Ancora prima che l'uragano Sandy arrivasse sulla terraferma, circolavano già in rete i primi video "complottisti" che sostenevano come questo uragano fosse stato intenzionalmente gonfiato e pilotato dai soliti ignoti che amano passare la maggior parte del loro tempo in Alaska.
Ho provato ad esaminare con attenzione questi video, ma devo dire che la mancanza di chiarezza da parte di chi li ha preparati impedisce una valutazione oggettiva sulla natura più o meno artificiale di questo uragano.
Resta però il fatto che nelle ultime 48 ore diversi commentatori televisivi hanno parlato - più o meno incosciamente - di un "Godsend hurricane", di un "uragano mandato da Dio". Altri hanno parlato addirittura di una "October Surprise", intesa però in senso positivo: il beneficiario cioè sarebbe Barack Obama, che in questi giorni sta incassando il vantaggio enorme che gli deriva dall'essere comandante-in-capo di una nazione devastata, ancora una volta, da una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.
Oltre 1500 km di costa sono stati distrutti, fra la Virginia e il Massachussets, con lo stato del New Jersey che ne ha fatto più vistosamente le spese. Intere cittadine sono state spazzate via, la famosa "passeggiata" di Atlantic City non esiste più, ci sono ancora 3 milioni di persone senza corrente, ed in alcune città centinaia di famiglie sono rimaste imprigionate nei loro appartamenti, all'interno di caseggiati dai quali non possono uscire, e che nessuno per ora riesce a raggiungere.
Se però lasciamo momentaneamente da parte l'ipotesi del complotto, e guardiamo ai fatti oggettivi che si sono verificati ... ... a seguito dell'uragano, il panorama politico risulta completamente cambiato: il fatto più vistoso di tutti, che continua a stupire gli americani da più di 24 ore, è la sorprendente "conversione" a favore di Obama da parte del governatore repubblicano del New Jersey, Chris Christie.
Fino a ieri Christie era stato forse il più feroce ed accanito sostenitore di Mitt Romney, all'interno del partito repubblicano. Invitato lui stesso a correre per la nomination (cosa a cui Christie saggiamente ha rinunciato), il governatore del New Jersey ha pronunciato il discorso di apertura alla Convention Repubblicana, lo scorso settembre, prenotandosi a sua volta per una candidatura nel 2016.
Ma dal momento in cui l'uragano si è abbattuto con violenza sul suo stato, sembra che Obama sia diventato addirittura per Christie una specie di leader spirituale. "Voglio complimentarmi pubblicamente con il presidente - ha detto ieri Christie in TV - per essersi personalmente preoccupato della situazione del nostro stato, e soprattutto per aver saputo dare seguito con i fatti alle promesse pronunciate."
Obama infatti si era impegnato ad un intervento "rapido, snello ed efficace" da parte del governo federale, ed ha mantenuto in pieno la parola. "Ho parlato con il presidente alla mezzanotte di lunedì - ha detto Christie - e lui mi ha chiesto quale cosa fosse la cosa più urgente di cui avessi bisogno. Io gli ho detto che speravo di non dover attendere i soliti 4-5 giorni prima di vedere arrivare gli uomini della FEMA [la Protezione Civile]. Con mia enorme sorpresa - ha continuato Christie - due ore dopo, alle due del mattino, mi ha chiamato il direttore della FEMA in persona, chiedendomi di cosa avessi bisogno esattamente. Alle otto del mattino, sei ore dopo, il presidente aveva già firmato l'ordine esecutivo che metteva in azione la protezione civile, saltando tutti gli intoppi burocratici, con una velocità e una efficienza mai viste prima nella storia degli Stati Uniti."
Il riferimento a Katrina e all'amministrazione Bush, che ha gestito quell'emergenza in modo semplicemente vergognoso, è stato chiaro per tutti.
Naturalmente, a Christie può soltanto convenire di avere parole buone per il presidente in questo momento: data la situazione in cui si trova, sarebbe stupido mettersi a fare polemica con un presidente dal quale ti aspetti miliardi di dollari in aiuti federali per rimettere in piedi lo Stato di cui sei governatore.
Ma non c'era nessun bisogno che Christie arrivasse a questi estremi, complimentandosi così apertamente, sinceramente e ripetutamente con il presidente, e di certo avrebbe ricevuto gli stessi aiuti ringraziandolo in modo più formale e distaccato.
Invece qui è successo qualcosa di diverso, di più sottile ed impalpabile di un semplice voltafaccia di comodo. E' parsa evidente a tutti - persino ai repubblicani più incalliti - una riconoscenza sincera da parte di Christie, e questo a mio parere è stato un segnale subliminale fortissimo, che arriverà in qualche modo ad influenzare l'esito delle presidenziali della prossima settimana.
Quando gli è stato chiesto che cosa provasse ad aver a che fare direttamente con l'uomo che ha violentemente attaccato nelle ultime settimane, Christie ha risposto: "La politica in questo momento non conta nulla. Qui ci sono di mezzo la sicurezza, la vita ed il futuro di tutti i nostri cittadini. Il presidente ed io siamo semplicemente due persone che stanno lavorando per portare a termine il compito che ci hanno assegnato i nostri cittadini."
Se Obama vincerà, sappiamo già che avrà vinto per una manciata di voti. E se riceverà quella manciata di voti in più, ora sappiamo anche che sarà stato per aver saputo gestire al meglio un uragano mandatogli comunque "da Dio", in un modo come nell'altro.
Massimo Mazzucco