11 SETTEMBRE 2001 Come tante piccole bugie formano un’unica verità. Falsa. |
"Non c’è niente di nuovo nel mondo a parte la storia già vissuta…." -- Harry Spencer Truman
Intoduzione La mattina dell’11 settembre 2001, diciannove terroristi armati di tagliacarte dirottano quattro voli commerciali diretti dalla costa est alla costa ovest degli Stati Uniti. Eludono il sistema di sicurezza aereo americano, facendo perdere le loro tracce. Portano così due aerei a schiantarsi contro il World Trade Center di New York, uno contro il Pentagono a Washington D.C., mentre l’ultimo viene fatto precipitare dai passeggeri in rivolta nei cieli della Pensylvania. E’ questo, in sintesi, ciò che è scritto nella versione ufficiale riguardante i fatti di quella mattinata, e che portò alle conseguenze a livello mondiale che tutti ben conosciamo. Nel corso degli anni però è parso via via sempre meno credibile come quei diciannove uomini siano riusciti a paralizzare e a mettere in ginocchio la principale superpotenza mondiale. Dall’aereo che "ha colpito il Pentagono", risultato introvabile, a "United 93" che pare scomparso, allo stesso crollo delle due Torri che non doveva avvenire. Ecco cosa si ottiene da una chiara e oggettiva analisi dei fatti. Ore 9.45: Il mistero del Pentagono Alle ore 9.45 dell’11 settembre 2001 il volo American Airlines 77 (AA77) si schianta contro il ministero della difesa a stelle e strisce. E’ questa l’immagine che tutti ricordiamo[1] (foto 1), da cui si evidenzia che la parte crollata della facciata del Pentagono è larga circa 20 metri: l’apertura alare di un boeing 757 (quale l’AA77) ne misura almeno il doppio.
La realtà che si presentò davanti ai primi soccorritori è ben diversa.
La foto 2 è stata scattata da un tenente dei Marines subito dopo l’impatto; come si può notare la parete non ha ancora subito gli effetti del crollo, e l’unico foro vagamente visibile non è più grande di 3-4 metri. E’ stato però suggerito che la parte ricoperta dal fumo potrebbe nascondere un ulteriore foro o una sezione del primo, ma se anche così fosse non si arriverebbe a una larghezza maggiore di 10 metri. Notiamo già le finestre, rimaste per qualche strano motivo intatte e le bobine poste ai piedi delle mura, che si trovavano lì da prima del presunto arrivo di AA77; il prato antistante è pressoché sgombero da rottami di una certa consistenza (foto 3).
Come si può quindi pensare, già da questi piccoli elementi, che un aereo si sia realmente schiantato contro il Pentagono? Ma se è vero che è stato un aereo quello a finire contro il ministero della difesa USA, manca un particolare fondamentale: il motore dell’aereo. Il reattore di un 757 è uno dei motori più resistenti al mondo, basti pensare alle elevate temperature cui è sottoposto durante la fase di rullaggio e di volo. Possiamo vedere nella foto 4 due motori, entrambi di un 757, ritrovati dopo l’esplosione di un aereo e la successiva caduta da oltre diecimila metri.
Eppure, i due reattori del presunto aereo non verranno mai ritrovati, teoricamente "disintegrati durante l’impatto" (nelle ricostruzioni ufficiali possiamo vedere dai video che, una volta colpito il Pentagono, i motori del boeing spariscono). E’ stato quindi veramente l’AA77 ad aver colpito il cuore della difesa statunitense? Esistono varie testimonianze oculari relative alla natura di tale aereo, che oscillano dall’"aereo commerciale", al "piccolo aereo passeggeri", al "missile Cruise" ! Nella foto 5 possiamo vedere un 757 che viaggia a circa 20 m di altezza dal suolo:
Poniamoci quindi una semplice domanda, una delle tante che sorgeranno leggendo queste pagine e che vengono sollevate da incongruenze presenti nella versione ufficiale: è davvero possibile scambiare un tale colosso dei cieli, grande quanto mezzo campo da calcio, per un missile Cruise o per un "piccolo aereo passeggeri"? Va sottolineato che le testimonianze relative all’aereo commerciale sono tutte di militari o comunque sia di personale che lavora al Pentagono; i testimoni concordano su un solo punto: quell’aereo, missile, Cessna, Drone[2] o qualsiasi cosa fosse era dipinto con le insegne e i colori della American Airlines. Qui sotto vengono riportate alcune testimonianze di persone che hanno assistito allo schianto di quell’UFO (Unidentified Flying Object, oggetto volante non identificato) contro il Pentagono. - Steve De Chiaro: Instead of following the streams of people away from the Pentagon, Steve DeChiaro ran toward the smoke. As he reached the west side of the building he saw a light post bent in half. "But when I looked at the site, my brain could not resolve the fact that it was a plane because it only seemed like a small hole in the building," he said. "No tail. No wings. No nothing." He followed the emergency crews that had just arrived. He saw people hanging out of windows and others crawling from the demolished area. …….Il mio cervello non riusciva a far quadrare il fatto che fosse stato un aereo, perchè sembrava ci fosse solo un piccolo buco nell'edificio - ha detto. "Niente coda, niente ali, niente di niente."……… Then both I and the guy in front of me looked at his rear windshield and saw what was about a four-inch hole in it and the rest of the window was shattered as if someone took a baseball bat to it. At that point I realized - you see at that point I didn't know it was a plane, I thought it was a missile strike - how dangerous things were. And I just started yelling, We gotta get out of here, to the guy in front of me - and he agreed - and we started yelling at people, Get back in your cars! We gotta get the f--- out of here! ... in quel momento non sapevo che era un aereo, e ho pensato che fosse un missile a colpire... Washington, Mike Walter, USA Today, on the road when a jet slammed into the Pentagon: "I was sitting in the northbound on 27 and the traffic was, you know, typical rush-hour -- it had ground to a standstill. I looked out my window and I saw this plane, this jet, an American Airlines jet, coming. And I thought, 'This doesn't add up, it's really low.' "And I saw it. I mean it was like a cruise missile with wings. It went right there and slammed right into the Pentagon.
E’ ormai da diversi anni che è impossibile muoversi negli Stati Uniti senza venir inquadrati da delle telecamere. Ci sono telecamere poste quasi ovunque, telecamere di sicurezza, di monitoraggio per il traffico…. Figuriamoci poi se si sta parlando del Pentagono. Poco più in là di quest’ultimo si trova uno Sheraton Hotel, una telecamera di sicurezza dell’Albergo era puntata contro l’ipotetico bersaglio dell’AA77. I clienti stavano accingendosi a guardare il nastro quando l’FBI si presenta sequestrandolo. Tale sorte è comune ai video di un vicino benzinaio. Perché? Perché quei video non ci vengono mostrati? E per quale motivo l’unico video diffuso non mostra affatto un aereo? Per spiegare la non-presenza del boeing sono nate due principali teorie. La prima, basata su una rappresentazione grafica in tre dimensioni, sostiene che l’aereo dell’American Airlines sia penetrato completamente nel Pentagono e per questo motivo i resti non risultano visibili all’esterno; tuttavia, anche ammettendo ciò, non si giustifica la scomparsa delle ali e del motore. La seconda teoria pare essere più ragionevole rispetto alla prima. L’aereo, una volta schiantatosi contro l’edificio, si sarebbe letteralmente disintegrato; a sostegno di ciò, viene ricordato che proprio quella parete, che in seguito verrà colpita, era stata da poco rinforzata… anche se non si sa contro che cosa. L’ "upgrade" (letteralmente "rinforzo") in America porta, a quanto pare, una sfortuna tremenda. Per quale motivo si era percepita la necessità di proteggere solo una facciata di un edificio, che pare disponga anche di un proprio sistema di batterie antiaeree, e chi potrebbe mai sognarsi di assaltare uno dei luoghi più protetti del mondo? Ma anche quando un aereo si schianta contro una montagna, che è certamente più dura di qualunque edificio al mondo, i suoi resti si vedono, eccome! (foto 6). Possiamo vedere nella foto 7 uno dei pezzi più voluminosi dell’aereo, i quali sono stati sequestrati velocemente da personale non identificato (foto 8) e sicuramente non autorizzato a farlo, in quanto tale "sequestro" vìola una delle principali regole della criminologia riguardante "la scena del crimine".
Un altro elemento da ricordare è che l’aereo ha colpito il Pentagono con un angolazione di quasi 45°; se così fosse stato, per una pura questione fisica l’ala avrebbe dovuto piegarsi e rimanere fuori dall’edificio (foto 9).
Sono quindi andate misteriosamente perse diverse tonnellate di acciaio, ferro e altri materiali normalmente usati nella costruzione degli aerei. Il pilota che prese i comandi di American Airlines 77 (dopo averne eliminato l’equipaggio) risultò essere (secondo la Commissione Indipendente per l’11 settembre) tale Hani Hanjour, il "dilettante miracolato" (da notare che non è mai stato reso noto alcun video che mostri i terroristi mentre salgono sugli aerei; è noto solo un video che riprende un terrorista mentre si accinge a salire su un aereo, diverso da quello dirottato). Secondo gli istruttori di Hanjour, appartenenti ad una scuola di volo militare dell’ USAF (United States Air Force), questi non sarebbe stato assolutamente in grado di pilotare un aereo commerciale quale un 757, che non aveva mai pilotato nemmeno col simulatore, ed aveva problemi nel pilotare persino un piccolo Cessna. Cosa era allora quell’oggetto volante che si credeva un AA77, che, secondo gli addetti radar, "compiva acrobazie simili a un caccia"? Ancora nessuna risposta. Il Pentagono fu costruito nel 1941, in seguito all’attacco di Pearl Harbor e per l’esigenza di una maggior coordinazione tra le varie strutture dell’esercito. Esattamente 60 anni dopo verrà colpito da un attacco a sorpresa. Ma si trattò veramente di questo? Era realmente un attentato terroristico contro gli Stati Uniti d’America? E soprattutto: si può parlare di attentato contro gli Stati Uniti se questo attentato viene perpetrato da coloro che hanno giurato di difendere Patria, Bandiera e Costituzione? Ore 8.46: Il World Trade Center E’ però un altro avvenimento, accaduto sempre in quel fatale 11 settembre 2001, che ha accecato il buon senso e ha oscurato le menti: il crollo del World Trade Center 1 (WTC1) e del World Trade Center 2 (WTC21). E la conseguente morte di 2.986 persone. Ancora una volta, alla luce di quello che è emerso, siamo costretti a porci una domanda: il volo American Airlines 11 (AA11) e il volo United Airlines 175 (UA175) furono realmente i responsabili del crollo delle Torri Gemelle? In questo caso, come è riscontrato da video, foto e testimonianze, i due aerei sopra menzionati esistono realmente. Già questo ci fa sorgere un dubbio: perché vengono mostrate all’infinito le immagini dei due aerei che si schiantano contro le Torri, mentre quando si chiedono i video che dovrebbero mostrare l’AA77 schiantarsi contro il Pentagono ne viene mostrato uno, dove l’aereo non si vede affatto? Innanzitutto occorre stilare una breve cronologia degli avvenimenti riguardanti il WTC di quella mattina: Ore 8.46 il volo AA11 si schianta contro la torre Nord del World Trade Center Ore 9.03 il volo UA175 si schianta contro la torre Sud del World Trade Centetr Ore 9.59 la torre Sud crolla Ore 10.28 anche la torre Nord crolla Trascorrono quindi 46 minuti dall’impatto al crollo della torre Sud e 102 minuti per la torre Nord. Ma perché le torri crollano? Secondo il rapporto della Commissione Indipendente per l’11 settembre, il collasso delle torri è dovuto principalmente a due motivi: lo scioglimento dei piloni di acciaio che sostenevano la struttura portante e "l’ammorbidimento dei pavimenti che, collassando al centro, hanno trascinato con sè le pareti". Già questa seconda affermazione basta per far crescere dei dubbi. Come possiamo vedere nella foto 10, un pavimento che si ammorbidisce fino a cedere non trascina con se le pareti in quando continua ad esercitare la stessa forza di quando era allo stato "solido".
E’ inoltre inquietante come qualcuno abbia anche solo osato proporre la teoria del "cedimento delle colonne in acciaio". L’acciaio, è risaputo, fonde a 1600 gradi centigradi, a 800 C inizia ad ammorbidirsi. In particolare quello delle torri era testato dall’Underwrites Laboratory per poter resistere in un arco di tempo della durata di 6 ore all’esposizione a 1000 gradi centigradi. Eppure la foto 11 ci dimostra che l’incendio non ha raggiunto temperature superiori a 100 C, e non arriva a toccare nemmeno i 120 C[3].
I "debunkers" ("smitizzatori" che in questo caso sostengono la versione ufficiale) sostengono che il violento impatto degli aerei avrebbe rovinato le coperture antincendio delle colonne portanti, che quindi sarebbero state esposte ad altissime temperature. Tempo fa è apparsa in internet una notizia (documentata) assai interessante: alcuni piani delle Torri Gemelle erano stati rinforzati contro il fuoco prima dell’11 settembre 2001. Il "fuoco cattivo", che non ha mai fatto crollare un edificio in acciaio, evidentemente preoccupava i responsabili delle torri… E i piani rinforzati sono quelli che più tardi verranno colpiti dagli aerei. Insomma, come nel caso del Pentagono, si dimostra che l’"upgrade" in America porta una sfortuna tremenda; oppure "forse qualcosa non va"?. Altro particolare: se le Torri erano state costruite per resistere anche all’impatto di un aereo, perché uno degli architetti delle Torri ha sostenuto, dopo il fatto, che colpire le torri con un aereo sarebbe stato "come bucare una zanzariera con una matita"[4]?. Concentriamoci ora sui video che mostrano il crollo del WTC1 e del WTC2: possiamo cronometrare, grazie a questi, il tempo di caduta delle torri. Dieci secondi. Anche senza ricorrere a complesse leggi fisiche, il buon senso fa capire che, nel crollo, ogni piano avrebbe dovuto rallentare la caduta del piano superiore. Attribuiamo circa un secondo a piano. Moltiplicandolo per 120 (i piani delle torri) otteniamo 120 secondi. Non 10. Tenendo conto che un fisico statunitense ha sostenuto che un secondo per piano fosse troppo, calcoliamone mezzo: arriveremo a 60 secondi, non a 10; calcoliamone un quarto, arriveremo a 30 secondi, non a 10. Che cosa fece crollare allora le torri in così poco tempo? Anche questa domanda senza risposta, insieme a foto, video e testimonianze, ci induce a pensare che i complessi 1 e 2 del World Trade Center quella mattina furono demoliti intenzionalmente.
Dal vario materiale video possiamo notare degli sbuffi di cemento ben prima che i piani a quell’altezza crollassero: l’unica spiegazione plausibile è l’esplosione di cariche precedentemente piazzate. A sostegno di questa teoria va detto che, poco prima dell’11 settembre, nelle Torri erano stati eseguiti alcuni lavori che avevano richiesto l’interruzione della corrente nella parte Nord dei due enormi grattacieli; fatto senza precedenti, sia perché l’intervento era stato eseguito con pochissimo preavviso, sia perché esso richiede di prassi il trasferimento in altra sede di personale e attrezzature per mantenere l’efficienza dei servizi normalmente prestati. Inoltre più di ottanta persone tra vigili del fuoco, poliziotti e civili udirono una serie di esplosioni prima del crollo delle Torri. Infine, il modo in cui le Torri crollano, in tutto e per tutto troppo simile a una demolizione controllata. Se davvero ci fosse stato un cedimento come quello descritto dalla Commissione Indipendente per l’11 settembre, le Torri avrebbero avuto una certa angolazione nel crollo. Inoltre, gli operai che lavorarono a Ground Zero per rimuovere le macerie dovettero affrontare acciaio incandescente alla base delle Torri: impossibile se imputabile ad un incendio dovuto al Kerosene, probabile se conseguente ad esplosioni e demolizioni controllate. Possiamo aggiungere altre domande alla lunga lista: perché il sindaco di New York Giuliani non consentì l’accesso agli agenti dell’FBI per esaminare i resti? Perché i rilevamenti fatti, a scopi assicurativi, sono stato secretati per ordine giudiziario? Perché Giuliani ha chiesto al Governo Federale che i dati relativi all’11 settembre redatti sotto il suo mandato fossero secretati? Ma soprattutto: chi ha tratto più vantaggio da tutto ciò? Ci provarono anche nel 1993 Il 23 febbraio 1993 un furgoncino, parcheggiato nel parcheggio interrato della Torre Nord (WTC 1), esplode uccidendo sei persone e ferendone più di trecento. Fatto certo meno ricordato di quello avvenuto nel 2001 forse addirittura insabbiato. Le Torri non crollarono quel giorno, panico, urla, fuoco e fiamme e tanto fumo. Fu arrestato un uomo, tale Ramzy Yousef, che risultò incaricato da un ex-militare in pensione conosciuto come Salem. Esiste tuttavia una telefonata tra Salem ed il direttore dell’FBI di New York: dalla trascrizione (foto 13) di questa telefonata (ormai di dominio pubblico) risulta che Salem, incaricato dal Bureau di piazzare la bomba nei parcheggi della Torre Nord allo scopo di testarne la sicurezza, si lamentava di essere stato ingannato sulla reale potenza dell’esplosivo (fortunatamente non aveva posizionato il veicolo nei pressi di una colonna portante, come gli era stato richiesto). Ramzy Yousef e Salem furono i capri espiatori.
Strana analogia con l’omicidio di John Kennedy, nel ’63: al posto di un Salem, un Lee Harvey Oswald.
United Airlines 93 Secondo la versione ufficiale, fornita al mondo dagli stessi Stati Uniti, c’era un quarto aereo dirottato quella mattina di settembre: il volo United Airlines 93. Questo volo, secondo il rapporto redatto dalla Commissione Indipendente per l’11 settembre, sarebbe stato abbattuto eroicamente dai passeggeri mentre sorvolava i cieli della Pennsylvania, fatto romanzato fino al limite dell’utopia nel film Flight 93 (in italiano United 93). Innanzitutto c’è un particolare, che oggi potrebbe sembrare logico, ma che nel 2001 non lo era affatto: le chiamate effettuate dai passeggeri di UA93 ai loro familiari. Gli USA non sono coperti interamente da un’unica rete telefonica, in quanto diverse compagnie si contendono i clienti delle maggiori città. Ma gli Stati Uniti sono ricchi di territori molto estesi, che presentano centri abitativi rurali: e qui si presenta il problema del poter telefonare da un aereo, la cui velocità si aggira intorno ai 900 Km/h. Come possiamo vedere nella foto 14 passano circa trenta secondi da quando si preme il pulsante di chiamata a quando si può effettivamente parlare con chi si desidera, in questo arco di tempo la telefonata viene decodificata.
Ma in trenta secondi un apparecchio che viaggia a 900 km/h fa in tempo a passare da un ricevitore all’altro, spesso di un’altra compagnia, il che richiede una nuova decodifica e quindi altri trenta secondi di tempo. Per poter parlare da 8000 metri di altezza a 900 Km orari bisognerebbe chiedere al capitano di mettersi cortesemente a girare intorno ad un ricevitore. Ma perché chi ha organizzato questo poderoso complotto (se di complotto si parla) si sarebbe dovuto complicare la vita per queste telefonate? E come si possono negare le telefonate stesse quando sono gli stessi famigliari delle vittime ad aver parlato con i propri cari sull’aereo? La risposta alla prima domanda è relativamente facile e logica: se i passeggeri non avessero saputo che il World Trade Center e il Pentagono erano stati colpiti, non si sarebbero mai sognati di ribellarsi contro i terroristi e abbattere l’aereo in volo (probabilmente diretto, secondo la versione ufficiale, contro il Campidoglio o la Casa Bianca). La risposta alla seconda domanda è altrettanto semplice: nessun passeggero parlò mai con chi desiderava a terra, ma tutti con operatori dell’FBI o del 911 (il numero per le emergenze americano, un insieme dei nostri 113/115/118). Assistiamo quindi a una strana forzatura della logica: perché nessuno dei passeggeri ha chiamato direttamente il destinatario a terra ma tutti hanno chiamato l’FBI e il 911 per informare del dirottamento? Cosa gli faceva credere che a terra non sapessero già tutto? Ma purtroppo UA93 va unito alla lista degli aerei che probabilmente non sono mai esistiti quel giorno: come l’apparecchio "schiantatosi contro il Pentagono" il velivolo della United Airlines, volo 93 è da abbinare al volo AA77. Possiamo vedere nella foto 15 quattro foto del sito dove, secondo la Commissione Indipendente per l’11 settembre, UA93 si sarebbe schiantato;
nella foto 16 invece le immagini dell’impatto di un altro aereo. Dove sarebbe precipitato l’aereo della United Airlines l’unica cosa presente non è altro che un buco, mancano rottami di una certa consistenza e sono stati trovati solo piccoli frammenti, che "non erano più grandi di una rubrica telefonica", come disse una giornalista americana: non c’è un portellone, un sedile, un motore, niente. La sola cosa visibile ai soccorritori non era altro che una fossa contenente della terra bruciata.
Ma allora cosa causò quella buca? Se si sia trattato di una bomba sotto terra o di un missile questo non lo sapremo mai. Ma come mai quando i giornalisti locali, che arrivarono pochi minuti dopo, trovarono già l’intera zona recintata dagli agenti dell’FBI che non fecero avvicinare nessuno? Un altro elemento a favore dell’esplosione è il fungo di fumo sviluppatosi come conseguenza dell’incendio causato dall’impatto dell’aereo (secondo la versione ufficiale, vedi foto 17). Molto più simile all’impatto di una bomba (foto 18) che a quello di un aereo (foto 19), che genera un incendio di kerosene, con una colonna di fumo nero che sale verso il cielo per svariate ore, dato che l’aereo aveva con sé ancora 20.000 litri di carburante.
Ma questo non si vede a Shanksville, perché? Un reporter locale è riuscito ad aggirare il blocco dei federali e si è subito stupito di come non si sentisse il tipico odore del kerosene che brucia, cosa assai normale sul sito di un incidente aereo, mentre l’unico odore che si sentiva era di terra bruciata. Un medico della scientifica giunto sul posto si stupì di non vedere un solo resto umano nè una goccia di sangue. Presi da soli questi elementi potrebbero apparire insignificanti ma nell’insieme generano continuamente nuove domande. E’ quindi logico supporre che anche il volo UA93 non sia mai esistito. Operazione Northwoods Nel 1962 lo Stato Maggiore capeggiato dal generale Lyman Lemnitzer, massima autorità militare prima del presidente degli Stati Uniti e considerato capo supremo delle forze armate, studiò un piano (mai realizzato) che prevedeva una serie di attentati terroristici contro bersagli civili o militari Statunitensi, che dovevano sembrare realizzati da cubani, russi o "comunisti". Il piano fu nominato "Giustificazione per l’attacco militare a Cuba", poiché serviva ad indurre l’opinione pubblica a favore di una nuova guerra e quindi di chi, per un motivo o per l’altro, traeva interessi da questa. Fu il segretario alla difesa Robert McNamara a respingere la richiesta dell’operazione, sotto ordine del presidente John F. Kennedy. Il piano prevedeva, tra le altre cose:
E’ quindi realmente così illecito dubitare di una versione ufficiale che non è più convincente e realistica di una fiaba? Ed è lecito tacciare di cospirazionista, anti-americano o filo-comunista chiunque si limiti a mettere in dubbio quella che è, probabilmente, la menzogna più grande del XXI secolo? 11 settembre – Epilogo Le conseguenze a livello planetario di quel tragico atto sono, purtroppo, da noi ben conosciute. Se ci riflettiamo sopra, ci possiamo accorgere di come anche solo le conseguenze basterebbero a far credere nell’esistenza di un complotto (oggi un americano su tre rimane sbalordito dall’ipotesi del complotto). Trentotto anni prima, a Dallas, veniva assassinato John Kennedy. Trentatré anni prima, a Los Angeles, veniva assassinato Robert Kennedy. Purtroppo per loro, la Storia ci racconta, gli anni sessanta non erano gli anni giusti per parlare di pace o di ritiro da una guerra in cui era sempre più evidente come gli Stati Uniti avessero fallito. Kennedy ordinò infatti un piano di ritiro dal Vietnam, che dopo la sua morte venne revocato; voleva guidare l’America verso una frontiera migliore, si sarebbe ritirato dal Vietnam e per questo venne assassinato. Dopotutto, non c’è da sorprendersi. Guerra è facilmente traducibile nel Vocabolario Americano come guadagni per gli Stati Uniti: la guerra è il più grande affare americano, un affare da 80 miliardi di dollari l’anno. Hitler diceva sempre "le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". Mai detto fu più vero, come nei casi dell’omicidio dei fratelli Kennedy e dell’11 settembre. Nel caso della giornata numero 11 del mese di settembre abbiamo una storia fatta di tante piccole bugie che compongono una verità. Falsa. Andrea P. BIBLIOGRAFIA:
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