiavelli continuava...
«nelle azioni di tutti li uomini, e massime de' principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e' mezzi saranno sempre iudicati onorevoli, e da ciascuno laudati »
Certamente il fine giustifica i mezzi e le bugie di chi li ha decisi, ma solo a posteriori, e la guerra in Iraq è tutto tranne che una vittoria.
Nel fare proprio il pensiero di Machiavelli, però, hanno dimenticato l'insegnamento pratico più importante:
«può molto bene stare insieme esser temuto e non odiato; il che farà sempre, quando si astenga dalla roba de' sua cittadini e de' sua sudditi, e dalle donne loro: e quando pure li bisognasse procedere contro al sangue di alcuno, farlo quando vi sia iustificazione conveniente e causa manifesta; ma, sopra tutto, astenersi dalla roba d'altri; perché li uomini sdimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio. »
Dai tempi di Machiavelli le
”iustificazioni convenienti” per
”tollere la roba d'altri” si sono moltiplicate e con esse pure i mezzi per
nascondere il furto o
posticiparne gli effetti..
Tuttavia a tirar troppo la corda prima o poi questa, inevitabilmente, si romperà
Ashoka