La cosiddetta "alternanza":
Riportiamo, commentandoli, alcuni passaggi di un
articolo di RaiNews24 sull’attuale crisi di governo.
Oggi e' la giornata decisiva: Franco Marini sta facendo l'ultimo tentativo per verificare la possibilita' di dare vita ad un governo per riformare la legge elettorale.
Altrimenti? Dovremmo forse accontentarci di questa per il resto dei nostri giorni?
Ma poi, come sarebbe, “verificare la possibilità”? Se era così difficile riformarla, perchè l’hanno cambiata in primo luogo? (Vero che l’ha cambiata Berlusconi, ma non ricordo che la sinistra si sia fatta incatenare ai cancelli di Montecitorio per impedirlo).
Per il segretario del Pd Walter Veltroni l'Italia preferirebbe avere una legge elettorale che dia una possibilita' di scegliere forze di governo in grado di governare.
Ciò è davvero stupefacente: come ha fatto Veltroni a giungere a una tale conclusione? Quale folgore lo colpì? Non avrà per caso confuso il V-day, ... ... che è stata - a detta loro - una manifestazione di “antipolitica”, con un reale evento di politica pubblica? Dal greco
pòlis, si intende, cioè “comunità”.
E poi, di grazia, perchè mai “preferirebbe”? Con questa sua delicatezza verbale, intesa probabilmente a non ferire l’animo bellicoso dell’amico Silvio – Veltroni si è fatto forse sfuggire un lapsus freudiano, secondo cui l’Italia “preferirebbe” poter scegliere chi la governa, ma si accontenta anche tranquillamente di non farlo?
Come dire, glielo stiamo posizionando al retro da una vita, ma pare che essi provino un certo dolore.
"Al presidente Marini abbiamo detto che per noi rimane valida l'ipotesi di un governo che in tre mesi, non in trent'anni, faccia una nuova legge elettorale per dare agli italiani la possibilita' di scegliere, un intervento su salari e produttivita' e un intervento per la riforma della politica", ha sottolineato il leader del Pd Walter Veltroni dopo l'incontro con il presidente incaricato.
I veri leader, caro articolista, non lasciano le frasi a metà, al punto da sembrare un vero e proprio anacoluto: perchè Veltroni non dice chiaramente “che cosa” gli italiani vorrebbero scegliere, ma si ferma prudentemente sul baratro di quella virgola? Non danno mica la multa, Signor Veltroni, se si usa anche il complemento oggetto.
Provate a pensarci davvero, se le parole corrispondessero alla realtà: “Buongiorno Signori - direbbe un giorno il Presidente della Camera - oggi siamo qui riuniti per fare una nuova legge elettorale che dia agli italiani la possibilita' di scegliere. Buon lavoro.”
"La nostra e' una posizione ragionevole alla quale poteva corrispondere l'impegno di tutti. Registro la reazione della Cdl - aggiunge il leader del Pd - e credo che il rischio possa essere di un'ulteriore occasione mancata per la politica italiana".
Se la posizione era davvero ragionevole, come mai non si è riusciti ad arrivarci nei due anni avuti a disposizione? Manco fossero stati all’opposizione, fra l’altro.
"Credo che dietro certe valutazioni ci sia la consapevolezza che uno schieramento di 14 partiti difficilmente puo' governare il Paese". Il leader del Pd Walter Veltroni, dopo aver definito "irrealistica" l'ipotesi di un accordo elettorale tra il Pd e Forza Italia, critica la formazione con cui la Cdl correra' alle elezioni politiche.
Ma se è irrealistica l'ipotesi di un accordo con Forza Italia, perchè prima si aspettava l’impegno di tutti? Da quando in qua ci si mette d’accordo a senso unico? O forse Veltroni intendeva “irrealistica” alle condizioni della CdL, ma perfettamente fattibile alle sue (della serie “oste, è buono il vino?”).
"Spero che ci siano ancora dei margini. Non posso non dire che questa rischia di essere ancora una occasione perduta per il Paese": lo dice il leader del Pd Walter Veltroni.
Se davvero non può non dirlo, che lo dica, e noi lo ascolteremo. Ma perchè parla improvvisamente di occasioni perdute “per il paese”? Da quando in qua si preoccupa del paese? Se è arrivato a capire che l’Italia “preferirebbe” poter scegliere, perchè non ha protestato quando gli è stata tolta la possibilità di farlo? D’accordo che c’è una Damasco per tutti, prima o poi, ma mi state forse dicendo che prima non lo sapeva?
"Spesso la cosa piu' difficile - spiega - e' dire dei si' che comportano una assunzione di responsabilita'; ma ci sono dei si' che permettono una buona collaborazione che oggi avrebbe consentito all'Italia di essere piu' sicura e tranquilla domani".
Calma, calma, andiamoci piano con le affermazioni categoriche: prima di tutto, se c’è una cosa difficile è dire dei NO che comportino una assunzione di responsabilità. A dire sì son capaci tutti, specialmente se la fetta di torta che ti attende è particolarmente succulenta. E’ dire no davanti alla torta, casomai, che diventa difficile. E’ dire NO alla guerra, Signor Veltroni, che è difficile, quando la fetta di torta si chiama “andare al governo” la prossima volta.
In secondo luogo, perchè mai un sì di oggi (ovvero un “inciucio”, è evidente) avrebbe consentito all'Italia di essere piu' sicura e tranquilla domani? Cosa c’entrano la tranquillità e la sicurezza di un paese con le sue possibilità di scegliere al momento del voto? (Non starà per caso dicendo a Berlusconi che se ci mettiamo d’accordo, invece di litigare, torniamo tranquillamente a fotterli insieme, come prima?)
Berlusconi: subito al voto. “Abbiamo confermato al presidente Marini quanto gia' esposto al capo dello Stato: e' nostro convincimento che la cosa migliore per affrontare i gravi problemi del paese sia quella di dare all'Italia subito un governo legittimato dal voto popolare", ha detto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia al termine delle consultazioni con il presidente del Senato.
La via di Damasco deve esser stata particolarmente affollata, in questi giorni: persino Berlusconi ha capito che l’Italia vorrebbe un governo legittimato dal voto popolare, e non scelto a caso nei fustini del Dixan.
"Sarebbe una inutile, incomprensibile e dannosa perdita di tempo". Cosi' Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa, ha confermato nella "maniera piu' assoluta" la sua contrarieta' all'ipotesi di un governo che permetta lo svolgimento del referendum sulla riforma della legge elettorale.
Inutile infierire, domandandosi per chi sarebbe “dannosa” la consultazione popolare. Sulla visione del tutto personalizzata della politica che si riesce ad avere da Arcore non serve spendere parole.
Leggiamo invece con grande attenzione questo passaggio, poichè contiene, a mio parere, la chiave dell’intero problema:
Vertice Pd, Bindi: se non ci sono le condizioni si va al voto: "Bisogna aspettare - afferma Bindi - l'esito delle consultazioni ma fin dall'inizio sapevamo che sarebbe stato importante cosa dice Berlusconi. Noi abbiamo ribadito la nostra linea ma se non ci sono le condizioni e la Cdl non e' pronta a fare una nuova legge elettorale noi siamo pronti alla battaglia elettorale, convinti che quello che conta sono i risultati finali e non i sondaggi".
Che cosa sta dicendo Rosy Bindi, in soldoni? Che se non riusciamo a metterci d’accordo fra noi, dovremo andare dal popolo a far legittimare la nostra posizione alla guida del paese.
Ohibò, guarda guarda: persino un bambino di otto anni a questo punto riuscirebbe a capire che senza quella legittimazione, ovvero senza quel voto, non potrebbero continuare a fare quello che fanno.
Di quel voto - di ciascun voto, e quindi anche del mio e del tuo, caro amico - hanno un bisogno estremo, assoluto e disperato, altro che “farne a meno”!
A quel punto infatti il bambino concluderebbe che prima di darglielo di nuovo si potrebbe anche provare a chiedere un impegno preciso, invece di accontentarsi di frasi a cui manca addirittura il complemento oggetto. Per impegno “preciso” intendo, per fare un esempio qualunque, risolvere definitivamente il problema di Napoli (perchè sappiamo benissimo che è possibile farlo, se davvero si vuole). Se quindi al termine della prossima legislatura ci sarà un solo sacchetto di immondizia su marciapiedi, chi ha avuto quel voto non lo avrà mai più. Provaci, ora, a non mantenere quell’impegno.
Dicesi democrazia rappresentativa.
E invece verranno da noi con le solite danze degli stregoni, gli illusi penseranno di nuovo che “stavolta magari cambia qualcosa davvero”, si conforteranno dicendosi che “tanto non votare non serve, perchè votano comunque gli altri”, e così tutti gli “altri”, uniti e compatti come un unico imbecille da cinquemila tonnellate, torneranno ad apporre la firma che li condanna nuovamente ad anni di soprusi, di inganni e di devastazione legalizzata del nostro paese, delle nostre istituzioni, e di quel poco che ci rimane della nostra cultura.
“Torneranno ad apporre la firma”, ho scritto. Ovvero, come diceva Veltroni, “sceglieranno”, senza un complemento oggetto. Non vengano quindi a lamentarsi, dopo. Giusto?
Massimo Mazzucco