Una conseguenza certamente inattesa dell'uragano Sandy è stata il ritorno alla ribalta di un argomento che sembrava ormai morto e sepolto: il Global Warming. Talmente morto e sepolto, in realtà, che nel frattempo questo fenomeno aveva pure cambiato nome: oggi si chiama, nei "salotti eleganti" della televisione mainstream, "climate change".
Comunque sia, dopo Sandy diversi personaggi importanti si sono stufati di questo gioco di parole, e stanno cercando di riportare l'attenzione sul cuore del problema.
Il primo è stato il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, che ha
dichiarato: "La questione del cambiamento climatico è lunga e complicata, e non è questa la sede giusta per affrontarla. Ma questo cambiamento climatico è una realtà, queste situazioni climatiche estreme sono una realtà, ed è una realtà il fatto che noi siamo vulnerabili. Possiamo anche non discutere gli aspetti politici della faccenda, ma resta il fatto che la frequenza di questi eventi meteorologici estremi sta aumentando. Non si può andare avanti all'infinito a ripetere che 'questo è un caso unico nella storia e non si ripeterà più'."
Irina, per chi l'avesse dimenticato, era solo dell'anno scorso.
Ancora più pesante è stato l'intervento del sindaco di New York, Bloomberg, ... ... il quale ha addirittura trasformato le sue dichiarazioni sul "climate change" in un appoggio politico a favore di Barack Obama. Politicamente indipendente, Bloomberg non aveva appoggiato nessuno nel 2008, e solo 10 giorni fa aveva dichiarato che non avrebbe appoggiato nessuno nemmeno per il 2012.
Ma dopo aver visto gli effetti dell'uragano Sandy sulla sua città ha
cambiato idea: "Dei due candidati - ha detto - uno si preoccupa seriamente delle conseguenze che potranno derivare alla nostra nazione dai cambiamenti climatici, mentre l'altro non se ne preoccupa affatto. Uno dei candidati riconosce il valore delle ricerche scientifiche, l'altro preferisce ignorarle. Per questo motivo ritengo importante sostenere il primo candidato, Barack Obama."
Anche Michael Moore, ospite di Piers Morgan alla CNN, ha detto più o meno la stessa cosa: "Quante volte dovremo continuare a ripetere che 'questo è un caso unico che non succederà più', prima di dover riconoscere che invece questo tipo di condizioni climatiche sta diventando purtroppo la regola? Quando mai si era visto nella storia degli Stati Uniti un uragano di queste dimensioni arrivare a lambire le coste della Groenlandia nel mese di novembre?"
Naturalmente, dopo le elezioni tutto tornerà nel calderone, e probabilmente la questione del "climate change" verrà nuovamente rimandata all'infinito. Ma almeno Sandy è servito a ricordarci che il Global Warming non è affatto uno scherzo, e che prima o poi di questo problema dovremo iniziare ad occuparci seriamente.
Massimo Mazzucco